altare, opera isolata - bottega piemontese (fine/inizio secc. XVII/ XVIII)
altare,
1690-1710
Il fronte d'altare presenta al centro un rosone contenente il monogramma mariano, con girali e ghirlande di fiori, in cui predomina il verde. Il dossale è ornato da fasce e tondi con rosette rosse e grigie, anch'esse in finto marmo. La quinta posteriore dell'altare termina con grandi volute laterali. Il tabernacolo, di forme semplici e in legno dorato, ha sullo sportello a disegno mistilineo, una decorazione incisa raffigurante un agnello ed un ostensorio con due teste cherubiche ai lati
- OGGETTO altare
- AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
- LOCALIZZAZIONE Livorno Ferraris (VC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La chiesa di S. Michele è menzionata per la prima volta nella Visita Pastorale di Scipione Pascale, del 1622: "Li particolari di questo cantone facciano soffittare ovvero intonacare con mattone e pianelle la sua chiesa fra un anno prossimo et fra due mesi indorare il calice...procurino far tirare via la campana che resta in mezzo della chiesa e si ponga in capo et da una parte fra sei mesi prossimi" (Pascale). Nel 1663 la Visita di Gerolamo Francesco Miroglio registra: "si provveda dei candelieri d'ottone, una tavoletta buona...si provveda d'un contraltare" (Miroglio). Un fascicolo sciolto, in data 1689, elenca: "La chiesa dei Gerbidi la quale è sotto il titolo di S. Michele, non è di patronato d'alcuno nè ha alcun reddito, ma si mantiene con limosine le quali vengono amministrate dal priore...non sapendo quando sia stata fondata". In seguito, la Visita di Pietro Secondo Radicati, del 1723, riporta: "Si è trovata la fabbrica buona fuori e dentro. Davanti la porta maggiore vi è il portico in volta. La porta è sicura; il pavimento competente. Il tetto è in tavelle dipinte. L'altare è competente. Incona...croce in legno, candeglieri quattro in legno argentato, tavolette buone. Lampada d'ottone pendente. Vi è la balaustra di legno...Non vi sono nè priori nè obblighi ma si sostiene con limosine che si vanno raccogliendo alli raccolti" (Radicati). La Visita di Gerolamo Caravadossi, nel 1730, elenca gli stessi arredi e aggiunge: "il piccolo coro serve anche per sacrestia". Infine, nell'Archivio Parrocchiale troviamo un "Libro delle entrate e uscite della chiesa de'Gerbidi principiato li 29 7bre 1814" dove si ricorda "l'ancor dovuto agli eredi Scassiano per la ristaurazione delle muraglie e costruzione della volta mdesima...devono in capitale settecento et settanta". L'altare fa parte di una vasta produzione sei-settecentesca dove spesso, per questioni di costo, la scagliola sostituisce ed imita altari più eleganti scolpiti in marmo. La datazione è riferibile alla fine del XVII secolo o all'inizio del XVIII, tenendo conto delle menzioni, oltre che delle forme e dell'ornato, piuttosto semplificato; gli stessi elementi si riconoscono nel tabernacolo, di forme semplici e decorazione corrente. Fino all'anno scorso l'altare si presentava nelle forme suddette, ora è stato fissato al contraltare un paliotto in scagliola policroma, appartenente in precedenza ad un altare laterale (cfr. scheda seguente) Degli arredi elencati nelle Visite non è stata trovata traccia
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033561
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0