reliquiario a teca - a urna, opera isolata - bottega Italia centrale (primo quarto sec. XVIII)
L'urna, poggiante su piedini rotondi, è a forma di parallelepipedo con un coperchio a tronco di piramide quadrangolare; i bordi inferiori e superiori presentano cornici aggettanti. I montanti agli angoli, sormontati da quattro piccoli candelieri con fiammella, sono decorati con applicazioni a forma di bulbi che si ripresentano lungo gli spigoli del coperchio. Nel lato maggiore dell'urna si apre una vetrina a profilo mistilineo bordata da applicazioni con ovuli, foglie d'acanto e ramoscelli d'alloro; all'intero, tra fiori multicolori, un cranio e alcune altre ossa, forse le reliquie di San Clemente. Nel coperchio si apre una vetrina più piccola della precedente, ma con le stesse decorazioni, contenente fiori. L'urna è sormontata da un fastigio con foglie d'acanto, di palma e la croce, E'inserita entro nicchia quadrangolare chiusa con due sportelli e una grata ed è situata sotto la statua dell'Immacolata
- OGGETTO reliquiario a teca a urna
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MATERIA E TECNICA
VETRO
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MISURE
Profondità: 45
Altezza: 75
Larghezza: 83
- AMBITO CULTURALE Bottega Italia Centrale
- LOCALIZZAZIONE Livorno Ferraris (VC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'urna è ricordata in occasione dei lavori per l'altare della Concezione, di cui fa parte. Un ordinato del 1720 menziona il non avvenuto pagamento "all'operaio dell'urna di San Clemente patrono di Livorno, di lire 150" (Archivio Comunale, 1720). Nel 1772 fu trasportata "in sito decente" nella chiesa della Trinità, per essere protetta durante i lavori della parrocchiale (Archivio Comunale, 1772). Nel 1834 si parla ancora dell'urna a proposito della trasformazione dell'altare: "l'urna ed ossa di S. Clemente già titolare di questo borgo" (Archivio Comunale, 1834). Contiene una reliquia di San Clemente, papa e martire, portata a Livorno nel 1714, "dono grazioso del sig. Francesco Garrone livornese, colonnello delle truppe di Sua Santità Innocenzo XI (NICOLINA, 1776, pp. 79-80). Francesco Garrone è ricordato da De Gregory come "nato a Livorno nel 1658, grande capitano dello stato pontificio. Circa l'anno 1720 diede un saggio sull'arte militare per cui venne tra nobili urbinati ascritto" (DE GREGORY G., Istoria della vercellese letteratura ed arti, Torino 1821, p. 199). Una lettera della pubblica amministrazione del 1795 comunica il trasferimento, avvenuto nel 1782 per volontà di monsignor Luigi Avogadro, della festa di San Clemente, dal 14 ottobre alla seconda domenica dello stesso mese per assicurarne la solennizzazione. Questa, com'è documentato da un'altra lettera comunale del 1830, era a carico del Comune, di cui San Clemente era protettore, che si occupava di addobbare l'altare "dove è riposta l'urna del santo martire" (Archivio Parrocchiale, 1795 e 1830). L'altare fino al XIX secolo era sotto il patronato del Comune ed è più volte menzionato nei documenti dell'Archivio Comunale. Non sono state reperite notizie precise circa la fabbricazione dell'urna; la severità del disegno e la cittadinanza urbinate, insieme alla permanenza a Roma, del colonnello Francesco Garrone farebbero pensare non tanto a un'origine piemontese, ma piuttosto a una produzione dell'Italia centrale
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100023900
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0