Madonna con Bambino e angeli

dipinto,

La Madonna in trono regge sulle ginocchia Gesù Bambino in piedi, e con la mano sinistra tiene aperto un libro. Il Bambino è in piedi, alza la mano destra in atto benedicente e tiene il globo nella sinistra. Ai lati del trono sono due angioletti che suonano un liuto ed un violino. La struttura del trono suggerisce un approfondimento dello spazio, rafforzato dallo scorcio del cielo di baldacchino. La rappresentazione è inserita in una cornice prospettica formata da un architrave sostenuto da una lesena ornata da una candelabra a grottesche verdi e blu su fondo giallo. Un'ampia lacuna interessa il settore sinistro dell'affresco e la metà inferiore. Di alcune parti - come la veste della Madonna, il libro o il globo nella mano di Gesù - è rimasta solo la sinopia tratteggiata a pennello. Sono impiegati pochi colori fondamentali: il blu oltremare per il manto della Madonna ed il fondo, il giallo dorato per le aureole, gli strumenti, la copertura del libro ed alcuni particolari del trono; il rosso per il baldacchino, alcuni elementi del trono, l'orlo del manto, la base ed il capitello del pilastro. Per l'incarnato e le capigliature sono usati toni naturali

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Borgomanero (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco fu rinvenuto dietro l'urna di San Fortunato, sopra l'altare omonimo a destra dell'altar maggiore, durante i lavori di restauro compiuti all'interno della parrocchia nel 1961. Al momento della scoperta venne avanzata l'attribuzione ad Antonio Zanetti detto il Bugnate (F. Allegra, Borgomanero. Cronache di un millennio (962-1963), 1963, p. 83) sulla base di un documento notarile del 1545, in cui si registra il pagamento al pittore per opere eseguite nella cappella un tempo dedicata allo Spirito Santo (Novara, Archivio di Stato, Minutario F. Pellizzari, datum in solutum del 16 ottobre 1545; G. Bonola, Il trittico di Borgomanero, in "Archivio Storico dell'Arte", 1896, anno I, fasc. V). Tuttavia, il confronto con la tavola dell'Ultima Cena ritrovata poco tempo dopo e con gli affreschi di Baceno che documentano l'attività del pittore di Borgomanero, non consente di sostenere tale attribuzione da un punto di vista stilistico ed anche una datazione al 1545 appare troppo avanzata. Alcuni caratteri formali rivelano ancora legami con la tradizione della pittura ad affresco sviluppatasi nel Novarese per tutto il Quattrocento, e incentratasi nella seconda metà del secolo attorno alle botteghe dei Cagnola e dei Canta, attivi, soprattutto i primi, ancora agli inizi del Cinquecento. Si confronti con l'affresco della Madonna di Campagna a Garbagna, firmato da Tommaso Cagnola nel 1481, per la tipologia della Vergine e la presenza degli angioletti musicanti; anche il fondo, semplicemente campito di colore e, per quanto si può intravedere, il pavimento acciottolato, non si differenziano dalle soluzioni consuete. Dal confronto però risulta evidente la distanza cronologica e stilistica che separa la Madonna di Garbagna, nella quale prevalgono i valori lineari nella strutturazione della figura e dello spazio, della Madonna di Borgomanero che partecipa già dei risultati e della sensibilità dell'Umanesimo figurativo lombardo. In questa direzione si colloca l'approfondimento prospettico suggerito dal tendaggio che forma il baldacchino e della convergenza delle linee del trono che si addentra nello spazio con lo schienale semicircolare, soluzione che si può trovare, ad altro livello ed in altro contesto, in dipinti coevi di area lombarda, ma anche veneta e ferrarese. Un esempio non molto lontano da Borgomanero è fornito dal trono della Madonna della pala Calegrani di Ambrogio Bergognone (1489) per la chiesa dei Santi Martiri ad Arona; anche gli angioletti sono confrontabili con quelli dell'affresco borgomanerese e richiamano la tipologia diffusa nei dipinti lombardi di Quattrocento e Cinquecento. L'inquadratura architettonica di cui rimane traccia nel pilastro con le grottesche rivela la ricezione delle problematiche collegate all'illusionismo prospettico-architettonico che interessarono la cultura lombarda nella seconda metà del Quattrocento. Esiti di notevole livello sono riscontrabili nelle opere di artisti come Foppa, Bergognone, Butinone, Zenale e Bramantino, ma anche nell'ambito della produzione ad affresco delle botteghe i nuovi accorgimenti prospettici vengono utilizzati per soluzioni compositive ed orientamenti che aggiornano ed arricchiscono il repertorio tradizionale. Altro elemento per definire l'orientamento culturale dell'artista è lo studio del nudo classicamente atteggiato del Bambino, che rivela la conoscenza delle istanze di recupero dell'antico e dello studio della figura umana. Le grottesche, elemento di carattere umanistico-rinascimentale, sono confrontabili con quelle che decorano le pareti e le lunette del refettorio della certosa di Pavia. In base a questi dati di cultura appare probabile che il pittore che ha eseguito l'affresco provenga dall'ambiente lombardo o comunque vi abbia svolto un periodo di apprendistato o di formazione che ne hanno affidato la cultura, la tecnica, la tecnica del disegno e della prospettiva, arricchito il repertorio decorativo con lo studio delle grottesche. Bibliografia: F. Allegra, Borgomanero. Cronache di un millennio (962-1963), Milano 1963, p. 83; L. Chironi, Un problema nella storia pittorica novarese della prima metà del'500: Antonio Zanetti detto il Bugnate, tesi di Laurea (1979-1980), facoltà di Lettere e Filisofia, pp. 309-312, 394-396; G. Pennaglia, La ca da tücci, Ornavasso 1981, pp.24, 48; L. Chironi, Il Bugnate nell'Ossola e in Valsesia. Opere note e attribuzioni, in "Appunti di Storia Religiosa Borgomanerese", 1982, I, n. 10, p. 40; P. Zanetta, La devozione mariana nel Quattrocento, in "Appunti di Storia Religiosa Borgomanerese", 1982, I, n. 12, p. 47
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100030861
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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