reliquiario antropomorfo - a braccio, opera isolata - bottega piemontese (sec. XVII)

reliquiario antropomorfo a braccio,

Mano in gesso modellato a tutto tondo, dipinto in colore rosa pallido. Il braccio è costituito da un supporto ligneo rivestito da una lamina di argento sbalzato e cesellato, ad imitazione delle pieghe della manica di una tunica, profilato da un bordo in ottone dorato stampato con motivo a losanghe che riproduce un gallone che profila la manica. Sotto la base sono presenti quattro sigilli in ceralacca rossa. Sulla fronte, al centro in alto, si apre una piccola teca di luce rettangolare, protetta da vetro, per poter osservare la reliquia contenuta nell'oggetto. La teca è profilata da cornice di forma analoga, in metallo, forse ottone, dorato, ornata da motivo continuo a palmette stilizzate

  • OGGETTO reliquiario antropomorfo a braccio
  • MATERIA E TECNICA ottone/ sbalzo/ cesellatura/ doratura/ stampaggio
    argento/ sbalzo/ cesellatura
    gesso/ modellatura/ pittura
    legno, intaglio
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Novalesa (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'inventario delle reliquie e suppellettili del 1611 è menzionato "un bracio di boscho coperto d'argento nel quale vi è il bracio di santo Oldrado mancandovi la mano". Nell'inventario di sacrestia del 1651 si legge "...due bracci uno d'argento, l'altro di legno indorato ne quali vi sono i braci de sudetti Santi (Arnulfo et Oldrado)", cfr. G. Gentile, Antichi arredi della Novalesa, in Nuove scoperte alla Novalesa. Raccolta di studi presentati al convegno per il 1250esimo dell'atto di donazione di Abbone all'Abbazia Benedettina,Chieri, 1979, pp 81-110. L'autore riporta in nota gli inventari di cui sopra è accenna al reliquiario del braccio di S. Eldrado che "Vernazza vide ancora nel 1788". Padre Pio, monaco benedettino dell'abbazia di Novalesa, ha recentemente rinvenuto nell'archivio parrocchiale di Novalesa, mazzo reliquie, l'autentica del braccio di S. Eldrado da parte del vescovo di Susa G. A. Odone, datata al 16 ottobre 1857. Il rivestimento in lamina d'argento è databile al XVII secolo, mentre la mano e i bordi in ottone dorato sono databili alla seconda metà del XIX secolo. L'oggetto, storicamente di proprietà della comunità benedettina, passò nell'Ottocento alla chiesa parrocchiale di Novalesa che lo ha recentemente riaffidato alla comunità benedettina attualmente operante nel convento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100021168
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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