San Girolamo

dipinto,

Il santo è raffigurato a mezzo busto, avvolto in un manto rosso, lo sguardo rivolto verso l'alto da dove proviene un fascio di luce che proietta l'ombra del braccio alzato sul foglio. Davanti il santo vi è lo scrittoio con il calamaio e un volume aperto appoggiato ad un teschio. Valori cromatici domonanti sono i toni del grigio, da quello scurissimo del fondo e dello scrittoio, ai più chiari dei particolari illuminati dal raggio di luce, fino a quello rosato della carnagione. In tale contesto assume particolare risalto il rosso del manto. La piccola candela dipinta alle spalle del santo non determina effetti cromatici e luministici

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Borgomanero (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il De Vit ricorda che il titolo di S. Girolamo fu associato alla cappella di s. Carlo per volontà dell'avvocato Girolamo Torelli, uomopio e benefattore della comunità borgomanereses, vissuto nella prima metà del Seicento (V. DE VIT, Memorie storiche di Borgomanero e del suo mandamento, Prato 1880, p. 132). L'ipotesi che sia stato il Torelli a commissinare un quadro dedicato al santo non è verificabile per via documentaroia poichè non si hanno notizie dell'opera prima della visita pastorale del 1866. Unica testimonianza della presenza di un dipinto con tale soggetto è in una nota spese registrata nel Libro delola Tesoreria del periodo 1718-1760, in data 5 aprile 1734: "speso per far mettree la coperta del quadro di S. Gerolamo" (Borgomanero, Archivio Parrocchiale, Libro della Tesoreria, 1718-1760, ad annum, fol. 70v). E' probabile, tuttavia, che il dipinto avesse una collocazione diversa da quella attuale, poichè nel 1758 sopra l'altare di S. Carlo vi era un quadro raffigurante la Trinità (Borgomanero, Archivio Parrocchiale, Inventario della V. Cappella di S. Carlo nella Collegiata di Borgomanero, 1758), da identificare probabiulmente con quello che ora si trova nellacappella dell'Annunziata. Dal punto di vista stilistico, si può proporre una datazione alla metà del Settecento e forse ai primi decenni, se lo si vuole identificare con quello per il quale venne realizzata "la coperta". Il pittore appare ancora influenzato dall'impostazione luministica seicentesca e richiama a modelli seicenteschi anche il naturalismo, risolto in una formulazione più serena e distaccata. L'artista poteva avere a disposizione un modelli del Seicento al quale ispoirarsi, ma mancano riscontri puntuali per confermare quest'ipotesi: si potrebbe solo immaginare l'esistenza, in Parrocchiale, di un antico dipinto andato perduto. L'artista appare culturalmente orientato verso l'ambiente lombardo;in tal senso la pittura dell'Abbiati (1640-1715), attivo anche nel novarese nel penultimo decennio del Seicento, appare la più prossima ai modi del nostro pittore, con il quale condivide anche alcune soluzini compositive. Ritorna in opere dell'Abboiati, ad esempio, il fascio dci luce che rileva l'intensità espressiva e avvolge gli altri elementi nell'ombra, nel Cristo Portacroce del Museo Malaspina di Pavia. Un altro confronto può essere istituito con l'impianto luministico dell'Apparizine della Vergine a Onorio III in S. Maria del Carmine a Pavia, realòizzata nell'ultimo decennio del XVII secolo, in cui è presente lo studio dell'ombra proiettata su una superfgicie chiara
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100026858
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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