Cristo crocifisso

scultura 1640 - 1660

Cristo è raffigurato ancora agonizzante e privo della ferita al costato. Il capo, ripiegato sulla sinistra, con la bocca socchiusa e lo sguardo rivolto verso il basso, conclude il serpentino movimento del corpo, coi piedi sovrapposti e con i fianchi coperti da un perizoma, dipinto in azzurro, increspato di molteplici pieghe e trattenuto al fianco destro da un nodo. Le braccia arcuate sono in posizione asimmetrica. I chiodi, sul rovescio, sono tenuti da viti con rosoncini in metallo traforato

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA legno/ scultura/ pittura
  • MISURE Profondità: 24
    Altezza: 136
    Larghezza: 87
  • ATTRIBUZIONI Bissoni Domenico (notizie Sec. Xvii)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI bottega genovese
    Bissoni Giovanni Battista
  • LOCALIZZAZIONE Ovada (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tradizinale attribuzione del crocifisso a Giovanni Battista Bissoni, o Bizzoni, attivo e Genova e lì morto nel 1659, non trova conferna nei documenti dell'archivio della Confraternita. La tradizione orale ligure, per quanto riguarda le sculture lignee in particolare, ha dato vita a un dilatamento del catalogo di vari artisti spesso non motivato, dilatamento da cui il Bizzoni non è stato esente e che solo recentemente la critica ha iniziato a sfoltire (F. FRANCHINI GUELFI, Le casacce. Arte e tradizione, Genova 1973). Rispetto ai due crocifissi genovesi, conservati rispettivamente nella chiesa della S.ma Immacolata (G. GROSSO, Le casacce genovesi del seicento e del settecento, catalogo della mostra, Genova 1939, tav. 10) e quello di S. Bartolomeo degli Armeni (F. FRANCHINI GUELFI, Le casacce. Arte e tradizione, Genova 1973, p. 60, fig. 29), il crocifisso ovadese presenta un'anatomia più caratterizzata e meno allungata ed una maggiore sobrietà del perizoma. Esso, se mai, mostra alcune affinità stilistiche coil "Cristo Morto" scolpito dal padre di Giovanni Battista, Domenico Bissoni, per l'oratorio di S. Giacomo delle Fucine ed ora conservato presso l'Oratorio di S. Antonio alla Marina: in questa scultura, infatti, una descrizione anatomica più vicina al nostro crocifisso si accompagna ad un volto che, anche se meno contratto perchè raffigurato già morto, è reso in mofdo simile nei capelli e nella bocca, il cui labbro superiore parimenti si inarca (ID., tavv. 11-12). Sono istituibili confronti anche con la cultura di Marc'Antonio Poggio, ed in particolare col volto del carnefice della decollazione del Battista, unica sua opera certa, conservata presso l'oratorio di S. Giovanni Battista e di N. S. Assunta a Genova Sestri (Id., tav. 20). Ad una più precisa datazione del Crocifisso concorrono la indubitabile derivazione iconografica del Calvario dipinto da Orazio de Ferrari per la chiesa dei Cappuccini di Pontedecimo, posteriore al 1649, anno in cui la chiesa fu costruita (B. CILIENTO (a cura di), Val Palcevera, Genova 1977, p. 42 e fig. 34), e le spese documentate tra il dicembre 1647 e maggio 1648 "per compare in Genova del oro per comodar il Cristo e comprare la croce", "per porto della croce... da GEnova", "per tre chiodi per la croce", "per comodar il Cristo" (Ovada, Archivio della confraternita, Conti 1628, dicembre 1647 e 6 maggio 1648), che potrebbero esser relative alla scultura. Alla croce era riferita la spesa nel 1749 per la "croce d'ebbano", contemporanea ai pagamenti all'argentiere Cristoforo Lucciardi per i puntali (Ovada, Archivio della confraternita, Libro dei Conti di S. Gio. Batta. 1737-1787, al 1749). L'opera è citata da G. B. ROSSI, Ovada e dintorni, estratto da "Paesi e castelli dell'Alto Monferrato e delle Langhe", Roma 1908, p. 61; G. BORSARI, Una chiesa e una confraternita nella storia di Ovada, in "La provincia di Alessandria", 1968, n. 7-8, p. 33 (ripubblicato in Spunti di Storia Ovadese, Alba 1971, p. 38), G. BORSARI, La nostra Ovada, Alba 1968, p. 39; M. IGHINA, L'alto monferrato ovadese, Ovada 1969, p. 6; G. BORSARI, Le scomode confrateernite ovadesi, in "Piemonte vivo", aprile 1978, p. 9. Successivamente alla redazione della scheda, il crocifisso è stato citato da Cervini che, nell'attribuirla a Domenico Bissoni, menziona gli elogi del Rossi che, in un testo del 1901, menziona le lodi e l'ammirazione dello scultore Vincenzo Vela nei confronti del Crocifisso (G. B. ROSSI, Paesi e Castelli dell'Alto Monferrato. Guida Storica, Amministrativa e Commerciale, Torino 1901, p. 100; F. CERVINI, Paradisi da ricostruire. Appunti per una storia della tutela dei gruppi lignei, in F. CERVINI, D. SANGUINETI (a cura di), "Han tutta l'aria di paradiso". Gruppi processionali di Anton Maria Maragliano tra Genova e Ovada, catalogo della mostra di Ovada, Torino 2005. p. 89, fig. 70
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027483-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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