reliquiario a teca - a urna, opera isolata - bottega romana (metà sec. XVIII)
L'urna ha forma di tronco di piramide rovesciata ed è chiusa da un coperchio anch'esso tronco-piramidale. Il telaio è in bronzo dorato e sul coperchio sono visibili le suture tra le nove parti che lo compongono; le sei facce in vista sono chiuse da cristalli, mentre il fondo e la parete posteriore sono cieche. Poggia su quattro piedi a zampa di leone, mentre il coperchio è arricchito da quattro antefisse applicate ai vertici di base con viti a rosetta e completato in alto da una cuspide sormontata da un fregio con le lettere PX su due rami di palma. (Nella collocazione attuale il fregio risulta staccato dalla cuspide ed adattato per poter essere riavvitato sul coperchio). Le parti in bronzo dorato sono rivestite in vari punti da lamine d'argento cesellato a motivi vegetali e floreali, con due ghirlande fiorite agli angoli della faccia anterioe. Un modiglione dietro il quale si intrecciano due rami con fronde e bacche orna la base dell'urna mentre il lato anteriore del coperchio è caratterizzato da due volute contrapposte che racchiudono due grosse corolle. L'interno dell'urna è rivestito in velluto rosso con frange dorate e le ossa legate a due a due con nastri e frammiste a fiori artificiali di varia specie (garofani, rose, dalie, ginestre [Continua in OSSERVAZIONI]
- OGGETTO reliquiario a teca a urna
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MATERIA E TECNICA
argento/ fusione/ cesellatura
bronzo/ fusione/ doratura
seta/ velluto
- AMBITO CULTURALE Bottega Romana
- LOCALIZZAZIONE Grignasco (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La più antica descrizione dell'urna è contenuta nel decreto di riconoscimento ufficiale delle reliquie a firma del vescovo Balbis Bertone stilato nel Palazzo della Cancelleria Vescovile di Novara in data 30/11/1759. Quello stesso giorno giunse a Novara da Roma via Genova imballata in una cassa di legno (ACGrignasco, Conti 1752-1760) aperta la quale il vescovo dichiara di aver riconosciuto "Capsulam unam, seu Urnam Aeneam inauratam, variis coelaturis argenteis ornatam, ac sex tabulis cristallinis munitam, bene clausam, vitta serica rubri coloris, a parte posteriori colligatam, in qua continent. Ossa Corporis Sancti Xpi. Mart. Iustini nomine proprio cum vase vitreo ex Cemeterio Priscillae extracta, sigillo Ill.mi et Rev.mi D.D. Ferdinandi Mariae de Rubeis Patriarchae Costantinopolitani Vicarij ac Vicesgerentis Almae urbis pluribus in locis in cera rubra hispanica obsignatam, ac ab eodem Ill.mo et Rev.mo D,no dono datam D,no Fran.co Ant.o Marietti, et pro eo clero, et Populo Grignaschi N.rae Novarien. Dioces. sigillo N.ro in cera pariter rubra hispanica septem impressionibus obsignavisse (APGrignasco, Decreto di riconoscimento, 30/11/1759). Il nastro di seta rossa ed i sigilli in ceralacca di Roma (che testimoniano l'attribuzione ad argentieri romani) e di Novara che dovevano evidentemente garantire l'integrità del contenuto durante il trasporto non esistono più e la notizia secondo cui l'urna sarebbe stata donata da Ferdinando Maria de Rossi è da riferire alle reliquie visto che, come attesta l'iscrizione, l'urna fu fatta costruire dai benefattori di Grignasco abitanti in Roma e che l'importo di £. 146 e 5 soldi imperiali per l'urna più un altro piccolo reliquiario fu rimborsata dalla comunità di Grignasco il 10/08/1760 al grignaschese residente a Roma Francesco Antonio Marietta (ACGrignasco, Conti 1752-1760, Cart. 63). Giunse a Grignasco il 02/12/1759 e fu temporaneamente collocata nella chiesa di S. Maria in Bovigliano, in attesa dei preparativi per il trasporto solenne nell'antica parrocchiale di S. Maria delle Grazie (ACGrignasco, Delibere Consiglio 1673-1760, Cart. 5). Per decisione del Consiglio della Comunità, col consenso del clero locale e le prescritte autorizzazini vescovili, il falegname di Grignasco Giovanni Pietro Vinzio, assistito dal suo lavorante Giovanni Perazzo, in 17 giorni e mezzo spostò sulla parete del coro l'ancona in legno dorato dell'altare maggiore di S. Maria delle Grazie e costruì al suo posto un apparato in legno formato da una "sopra cassa" e da un "arco d'asse" che fu successivamente decorato con le portine laterali dell'altare dal pittore di Varallo Giovanni Vietti. L'ingresso ufficiale in paese, con il trasporto dell'urna dalla chiesa di Bovagliano sull'altare maggiore di S. Maria delle Grazie, avvenne il 23/12/1759 con grande solennità (ACGrignasco, Conti 1752-1760, Cart. 63). Qui rimase fino al 1783, quando fu consacrata la nuova parrocchiale dell'assunta. Fra il 21 ed il 23 settembre 1783, con il trasporto delle reliquie e degli arredi dalla antica parrocchiale, è praticamente certo che anche l'urna di S. Giustino sia stata trasferita (Archivio Privato Giongo Cacciami Grignasco, Memoria che nell'anno 1783..., Don Carlo Cacciami, 1783-1799, manoscritto, f. 456). Fu collocata sull'altare omonimo come ancona e qui rimase fino al 1944 quando, il 18 maggio, il vescovo di Novara Leone Ossola benedì la nuova statua del Sacro Cuore che venne a sostituirla. tra il 1944 ed il 1948 fu ricavata sotto la mensa dell'altare la sua sede attuale e la definitiva sistemazione dell'urna comportò il distacco del fregio con le palme incrociate e le lettere PX (Archivio Parrocchiale di Grignasco, Memoria manoscritta, carte sciolte). Viste le analogie stilistiche con i modelli che Vittone pubblicò nel 1760 (B. Vittone, L'architetto Civile, 1760, Tav. 100) e persino le analogie di schema con il modiglione alla base dell'urna (B. Vittone, Istruzioni elementari, 1760, Tav. 101) non è escluso che l'urna sia stata eseguita su suo disegno essendo tali modelli divenuti di dominio pubblico solo l'anno dopo la sua realizzazione. Considerando l'analogie tra le volute allungate sul coperchio e quelle sugli arconi all'imposta della cupola della chiesa, ripetutamente riprese in vari arredi anche in epoca successiva, è difficile credere che tale forma non nasca dal Vittone, specie se si considera che nel 1759 la volta non era ancora ornata con gli stucchi nè essi erano precisati intermini esecutivi nei progetti. L'urna è citata nelgi inventari parrocchiali e nelle visite pastorali relative all'antica parrocchiale (1763-1783) e successivamente in quelle relative alla nuova parrocchiale del Vittone. Si ha notizia che nel 1862 "per cura di pie persone" si ottenne dalla Santa Sede l'autorizzazione "di celebrare la festa del S.to nostro patrono Giustino nella 2a domenica d'ottobre d'ogni anno" e che in quell'anno si svolse a Grignasco una grande festa religiosa con il trasporto delle [Continua in OSSERVAZIONI]
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033971
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI Davanti, sulla cuspide - BENEFATT./ DI/ GRIGNASCO/ ABITANTI/ IN/ ROMA F.F./ ANNO MDCCLIX - lettere capitali - a incisione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0