tabernacolo, opera isolata - bottega piemontese (seconda metà sec. XVII)

tabernacolo, 1650 - 1699

Lo sportello del tabernacolo è ornato da un ostensorio scolpito e abbondantemente decorato, con base rotonda e corpo a forma di vaso con foglie d'acanto, sormontato dal raggio. Agli angoli del tabernacolo quattro semicolonne riccamente scolpite con teste cherubiche, foglie d'acanto, altre foglie e frutta naturalisticamente rese. La cornice inferiore è molto semplice, quella superiore è arricchita da roselline e porte, sul lato frontale, una testa cherubica. Le zone lisce sono dipinte in rosso chiaro, mentre le parti in rilievo conservano il colore naturale del legno. Cardini e serrature originali

  • OGGETTO tabernacolo
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Livorno Ferraris (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'oggetto proviene dal distrutto altare ligneo; oggi si trova su un altare in mattoni intonacati, dipinto in rosso e avente, in alto, una fascia bianca. L'unica menzione di un "tabernacolo in bosco indorato" presente nella cappella di S. Bernardo, la troviamo nella Visita Pastorale di Luigi Avogadro, del 1756. L'oggetto in questione non è però dorato, e probabilmente faceva parte dell'altare con facciata in legno ricordato nella Visita di Pietro seconmdo Rdicati, del 1723 e, prima ancora, in un fascicolo sciolto su Livorno Ferraris, del 1709. L'abbondanza della decorazione d tipo naturalistico e l'intaglio a forte rilievo, sembrano confermare la datazione alla seconda metà del secolo XVII, secondo i dettami di una produzione molto diffusa, comprendente altari lignei, pulpiti, confessionali, mobili di sacrestia, e in genere opere caratterizzate da un'ornamentazione abbondante, barocca, di notevole perizia esecutiva. Tale produzione, tipica nel Seicento e nel Settecento nella zona biellese-vercellese-casalese, presenta nei centri minori caratteri meno raffinati, pur mantenendo la tendenza ad una decorazione molto ricca. Elementi simili li troviamo in oggetti conservati nella chiesa di S. Bartolomeo, alla frazione Garavoglie, e nella cappella di S. Sebastiano. Confronti interessanti e di alta qualità presentano il mobile di sacrestia di G. A. Termine, datato 1692, a Ronco Biellese; la cassa del battistero ed il pulpito, della seconda metà del Seicento, a Roppolo Castello; il mobile da sacrestia attribuito a Tempia, del XVII secolo, a Mezzana, un altro mobile di P. G. Auregio, del 1707, a Cossato (cfr. D. Lebole, "La chiesa biellese nella storia e nell'arte, vol. II, Biella 1962)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033529
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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