angelo reggicandelabro

scultura,

L'angelo è stante, scolpito a tutto tondo. Porta i capelli ondulati, mossi dal vento come la veste, morbidamente panneggiata, la posa elegante della gamba flessa che poggia su una una nuvola dalla quale si affaccia, frontalmente, una testina cherubica. Lo sguardo è rivolto verso l'alto; regge una cormucopia rovesciata verso l'alto, con terminazione a ricciolo e ornata, nel punto mediano da foglie di acanto disposte simmetricamente rispetto ad un collarino centrale. Sulla frutta e foglie fuoriuscenti poggia il piattello reggicandela a sezione circolare, con fascia ornata da motivo a traforo

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ scultura/ pittura/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Pini Antonio (notizie 1663-1680)
  • LOCALIZZAZIONE Borgomanero (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il grande altare ligneo fu commissionato all'intagliatore Antonio Pini di Bellagio dalla Compagnia del SS. Sacramento che era legata per statuto (1546) all'altare maggiore e doveva provvedere alla sua manutenzione. Con la ristrutturazione del settore presbiteriale, innalzato e ampliato, si sente l'esigenza di un altare che sostituisca il vecchio tabernacolo che doveva apparire inadeguato al nuovo spazio creatosi. Un contributo decisivo per la realizzazione dell'impresa venne da un munifico benefattroe della Compagnia; il Bonola riferisce (G. Bonola, Il Trittico di Borgomanero, in "Archivio Storico dell'Arte", 1896, I, serie II, fasc. V, p. 16) che l'altare maggiore fu "ordinato da un Giovanni Pagani all'intagliatore Antonio Pini di Bellagio mediante contratto del 1667"; Giovanni Maria Pagani muore nel 1670, nominando erede universale la Compagnia del SS. Sacramento e lasciando espressamente una rendita per l'esecuzione del "tabernacolo". Si occupò in seguito dei lavori il fratello Giuseppe Prudenzio che morì pochi mesi prima dell'inaugurazione dell'altare avvenuta nell'agosto del 1680, in occasione della festa patronale. La documentazione disponi bil registra le note di spesa e i pagamenti che, dopo un accenno nel 1669, si fanno più frequenti a partire dal 1674 per concludersi nel settembre del 1680 con il saldo "al signor Antonio Pino...per Tabernacolo novamente fabricato ad uso della parrocchiale di detto Borgho, lire 5500" (Archivio Parrocchiale di Borgomanero (A.P.B.), Giornale della Venerdanda Compagnia del Corpus Domini, 1678-1688, fol. 12r.). La prima descrizione dell'altare è contenuta nell'Inventario del 1698, che offre l'immagine di una chiesa rinnovata e arricchita sul piano decorativo, soprattutto nel settore presbiteriale di cui vengono esaltai la funzione spaziale e il significato liturgico: "...l'Altar maggiore col suo Tabernacolo moderno fatto con diverse figure, colonne, Angioli, et intrecci di più sorti d'intagli e varii ordini, il tutto di legno dorato, et colorito, col suo Santuario alla forma, che resta sul piano della mensa avanti, et due altri dietro è detto Taberancolo, con il suo Altare, pietra sagra, et scalino, qual vien vestito dalla parte avanti tuto al longo di sei specchii co suoi vetri avanti, et figure del Testamento Vecchio fatte a rilievo, et due altri d'ambi i lati" (cfr. Archivio Storico Diocesano di Novara (A.S.D.No), Inventario della Chiesa Collegiata Insigne e Capitolo di Borgomanero, 1698, fol. 3r.). L'altare borgamanerese risponde alle esigenze della Chiesa post-conciliare e si adegua alle indicazioni contenute nelle "Instructiones" di S. Carlo Borromeo che ribadivano l'importanza dell'altare ed esaltavano il significato dell'Eucarestia, anche in funzione antiriformistica. L'ambiente borgomanerese si dimostra ricettivo nei confronti di queste istanze: nel giro di poco più di un secolo dà tre sistemazioni diverse all'altare maggiore (il trittico del 1567, il tabernacolo scolpito degli inizi del'600, l'altare concluso nel 1680) grazie soprattutto all'interessamento e al contributo della Confraternita del SS. Sacramento che ancor prima del 1546, anno di fondazione ufficiale, suscita ed alimenta la devozione per il Corpus Domini. La realizzazione dell'altare dovette apparire come il momento culminante di uno sforzo costruttivo e di ridefinizione dello spazio liturgico in funzione della centralità eucaristica, di cui la Confraternita risultava la sostenitrice, ribadendo il ruolo decisivo che già si svolgeva all'interno della comunità dei fedeli borgomanerese. Anche la scelta dei soggetti raffigurati nell'altare consente un continuo rinvio al Cristo e al sacrificio eucaristico: l'immagine del Cristo sta al vertice del tabernacolo e del baldacchino; l'ostensorio, nelle due forme, a raggio e a tempietto (due ostensori di questo tipo compaiono nell'Inventario della parrocchiale), compare sugli sportelli del tabernacolo; alla base doveva esserci una raffigurazione dell'Ultima Cena, andata perduta (cfr. A.P.B., 1758, fol. 14r.); le scene dell'Antico Testamento appartengono alla concordanza col Nuovo Testamento sul tema dell'Eucarestia e del Sacrificio. Antonio Pini è una figura "ancora completamente da studiare" come dice Casimiro Degiaggio che fornisce alcuni dati sulla sua attività: secondo le fonti e di Bellagio, secondo altri di Quasso, nel Varesotto; la prima opera nota e l'altare di Zuccaro commissionato nel 1663 e terminato nel 1668; seguono quello di Borgomanero e l'altare di Valpiana, vicino a Zuccaro, del 1679. Debiaggi non fornisce altre attribuzioni, ma sottolinea l'influenza del Pini nella produzione valsesiana, citando in particolare la tribuna della chiesa Vintebbio, quella di Piana Sesia, Valpiana, Masserano, Agnona, soprattutto per quanto riguarda l'imponente struttura (C. Debiaggi, Dizionario degli artisti valsesiani, Varallo, 1961, pp. 131 e seguenti). [continua nel campo Osservazioni]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100031225A
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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