decorazione plastica, complesso decorativo di Beltramelli Domenico (primo quarto sec. XVIII)

decorazione plastica, 1714 - 1715
Beltramelli Domenico (notizie Fine Sec. Xvii-inizio Sec. Xviii)
notizie fine sec. XVII-inizio sec. XVIII

I capitelli, arricchiti di fiori, conchiglie e in alcuni casi anche di motivi animali (come il tema della colomba che spicca il volo dall'abaco), sono parte della decoarzione a stucco, condotta con una accentuata intensità di rilievi, che incornicia e arricchisce gli elementi artchitettonici, le cappelle laterali, i coretti, le nicchie dei confessionali, i quadri dei Miracoli della Croce, con motivi vegetali, di preferenza fogli d'acanto con ampie volute, ma anche fiori frutti e mascheroni in metamorfosi

  • OGGETTO decorazione plastica
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura
  • ATTRIBUZIONI Beltramelli Domenico (notizie Fine Sec. Xvii-inizio Sec. Xviii)
  • LOCALIZZAZIONE Cuneo (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I documenti rilevano che gli stucchi furono condotti su disegbo dello stesso Beltramelli, a differenza si quelli della cupola, "suggeriti" da Francesco Gallo. Secondo Carboneri (N. CARBONERI, Stuccatori luganesi in Piemonte tra Sei e Settecento, in Arte e Artisti dei laghi lombardi, II, Como 1964, pp. 21-22), rispetto all'attività precedente dello stuccatore, in S. Croce si assiste ad un "alleggerimento" del segno: "le figure popolanti i meandri della decorazione sono scomparse, tranne alcuni rari angioletti e le statue a lato dell'icona. Accanto alle inflessini sempre marcatamente plastiche altre capricciose e lievi si inseriscono, quasi accostamento a nuovi gusti di provbenienza francese". Sia Carboneri che Mallè (L. MALLE' , Le arti figurative in Piemonte, Torino 1973/ 74, V. II, pp. 33, 149), vedono nell'opera del Beltramelli il chiudersi di un'epoca del gusto, nel momento di traslazione tra Sei e Settecento. Il capitolo d'eccezine rappresentato dall'attività dello stuccatore presso la Confraternita, non va guardata come semplice apporto decorativo, entro confini di competene stabilite. Più che un commento alla "voce guida", rappresentata dall'architettura, emerge per una concretezza protagonisata, nell'insistere ossessivo su forme strapotenti, come nelle cornici dei Profeti, dove gli elementi naturali si gonfiano e si moltiplicano incontrollati, quasi a cancellare le pareti su cui si innestano. Non definirei queste forme come "vivace frastaglio decorativo" né come "festoso ricamo" (N. CARBONERI, Antonio Bertola e la Confraternita di S. Croce in Cuneo, in "Bollettino della Società per gli studi Storici Archeologici ed Artistici per la Provincia di Cuneo", 1950, n. 27, p. 68); la loro grevità sembra piuttosto suggerire una paura del vuoto e una ricerca della luce, su cui si fonda l'idea dell'architettura. In questo l'apporto del Belktramelli è decisivo: traduce in un linguaggio esplicito. a favore dello spettatore, un dramma in atto, partecipandovi in virtù di un mestiere abilissimo e di una cultura aggiornata tanto sulla tradizione piermontese dello stucco, per le nature morte di fiori e di frutta, quanto su suggestini romane e genovesi, negli angeli a figura intera del coro. Ed è un risultatato ancora più convinto rispetto all'attività in S. Maria a Cherasco (dal 1703), dove la vena geeros adello stuccatore era in parte frenata dall'architetto Taricco, come ha chiarito il Carboneri; a Cuneo egli trova il modo di realizzare pienamente uno stucco come struttura collante i diversi interventi, imprimendo alle superfici un intenso segno plastico e un sonoro, non meno marcato: dai mascheroni urlanti, in dolorosa metamorfosi, ai capitelli stipati all'inverosimile, alle volute di acanto, vivide ed in crescita accellerata. Un risultato così convinto non era un prodotto di cultura locale, implicava scambi di idee e conoscenze che andavano al di là di un atecnica smaliziata e di un repertorio di mestiere, recuperava una vitalità interna alla materia, liberandone la possibilità espressiva, su un avia che Guarini aveva tracciato e che era stata subito accolta dalle maestranze luganesi di stanza a Torino e diffusa anche in provincia. come "lingua" nuova per una comunicazione ad un largo giro di gente. Sugli stucchi si veda, inoltre, Cuneo, Archivio Storico dell'Ospedale di S. Croce, Ordinati di Consiglio dall'anno 1711 al 1720, V. 18, 15 gennaio 1714, fol. 52; G. CASALIS, Dizinario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, Torino 1839, V. V, p. 752: G. GUGLIELMONE, B. GALIMBERTI, 600 anni di vita dell'Ospedale di Santa Croce di Cuneo e annesso Monte di Pietà. Borgo S. Dalmazzo 1919, p. 177; M. A. CAVIGLIA, Chiesa di Santa Croce in Cuneo, in "Comunicazioni della Società per gli Studi Storici, Archeologici ed Artistici per la Provincia di Cuneo", A. I, n. 2, 1929, p. 18; A. BONINO, Il Barocco nel Cuneese, in "Miscellanea Cuneese", (V. CXI, Biblioteca della Società Storica Subalpina), Torino 1930, p. 143; A. BONINO, Farncesco Gallo Architetto, in "Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti", 1928, nn. 1-2, p. 18; A. BONIBO, Cuneo - Santa Croce, in Miscellanea Artistica della Provincia di Cuneo. Cuneo 1933. V. V. II, p. 113; N. CARBONERI, Antonio Bertola e la Confraternita di S. Croce in Cuneo, in "Bollettino della Società per gli studi Storici Archeologici ed Artistici per la Provincia di Cuneo", 1950, n. 27, pp. 65, 68-70; (L. MALLE' , Scultura, in V. VIALE (a cura di), Il Barocco piemontese, catalogo della mostra, Torino 1963, V. II, p. 18; N. CARBONERI, Stuccatori luganesi in Piemonte tra Sei e Settecento, in Arte e Artisti dei laghi lombardi, II, Como 1964, p. 17
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100024967
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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