altare maggiore, insieme di Aliprandi Giovanni Maria, Solari Felice - bottega ligure (ultimo quarto, inizio, metà, ultimo quarto sec. XVII, sec. XVIII, sec. XVIII, sec. XVIII)

altare maggiore, ca 1706 - ca 1706

L'altare maggiore è formato da un'alzata, addossata alla parete di fondo del coro, che circonda una nicchia ospitante il gruppo scultoreo raffigurante il Battesimo di Cristo. Ai lati sono due colonne tortili in marmo nero e due telamoni nascenti da foglie d'acanto poggianti su elementi tronco piramidali rovesciati. Al di sopra una trabeazione spezzata, su cui sono posti agioletti, posti ai lati di una lapide circolare con iscrizione, circonndata da una corona d'alloro è sormontata da timpano mistilineo sorretto da cherubini. Il tutto è eseguito in stucco e marmo bianco. La mensa, in marmo bianco intarsiato di marmi policromi, poggia su due gradini, il secondo dei quali ha il piano con intarsi raffiguranti motivi vegetali stilizzati, è compresa fra due lesene a tronco rovesciato, decorate con modanatura concava. La specchiatura è ornata con medaglione centrale, decorato con un rilievo dedicato a S. Giovanni Battista, posto sopra una conchiglia stilizzata. Sulla mensa poggiano tre gradini, col fronte ornato da cartelle, terminanti, quello inferiore, con un riccio, e quella superiore con un cherubino. Al centro si erge il tabernacolo

  • OGGETTO altare maggiore
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco/ scultura/ sagomatura/ intarsio
    marmo/ scultura/ intarsio
    stucco/ modellatura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Ligure
  • ATTRIBUZIONI Aliprandi Giovanni Maria (notizia 1684)
    Solari Felice (notizie 1783-1784)
  • LOCALIZZAZIONE Ovada (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le prime notizie documentate di un altare maggiore sono del 1631, relative ad una aggiustatura. Esso era già provvisto di nicchia, visto che solo due anni dopo vengono citate delle ante "davanti al altare" (Ovada, Archivio della confraternita, Conti 1626, al 1631, 8 febbraio 1633 e 1649). L'attuale alzata venne realizzata nel 1684, come attestano la data apposta sulla lapide e i pagamenti effettuati lo stesso anno al "sig.r Gio Maria Aliprandi stucatore a conto del ancona" (Ovada, Archivio della confraternita, Libro della cancelleria della Compagnia di S. Gio. Batta d'Ovada, al 16 settembre, 1 e 30 novembre e 22 dicembre 1684). Non si è trovata altra menzione nella bibliografia ligure e piemontese dello stuccatore che potrebbe essere originario della Lombardia. La vaga derivazione della descrizione anatomica dei telamoni da quelli eseguiti da Pierre Puget per l'Hotel de Ville di Tolone e datati 1657 (K. HERdiG, Pierre Puget, Berlino, s.d., pp. 142-144, tavv. 16-29) suggerisce un'attività ligure del plasticatore che deve essere ancora provata. La drammaticità dello sforzo espresso a Tolone è però sostituito da un oppostso senso di gioia e gaiezza, priva di contrizini. In questo senso un confronto può esseree istituito con l'opera di Giovanni Battista Carlone, nato a Scaria ed attivo soprattutto in Germania ed Astruia: la decorazione del catino absidale del Duomo di Passavia (1678-1680) presenta alcune affinità con l'altare ovadese nella tipologia e nell'impiego del repertorio decorativo (Arte e artisti dei Laghi Lombardi, Como 1964, vol. II, fig. 215). I vari pagamenti effettuati tra il gennaio 1783 e l'agosto 1784 per un totale di 860 lire "in Genova al Sig.r Felice Solari" per "l'altare Magg.re di Marmo" sono da riferirsi alla sola mensa dell'altare (Ovada, Archivio della confraternita, Libro dei Conti di S. Gio. Batta. 1737-1787, al gennaio, 28 aprile, 22 luglio, 15 e 24 novembre 1783; 6 aprile e 18 agosto 1784). Essa, infatti, ad eccezine della fascia centrale inferiore che potrebbe essere di recupero, per la rigidità delle linee e il carattere accademico del bassorilievo, è stilisticamente databile a tale periodo. I gradini e il tabernacolo, invece, pur essendo anch'essi settecenteschi, sono anteriori: di gusto tipicamente ligure, essi sono confrontabili con quelli, di struttura più semmplice, dell'altare laterale destro della stessa chiesa, acquistatai nel 1763. Non è stato possibile reperire documenti relativi a questa parte dell'altare, ma "una custodia di marmo all'altare di S. Gio. Batta" è gia citata nel 1762 in occasione di una riparazione (Ovada, Archivio della confraternita, al 4 dicembre 1762). Data sicuramente ante quem non è il 17124, quando fu acquistata a Genova "una pietra consacrata per l'altare maggiore di detto oratorio" (ID., al 7 maggio 1714). L'altare era originariamente addossato alla "ancona" di stucco, realizzata nel 1684 ed ancora oggi conservata, e fu spostato per decisine presa nel 1845 (Ovada, Archivio della confraternita, Registro delle Deliberazioni. Verbali 1830-1872 al 26 gennaio 1845). Anteriore è il piano della predella, la cui fattura è documemtat intorno al 1706 (Ovada, Archivio della confraternita, Libro delle masserie della Comp. di S. Gio. Batta. Conti 1630, al 8 settembre 1706)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027516-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI In alto, entro lapide circolare - D.O.M./ E CAELO/ QUAERIMUS LUCEM/ UT IRRADIERIS/ LUX VERA/ NEQUIS ENIM/ NISI SPLENDESCERE/ LUCA TUA/ MDCLXXXIV - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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