altare maggiore, opera isolata - bottega piemontese (primo quarto sec. XVIII)

altare maggiore, 1700 - 1724

La mensa, di marmo, presenta un paliotto a forme geometriche rigide semplici decorazioni a losanghe profilate di nero, inserite in larghi pannelli in marmo rosso e grigio. Ai lati del paliotto due sporgenze. Il dossale presenta fasce in finto marmo giallo, grigio, bianco e rosso con profili neri molto accentuati e decorazioni a forma di rettangoli e gocce. Il tabernacolo in matmo nero presenta decorazioni mistilinee ed ha porticinealignea con un ostensorio. Gli scalini sono in marmo

  • OGGETTO altare maggiore
  • MISURE Altezza: 220
    Larghezza: 315
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Livorno Ferraris (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'altare è citato per la prima volta nella visita pastorale di Lelio Ardizzone del 1680: "è ornato l'altar maggiore d'icona bella, piccolo tabernacolo, candelieri quattro e croce d'ottone, pallio e mantile" (Casale, Archivio della Curia Vescovile, Visita Pastorale di L. Ardizzone, 1680, Volume I, Atti-decreti, I fascicolo, fol. 150r). La visita pastorale di Pietro Secondo Radicati, del 1723, parla di "Altar Maggiore alla romana tutto in marmo" (Casale, Archivio della Curia Vescovile, Visita pastorale di P. S. Radicati,1723, V. II L. M. O. P., fol. 34). La visita di Girolamo Caravadossi, del 1730, ripete "Altar Maggiore è tutto di marmo fatto alla romana " (Casale, Archivio della Curia Vescovile, Visita pastorale di C. Caravadossi,1730, V. III Inventari L. M. O. P., fol. 171). Nell'Inventario degli Altari e delle Suppellettili della Confraternita elencato nella visita pastorale di I. della Chiesa, del 1752, è ricordato "l'altar maggiore con mensa, tabernacolo e scalinata di marmo" (Casale, Archivio della Curia Vescovile, Inventario degli Altari e delle Suppellettili della Confraternita, in Visita pastorale di I. della Chiesa, 1752, V. II Risposte F-O, fol. 350). Si tratta di un'opera per la quale in parte venne impiegato materiale povero, ad imitazione della tradizinale tipologia settecentesca piemontese. La Confraternita della Misericordia non doveva essere molto ricca, come risulta dal registro di Spese e Carichi delle Confraternite, Chiese campestri e Chiesa Parrocchiale del 1807, dove risulta possedere alcuni campi, ma non case, ed avere spese per le celebrazioni religiose (Livorno Ferraris, Archivio Parrocchiale). I riferimenti più preziosi li troviamo nelle opere dei lapicidi lombardi, in paricolare i Pelagatta, operanti nel biellese, vercellese e casalese dal secondo quarto del Settecento a tutto il secolo. Sono esempi l'altare dell'Assunta di Ticineto Po (A. BARBERO, G. MAZZA, Per una famiglia di marmorari lombardi a Casale: i Palagatta, in Studi Piemontesi, Torino 1979, p. 114), quello di S. Filippo a Casale (N. GABRIELLI, L'arte a Casale Monferrato, Torino 1935, p. 127, fig. 173) e, inoltre, tutta una serie di altari in marmi policromi e stucco diffusi nel biellese (D. LEBOLE, La chiesa biellese nella storia e nell'arte, Biella 1962) a cui si rifà l'opera in questione, semplificandone le forme e la decorazione. In base a questi riscontri e alle notizie delle visite pastorali, possiamo datare l'alatre al primo quarto del Settecento. La data incisa sul retro potrebbe essere legata ad un restauro o ad un rimaneggiamento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100026598
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul retro, a destra - M. COMBESI 1799 - lettere capitali - a incisione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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