San Gregorio
Il busto è scolpito a tutto tondo e presenta sul retro uno sportellino che chiude il vano in cui sono conservate le reliquie. Sul capo del santo è un il triregno papale decorato da castoni e finte gemme dipinte in rosso, blu e verde; alla sommità è posta una piccola croce. Il viso è circondato da una fluente barba che scende con morbide e regolari ondulazioni. Il piviale dorato è trattenuto da un grosso fermaglio con una pietra sfaccettata in centro con cornice a volute convergenti che riprendono i motivi decorativi dipinti sul manto; il bordo è percorso da una fascia con elementi floreali. Le superfici sono dorate con i motivi ornamentali dipinti in rosso; per i particolari del volto e l'incarnato sono impiegate tinte naturali. La stesura del colore è compatta, ma piuttosto sottile, come l'imprimitura, nelle parti più sensibili della scultura, mentre per gli elementi strutturali è più consistente; in alcuni punti affiora la preparazione della doratura. Il busto poggia su un basamento sottile percorso da modanature
- OGGETTO reliquiario a busto
- AMBITO CULTURALE Bottega Lombarda
- LOCALIZZAZIONE Borgomanero (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La reliquia di S. Gregorio papa non viene mai citata dalle fonti relative alle acquisizioni di reliquie per la parrocchiale di Borgomanero e non compare negli elenchi forniti dagli inventari prima del 1866. Infatti, la "Notta delle reliquie sacre date a Momo dal suddetto Mons. Rev. Vescovo l'anno 1599 li 8 agosto et riportate a casa solennemente dal Clero et popolo di Borgomanero processionalmente..." (Borgomanero, Archivio Parrocchiale, Inventario della Parrocchiale (1617), f. 14r) segnala la presenza di "due busti in legno intagliato e dorato uno dei quali rappresenta un S. Pontefice". E' possibile che il busto facesse parte delle antiche reliquie, pur senza essere mai citato negli inventari, oppure che il suo arrivo fosse avvenuto in circostanze e tempi diversi rispetto al più consistente gruppo di reliquie che il sacerdote G. B. Cavagna di Momo inviò da Roma, dove si trovava al servizio del cardinale Mattei, a Novara; le reliquie, giunte il 26 luglio del 1600 e depositate nella chiesa di San Michele, furono in seguito traslate nella basilica di S. Gaudenzio ed in altre chiese della diocesi (A. Papale, Le reliquie conservate in S. Bartolomeo a Borgomanero. Note e documenti, in "Appunti di Storia religiosa Borgomanerese", 1982, I, n. 8, p. 31). E' possibile che il busto di S. Gregorio, ed anche quello di S. Orsola, mai citati negli inventari prima del 1866, appartenessero in origine a qualche altra chiesa del borgo o all'area circostante, e che siano stati acquisiti dalla parrocchiale in una data compresa all'incirca tra il 1810 ed il 1866 in seguito a rifacimenti o alienazioni o, più semplicemente, attraverso una donazione perché "terminata la grande stagione delle reliquie scavate dalle catacombe...l'arrivo di nuovi, preziosi resti fu casuale e legato soprattutto a donazioni di alti prelati" (A. Papale, Le reliquie conservate in S. Bartolomeo a Borgomanero. Note e documenti, in "Appunti di Storia religiosa Borgomanerese", 1982, I, n. 8, p. 36). Il confronto tra i due oggetti giustifica la proposta di una datazione comune e di un discorso unitario sul piano stilistico e culturale: simili sono l'espressione un po' attonita e la morbida modellazione del volto; le sottili e regolari ondulazioni che incidono la barba sono le stesse che definiscono la capigliatura della santa: ancora, hanno in comune l'ornamentazione un po' ridondante di perle, fiori stilizzati e pietre sfaccettate. Il ricco paramento conferisce dignità alla figura del pontefice, accentuata dalla lunga barba ondulata, e nell'immagine così formulata sono rintracciabili inflessioni della scultura aulica lombarda della seconda metà del Cinquecento. Il linguaggio però si semplifica nella ricerca di un'evidenza immediata e di un contatto diretto con il fedele. In tal senso l'artista deve aver attinto alla tradizione valsesiana della scultura lignea per gli apparati e l'arredo sacro, e della plastica del Sacro Monte di Varallo quale si era venuta configurando nel corso nel Cinquecento, dopo Gaudenzio e sul punto di rinnovarsi alla fine del secolo con l'attività del Tabacchetti
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100030874
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1982
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0