San Luigi dei Francesi

dipinto,

La figura maschile ritrae un personaggi di alto rango, come stanno ad indicare il costume ed il copricapo sul quale è posata una sottile corona a gigli stilizzati. Un giglio si trova anche all'estremità dell'asta che il personaggio tiene in mano con la destra; nella sinistra ha un libro con la sovracoperta rossa decorata. Indossa una veste bianca ed un manto grigio aperto davanti ed in corrispondenza delle maniche. L'immagine - e in particolare il viso - è messa in rilievo da un riquadro che in origine doveva essere blu, ma attualmente è ridotto ad una tonalità grigio scura. Il fondo è verde azzurro. In alto a sinistra, vicino al margine profilato da una fasci abianca e rossa, era dipinta un'iscrizione oggi illeggibile. Mancano la perte inferiore della figura ed il lato destro del capo è occupato da una lacuna che impedisce di verificare la presenza dell'aureola, di cui potrebbe essere un indizio la zona dipinta in giallo dorato dietro il corpicapo. Nonostante il deperimento della superficie dipinta, alcuni particolari del volto sono ancora ben leggibili, mentre alri - come i panneggi - sembrano aver subito ritocchi

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Borgomanero (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'analisi di questo dipinto s'incontra come primo problema l'identificazione del personaggio; l'incertezza riguardo la presenza dell'aureola ha suggerito l'ipotesi che si trattasse di un devoto o di un donatore. Di questo parere è lo Zanetta (P. Zanetta, La devozione mariana nel Quattrocento, in "Appunti di Storia Religiosa Borgomanerese", 1982, I, n. 12, pp. 47-48) che propone di riconoscere nel personaggio il nobile Andrea Arrigoni, primo offerente a favore dell'erigenda cappella dell'Immacolata Concezione "per adempimento di un voto formulato durante la peste del 1484". Alcuni elementi iconografici concordano con quest aipotesi, come il costume, simile a quello dei devoti che compaiono nell'abside della chiesa di San Salvatore di Caltignaga; questi personaggi tengono il berretto sul capo, fatto strano per un devoto. Contrastano però con questa tesi la posizione eretta del personaggio e la presenza di attributi reali, come la corona e l'asta gigliata. Il giglio, che nella simbologia cristiana rappresenta la purezza, appare qui collegato ad elementi quali l'asta e la corona che costituiscono gli emblemi del potere temporale. La corona, lo scettro gigliato ed il libro, insieme alla fisionomia giovanile, sono elementi che caratterizzano San Luigi IX re di Francia. Altri non ve ne sono in questa figura, come la veste regale ornata di gigli di Francia, la corona di spine ed i tre chiodi della croce; tuttavia l'affresco presenta il tipo fondamentale individuato dal Kaftal nel suo repertorio (G. Kaftal, Iconography of the Saints in Central and South Italian Painting, 1965, pp. 695-696). Va poi ricordato che l'affresco faceva parte della decorazione della cappella dell'Immacolata Concezione, la cui devozione fu diffusa nel borgo dalla predicazione dei Francescani, che veneravano anche il santo re che apparteneva all'ordine terziario. Si può aggiungere che San Luigi era invocato anche contro la peste, di cui morì nel 1270, dato che può accordarsi con la notizia della pestilenza del 1484 cui faceva riferimento il voto dell'Arrigoni. Per quanto riguarda la datazione, si può assumere come termine post quem il 1486, data in cui venne eretta la cappella dedicata all'Immacolata Concezione nel settore destro dell'ingresso dell'antica parrocchiale (Zanetta 1982, p. 46). I dati stilistici ed iconografici giustificano una datazione a fine Quattrocento o inizio Cinquecento: oltre all'affresco novarese utile per il confronto di moda già citato, si può segnalare anche l'impianto compositivo retrostante la figura, cromaticamente differenziato dal fondo, come soluzione frequente nelle raffigurazioni della fine del XV secolo. La morbidezza dei toni dell'incarnato, la delicata definizione, non priva di realismo, dei tratti del viso incorniciato dalla zazzera bionda, le mani affusolate, sono brani di notevole eleganza e buon livello qualitativo, che conservano un riflesso della tecnica e dei canoni tardo-gotici. Tuttavia, la solida impostazione della figura tende ad assumere un proprio rilievo nello spazio grazie allo scorcio del braccio e l'artista studia con particolare attenzione il naturale ricadere dei panni, in un chiaroscuro monocromatico oggi in buona parte perduto per il degrado della superficie ed un tratteggio di epoca successiva. La presenza di questi caratteri fa pensare che il pittore non si muovesse solo nell'ambito dell'esperienza pittorica novarese, ma conoscesse anche alcuni risultati dell'Umanesimo figrativo di matrice lombarda. Si confronti ad esempio l'affresco con storie di Sant'Ambrogio eseguite da Butinone e da Zenale per la Cappella Griffi di San Pietro in Gessate (1490-1493) per il modo di costruire la figura ed il disegno del panneggio. Questo affresco e quello della Madonna del Latte potrebbero appartenere ad una stessa fase di decorazione pittorica della cappella e si potrebbe accettare per entrambi una datazione già ai primi del Cinquecento. Per quanto riguarda l'esecuzione, mi sembra ci siano delle differenze di procedimento e di risultati attribuibili all'intervento di artisti diversi. Va comunque tenuto conto delle difficoltà di lettura determinate dal cattivo stato di conservazione. Come bibliografia di confronto si vedano anche: G. Caviglioli, Devozione dei santi nella storia della parrocchia, in "L'araldo", 1980, XXXIV, n. 3, p.3; L. Chironi, Opere d'arte nella Parrocchiale borgomanerese. Gli affreschi del Quattrocento, in "Appunti di Storia Religiosa Borgomanerese", 1983, II, n. 32, p. 127
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034049
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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