altare, opera isolata - bottega piemontese (prima metà sec. XVIII)

altare, post 1730 - ante 1730

Tipologia alla romana. Struttura dipinta a finto marmo venato policromo nei toni del grigio, del verde, bianco, rosso nero, con profilatura scure lungo i bordi e le cornici. Piano della mensa rettangolare sostenuto da corpo bombato superiormente e profilato, lateralmente, da doppie volute. Paliotto ornato da medaglione centrale mistilineo all'interno del quale è dipinta una cornice circolare raggiata con monogramma della confraternita. Sul piano poggiano due gradini profilati da cornici aggettanti e modinate, il primo dei quali lievemente bombato superiormente. Profilo diritto. Al centro è posto il taberancolo, la cui fronte, con apertura centinata, ma priva di portella, è delinitata da due paraste con specchiature rettangolari; alta trabeazione con cornice aggettante

  • OGGETTO altare
  • MATERIA E TECNICA scagliola/ levigatura/ pittura/ modellatura
  • LOCALIZZAZIONE Saluggia (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Non sono state reperite indicazioni di carattere archivistico specifiche sull'opera in esame. L'opera, di buona qualità, risale all'incirca alla data di costruzione dell'edificio, risalente al 1730. Non potendo la confraternita di S. Francesco affrontare la spesa di un altare in marmo e relativa balaustra, si preferì adottare un materiale povero, la scagliola, dipinta ad imitazione dei marmi policromi utilizzati per gli altari in materiale lapideo, secondo una tipica tradizione settecentesca (cfr. G. Della Mula, Saluggia nella storia, 1916 (ried. 1966), Saluggia, p. 90). Per un confronto si veda, a titolo di esempio, la balaustra dell'altare di Vallemosso di Carlo Argenti o le opere dei Pelagatta nel casalese e nel canvese. Il degrado in cui la chiesa si trova, per essere adibita a magazzino, risale solamente al Novecento, dal momento che il Della Mula nel 1916 vide ancora l'altare maggiore in buono stato con una pala raffigurante la "Circoncisione" del livornese Antonio Lisca, una Madonna del Rosario su tela, attribuita a Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, una tela con la Madonna del Carmine di anonimo della stessa epoca e, soprattutto, due paliotti in scagliola "veri gioielli del genere", ordinati dal priore della confraternita, Bartolomeo Vallino, a Cristoforo Solari, su cartone del pittore Diego Marone di Trino, nella prima metà del Settecento (cfr. Della Mula, op. cit., pp. 91-92)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100021998
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI paliotto/ al centro/ entro medaglione - I H S - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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