Madonna Immacolata

statua, 1650 - 1699

La Vergine volge il capo verso destra, il viso pienotto dai lineamenti dolci e minuti è incorniciato dai lunghi capelli e dall'aureola di metallo. Le braccia sono aperte. La veste dorata è fermata in vita da una cinta e ricade in numerose pieghe; il manto, anch'esso dorato, dal panneggio abbondante, giunge fino ai piedi. Dalle vesti spuntano mani piuttosto grandi e i piedi che schiacciano il serpente, vicino al quale è posta la mela, e dietro la mezzaluna. La statua, che porta al collo una catenella dorata, poggia su di un piedistallo di nubi argentee, è dipinta anche sul retro ed è situata in una niocchia protetta da una porta a vetri

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA legno/ scultura/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Livorno Ferraris (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La statua non è menzionata nelle Visite Pastorali del Seicento e del Settecento. Il modellato dolce del viso, il panneggio morbido, con pieghe diritte e tranquille mosse soltanto dal lieve avanzare del ginocchio, la posizione del capo e delle braccia, conferiscono all'inisme un certo patetismo, tipico di una vasta produzione plastica, di cui troviamo esempi in molte chiese piemontesi e appartenente ai secoli XVII e XVIII. Si tratta di opere che, oltre all'importanza per l'uso culturale, richiedevano un cospicuo impegno professionale da parte di maestranze di vario livello, attive per larghi ambiti di committenza (G. Gentile, "Scultura barocca nel fossanese", catalogo della mostra, Fossano 1976). Possiamo individuare un paragone, di più alta qualità, nella Madonna del Carmine della parrocchiale di Fossano, che presenta elementi stilistici molto simili ed è datata tra il 1628 e il 1665 (M. Leone, in G. Gentile, op. cit.). Inoltre, l'Immacolata dei Gerbidi ha tratti in comune con altre statue che si trovano nella stessa Livorno: l'Immacolata della chiesa degli Apostoli (cfr. relativa scheda di catalogo); l'Addolorata e la Madonna del Carmine in S. Giovanni Decollato (cfr. relativa scheda di catalogo), databili ai primi anni del Settecento, più mosse e vicine all'ambito dei famosi Clemente e Plura. Un ultimo confronto si può fare con il S. Bernardo dell'omonima cappella, documentato alla seconda metà del Seicento (cfr. relativa scheda di catalogo). In conclusione, la statua è databile alla seconda metà del secolo XVII, in base ai dati di stile e per confronti con le opere ricordate
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033564
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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