compianto sul Cristo morto e santi

dipinto, 1632/ 1652

Il gruppo di figure è disposto secondo uno schema piramidale: al vertice la Madonna con manto blu intenso e veste rossa; a destra S. Francesco con il saio bruno, nell'atto di baciare la mano del Cristo; a sinistra S. Carlo Borromeo con abito rosso e sopraveste bianca. Nel centro il corpo livido d Gesù adagiato in grembo alla Madonna, è orientato diagonalmente rispetto alla composizione. In basso, sul terreno, figurano la corona di spine, i chiodi e un teschio; a sinistra la mitra, il pastorale e la stola, mentre nell'angolo destro è dipinto lo stemma del committente. Sullo sfondo scuro si intravedono le sagome degli edifici di una città e sul lato opposto il monte Calvario. In alto, tra le nuvole grigie, due angeli avvolti da mossi panneggi verde intenso si dispongono diagonalmente, quasi in linee parallele alle braccia della vergine. La cornice di stucco è definita da due lesene con capitelli scampanati verso l'alto sopra i quali si imposta il fastigio formato da due volute laterali sormontate da una cornice ondulata. All'interno, sul fondo nero contornato di bianco e ornato di girali vegetali, è dipinto lo stemma del committente e le iniziali di Petrino Costa

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Caccia Orsola Maddalena (cerchia)
  • LOCALIZZAZIONE San Damiano d'Asti (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La cappella detta della Pietà fu "eretta a beneficio dell'arciprete Petrino Costa, dell'antica e ragguardevole famiglia di questo nome" (cfr. F. Daneo, "Il Comune di S. Damiano di Asti", Torino 1888) tra il 1632 e il 1652, vale a dire durante il periodo del suo vicariato presso la parrocchia di S. Vincenzo (Giuseppe Sardi, "Memorie storiche relative alla Parrocchia di S. Vincenzo in S. Damiano d'Asti", Torino 1902) e non nel 1620 come nelle pagine successive scriveva (Riteniamo erroneamente) lo stesso Sardi. La tela, pertanto, può essere collocata nello stesso arco di tempo, come del resto ci viene confermato dall'analisi stilistica dell'opera, e suggerito dalla pertinente proposta attributiva del Daneo: "evvi un altro quadro rappresentante la Deposiziona dalla Croce, che da taluni si crede opera di una delle due figlie dello stesso pittore (Guglielmo CAccia detto il Moncalvo) Orsola e Francesca" (Daneo, op. cit.) Il predominare dei toni lividi e di una luminosità molto contrastata, nonchè le straordinarie affinità riscontrabili tra la figura di S. CArlo Borromeo e quella perfettamente speculare della tela di Orsola Maddalena Caccia nella chiesa di S. Martino a Villanova d'Asti ascrivibile al secondo quarto del seicento (cfr. relativa campagna di catalogazione, di C. Ghibaudi, 1984) a sua volta vicino, come è stato osservato, ad altre rappresentazioni del santo di Arona provenienti dalla bottega del Crosio: ad esempio il S. Carlo adorante il crocifisso nella parrocchiale di Testona, datato 1643 (cfr. "Ricerche a Testona. Per una storia della comunità", catalogo della mostra, Testona 1980-1981) o il S. Carlo della chiesa di S. Lorenzo a Trino (A. Bondi, "Inventario Trinese. Fonti e documenti figurativi", catalogo della mostra, Trino 1980) databile entro la prima metà del XVII secolo (cfr. C. Ghibaudi, 1984), confortano pienamente la nostra ipotesi. La mancanza di documenti precisi a cui va aggiunta la pratica in uso nelle botteghe di impiegare i medesimi cartoni e modelli, non ci consentono però di fare nomi precisi e di stabilire paternità; ci limiteremo pertanto a indicare nell'ambito figurativo legato alla produzione di Orsola Maddalena Caccia la sicura area di provenienza dell'opera
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033934
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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