angelo custode

dipinto, post 1775 - ante 1799

In primo piano, al centro, sono rappresentati l'angelo custode, stante, con il dorso lievemente sporto in avanti, a proteggere il fanciullo sulla destra, insidiato da un drago, parzialmente rappresentato all'estremità destra della tela, con le fauci aperte. L'angelo ha le ali aperte; ha i capelli mossi e chiari; indossa una tunica con maniche rimboccate sino al gomito e che lascia parzialmente scoperte le gambe; piedi nudi. Un manto poggisa sulla spalla e cinge i fianghi. Lo sguardo è rivolto a sinistra, verso l'alto, ove, seduto tra nubi è dipinto Dio Padre. Canuto e barbato, indossa una ampia tunica. Una mano è aperta, l'altra tiene in mano lo scettro, dietro al capo una luce a triangolo. Lo sguardo è rivolto verso la scena centrale. Intorno, a lui, tra nubi, figure angeliche e teste cherubiche. Il fanciullo, dallo sguardo spaventato, indossa una tunica chiara con maniche ai gomiti, fermata in vita da fusciacca, e un manto sulla spalla. Sullo sfondo un paesaggio erboso e roccioso; bassa linea di orizzonte ampio brano di cielo fra nubi. Il dipinto è realizzato in sobrie tonalità pastello. La tela è posta entro cornice in legno intagliato e dorato di profilo e luce ovali. Battuta liscia. Tipologia a gola. Fascia interna perlinata; fascia esterna modinata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo-piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Livorno Ferraris (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sull'opera in esame non sono stati rinvenuti riferimenti archivistici specifici. Il dipinto, di pregio, forse coeva al "Martirio di S. Lorenzo" collocato in corrispondenza dell'altare maggiore ed opera dei fratelli Galliari, pare, tuttavia, opera di un artista sensibile alla bellezza di foreme di panneggi più movimentati. Venne commissionata dal conte De Gregory di Balduc (G. De Gregory, Istoria della vercellese letteratura ed arti, Torino, 1824, vol. II, parte II, p. 205, nota I), il cui stemma è dipinto sulla tela, mentre le armi della casata Tarachia, cui i De Gregory succedettero nel patronato dell'altare sono posti ai lati della mostra ove è incassato il dipinto (comunicazione orale di G. F. Giuliano). L'opera è ricordata in G. F. Giuliano, Biografie livornesi, Vercelli, 1970
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100021889
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • STEMMI in basso/ al centro - gentilizio - Stemma - De Gregory di Balduc - entro cartiglio/ [Lo stemma non è ulteriormente leggibile dalla fotografia]
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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