Madonna del Rosario. Madonna

statua, 1400 - 1499

La statua in legno dolce, incavata neòlla parte interna, è legata da alcuni pezzi di larice ad un blocco di base in legno pieno. Il piedistallo, Dipinto a finto marmo,sostiene una nuvola di colore grigio, da cui compaiono teste di angioletti con i capelli castani e ali dorate. La Madonna tiene la mano sinistra appoggiata al petto e, con l'altra, mosra la corona del Rosario. La veste, a fitte pieghe verticali, cinta da un nastro appena sotto il petto, è argentata. Il mantello è di colore azzurro frangiato in oro. Un velo verde pallido ricopre il capo e scende sulle spalle. Il volto è di colore rosa e i capelli andulati sono castano chiaro

  • OGGETTO statua
  • MISURE Profondità: 30
    Altezza: 113
    Larghezza: 32
  • AMBITO CULTURALE Bottega Svizzera Bottega Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Stroppo (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Solo dopo un accurato restauro sarà possibile stabilire l'area di provenienza e la precisa collocazione temporale di questa scultura. Sotto gli arbitrali rifacimenti e le palesi ridipinture che ne hanno alterato e trasformato la fisinomia originaria, affiorano i tratti di una scultura quattrocentesca: il modellato del mantello, la fattura della veste, le tracce dell'orlo del velo arrotolato intorno al capo e dell'originaria poiega del mantello, mostrano probabili affinità con due sculture attribuite all'area svizzera, conservate rispettivamente nel Museo Reginale di Aosta e nella Parocchiale di Oleggio, databili fra la fine del Tre e l'inizio del Quattrocento (E. CASTELNUOVO, G. ROMANO (a cura di), Giacomo Jaquerio e il gotico internazinale, catalogo della mostra, Torino 1979, pp. 250, 263). Il viso della Vergine, di forma allungata, è ulteriore conferma del legame con un'area "nordica", mentre la linea fluente e ansata è caratteristica degli schemmi del gotico internazinale. Inoltre la lavorazione della statua con il tronco ligneo incavato è molto comune in questo secolo, mentre tende a sconmparire di seguito. Come nelle due sculture citate, il capo della Madonna doveva essere integrato da un'alta corona svasata, sostituita da quella atuale di primo Novecento in lastra di ototne argentato (cfr. Catalogo generale della ditta Fratelli Bertarelli, Milano, s.d., p. 240, fig. 90). La scultura è stata notevolmente modificata, probabilmente a più riprese, con la'ggiunta e il rifacimento di intere parti, in particolare, oltre al velo, ad alcune pieghe del mantello e ai vari strati di ridipinture, il braccio sinistro piuttoiosto rozzo non è senz'altro quello originario. La base e il piedistallo sono aggiunte settecentesche legate ad un filone espressivo popolare assai diffuso nella provincia cuneese. L'atteggiamento della Vergine, nell'atto di ritrarsi, sembra esser quello dell'Annunziata, ma nella tradizione orale della zona ed in un inventario del 1934 viene definita Madonna del Rosario (Stroppo, Archivio Parrocchiale,mazzo n. 3, Beneficio Parrocchiale, decime, canoni, congrue, imposte, tasse, vertenza, fasc. 22, Libro inventario e registro dello stato patrimoniale 19/6/1934). A probabile testimonianza dell'antica tradizione è l'immagine più venerata della chiesa Parrocchiale, dove da un documento conservato nell'archivio, datatao 1868, confermato dalle Visite Pastorali ottocentesche, risulta che vi sia "una solo statua della Madonna, che è di bosco, ed è posta in un angolo della chiesa chiuso" (Stroppo, Archivio Parrocchiale,mazzo n. 2, Parroci, Parrocchia, stato d'anime, Visite Pastorali, culto, Manutenzine Parrocchia, 1780-1952, fasc. 16; Visite Pastorali 31/05/1868). Il ritrovamento di questa scultura quattrocentesca va ada ggiungersi alle numerose testimonianze di questo secolo presenti nella Val MAira: a Stroppo gli affreschi della Chiesa di S. Pietro, in particolare quelli della Cappella della Natività, dove viene individuato il superamento di un linguaggio ligure in chiave di gotico internazinale (E. ROSSETTI BREZZI, Nuove indicazioni sulla pittura ligure - piemontese tra'300 e'400, in "Ricerche di storia dell'arte, 1978/79, n. 9, pp. 19-2), le due sculture lignee consesrvate presso la Canonica e un acroce in pietra scolpita, nei pressi della Chiewsa doi S. Pietro, conferma del ruolo di luogo di incontro e momento dialettico fra nord e sud dell'Europa, che svolsero le Alpi in questo secolo, sottolineato a più riprese da Enrico Castelnuovo. Problema altrettante importante da affrontare sarà quello del carattere della committenza in un contesto comunitario quale quello dei Dodici Comuni della Val Maira Superiore "a Ripo Breixino supra" che, nel 1401, stabilirono i propri "Statuti" in una situazione di ampia autonomia del MArchesato di Saluzzo (Prazzo, Archivio Comunale, Capitula et Ordinamenta Vallis Mayranae, 1401)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100024535
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1400 - 1499

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE