Trinità e santi

dipinto, post 1606 - ante 1606
Parolio Agostino (notizie Seconda Metà Sec. Xvi-inizio Sec. Xvii)
notizie seconda metà sec. XVI-inizio sec. XVII

Al centro della tavola è rappresentato il Cristo crocifisso. I chiodi sono posti in corrispondenza dei palmi delle mani e dei piedi sovrapposti; il capo è reclinato verso sinistra; il perizoma è annodato a destra. Al di sopra del braccio minore della croce è dipinta la colomba dello Spirito Santo, e, dietro la prima è rappresentato Dio Padre, barbato con un triangolo dietro alla testa. Le sue braccia, aperte, toccano le estremità del braccio minore della croce. In alto, dalle nubi si affacciano due angeli sotto forma di giovinetti e due testine cherubiche. Nella parte inferiore della tela, ai lati della croce, sono rappresentati, stanti, s. Michele Arcangelo a sinistra e s. Lorenzo a destra. Il primo indossa un'armatura e porta i capelli a caschetto. In una mano tiene la bilancia e nell'altra la sciabola. Il secondo ha il capo tonsurato e indossa una ricca dalmatica. In una mano tiene la graticola e nell'altra la palma del martirio. Ai loro piedi, da entrambi i lati, con una disposizione simmetrica, sono rappresentati uomini e donne inginocchiati. Ad eccezione di due personaggi, ovvero i committenti, indossano una tunica ed hanno il capo coperto. La tela è posta entro cornice di profilo e luce centinati, intagliata e dorata. Battuta liscia; tipologia a cassetta. Fasce modinate

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 200
    Larghezza: 160
  • ATTRIBUZIONI Parolio Agostino (notizie Seconda Metà Sec. Xvi-inizio Sec. Xvii)
  • LOCALIZZAZIONE Livorno Ferraris (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, commissionato ad Agostino Parolio dai fratelli Gian Maria e Giacomo Montilio, signori di Livorno, è ricordato dal De Gragory, il cui giudizio è ripreso anche da Alessandro Baudi di Vesme: "Agostino Parolio di Livorno Vercellese, fu scultore e pittore pregevole, ed abbiamo noi veduto un bel quadro sopra tavola in sua patria, alla chiesa degli Angioli. Questo quadro rappresenta la SS. Triade...presenta esso il fare del Perugino con molti fregi d'oro e può servire alla storia delle arti" (cfr. G. De Gregory, Istoria della vercellese letteratura ed arti, Torino, 1821, parte III, vol. II, p. 251; A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino, 1963, vol. I, pp. 229-213). Lo stesso ricorda anche una corice "...di buono stile formata d'un arco sopra due colonne d'ordine composto, fatta e dorata dal nostro artista", non più esistente. L'opera fu sottoposta a restauro da parte del pittore Agostino Merlino nell'anno 1832 (cfr. G. F. Giuliano, Biografie livornesi, Vercelli, 1970, p. 44), stante la data riportata sull'oggetto, oggi non più leggibile
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100021951
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI in basso/ a sinistra - Parolius Augustinus Liburniensis Anaglytes sculpsit, pinxit et deauravit 1606 - corsivo - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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