San Carlo Borromeo in meditazione

dipinto,

Il santo, in abiti cardinalizi, è rappresentato inginocchiato, con le mani giunte, osservato in lontananza da un gruppo di fedeli

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Mazzucchelli Pier Francesco Detto Morazzone (1573/ 1626)
  • LOCALIZZAZIONE Borgomanero (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il 9 dicembre del 1619 il Morazzone riceve 300 lire "per saldo della pittura della cappella" (Borgomanero, Archivio Parrocchiale,Libro delle ellemosine della Parrocchiale Cappella di Santo Carolo 1615-1657, fol. 51v). I lavori per la cappella di S. Carlo erano iniziati il 4 maggio 1615, ma il Morazzone venne a Borgomanero "per l'accordo della pittura" il 23 novembre 1616 (ID., fol. 49v.); il saldo pagato nel 1619 comprendeva anche l'esecuzione della pala dedicata a s. Carlo, giunta in loco nell'ottobre del 1619 (ID., fol. 51v). E' difficile stabilire l'ordine di esecuzione delle due opere:la Gregori ipotizza "una prima esecuzione della pala, completata poi dagli affreschi", per la presenza, in questi ultimi, di una più accesa sensibilità luministica e di un accentuato realismo nel ritrarre la fisinomia del santo che "riflette già la presenza del Tanzio" (M. GREGORI; Morazzone, catalogo della mostra, Milano 1962, p. 82). Il tipo di narrazione adottato dall'artista tende all'essenziale e contemporaneamente si carica di d'intensità espressiva, puntando sugli effetti luministici e sulle scelte della gamma cromatica: bianchi nitidi con ampie campiture, tonalità calde come il giallo dorato, il rosso amaranto e i viola armonizzatte dai toni del grigio che costituiscono il chiaroscuro. Anche le soluzini compositive e l'ambientazione, come già osservava la Gregori (ID.) sono fra gli aspetti più interezssanti del ciclo, per la presenza di uno spazio articolato su diversi piani o di ampio respiro, pur nelle dimensioni ridotte dell'affresco. In tal senso gli esiti migliori appartengono ai due riquadri in basso, dove lo spazio-ambiente si fa risonanza dello stato d'animo dei personaggi: nella Nascita, la figura della madre emerge dalla penombra che occupa la grande stanza aperta sul paesaggio; nella Veglia al Sacro Monte la luce della lanterna accende l'interno della grotta e riverbera sul santo assorto in preghiera. E' forse in questo riquadro che meglio si coglie il passaggio dalle campiture chiare e nitide degli affreschi del sacro Monte di Orta, eseguiti intorno al 1616-1620, all'intenso luminismo della cappella della Buona Morte in S. Gaudenzio a Novara (1620). L'attività svolta fra Orta e Novara mi sembra un punto di riferimento fondamentale del percorso del Morazzone per il ciclo in esame. Sono gli anni in cui l'artista va maturando un ampio registro narrataivo ed espressivo attraverso l'esperienza dei Sacri Monti e i contatti con l'ambiente lombardo di cui recepisce e interpreta la problematioca luministica e il naturalismo ceranesco. Sul ciclo si veda Novara, Archivio Storico Diocesano, Inventario della Chiesa Collegiata Insigne et Capitolo di Borgomanero, 1698; Novara, Archivio Storico Diocesano, Vicariato di Borgomanero, Gentile, 1866, Visite Pastorali, vol. 422, Inventario; C. BASCAPE' , Novara Sacra, trad. Ravizza, Novara 1878, p. 134, nota n. 119; A. RUSCONI, Il lago d'Orta,lasua riviera e i dittici novaresi, Torino 1880. p. 120; M. ROSCI, Contributi al Morazzone, in "Bollettino d'arte", 1959, pp. 151-157; M. GREGORI; Morazzone, catalogo della mostra, Milano 1962, pp. 85-87, tavv. 168-170)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100026859A-3
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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