transito della Madonna

dipinto, 1400 - 1424

Sulla parete laterale sinistra sono raffigurati alcuni episodi del Transitum Mariae, tra i quali il funerale della Vergine. Vi sono qui raffigurati gli Apostoli radunati intorno al cataletto di colore ocra scuro, dove giace distesa la Vergine avvolta da un mantello bianco. Gli Apostoli in abiti di diverse tonalità tra l'ocra e il rosso, il verde, il giallo oro, il grigio e il bianco, sono in veste di officianti: distinguiamo l'Apostolo Giovanni con la palma inviata da Cristo alla Madre (M. Piccat, 1977, p. 129), probabilmente Pietro con l'aspersorio e la stola, e altri con la veschetta per l'acqua e la croce astile

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • MISURE Profondità: 200
  • ATTRIBUZIONI Maestro Della Natività Di Stroppo (notizie Prima Metà Sec. Xv)
  • LOCALIZZAZIONE Stroppo (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo ciclo di affreschi è forse l'episodio più significativo dell'espressione figurativa della Val Maira dei primi anni del quattrocento, quando la Comunità dei 12 Comuni "a Ripo Breixino supra" raggiunse un notevole grado di autonomia nel confronti del Marchesato di Saluzzo (Prazzo, Archivio Comunale, Capitula et Ordinamenta Vallis Mayranae, 1401). Gli affreschi sulla parete laterale sinistra riportano alcuni episodi di un tema iconografico inconsueto, quello del "Transitum Mariae", che sembra avere proprio qui il suo primo momento i diffusione nella Valle. Lo si ritrova negli affreschi, pure quattrocenteschi, della Parrocchiale di S. Giacomo a Paglieres e in quelli dell'abside della Parrocchia di S. Maria di Elva, datati ai primissimi anni del cinquecento (M. Piccat, Affreschi quattrocenteschi in Val Maira:il "Transitus Beatae Mariae Virginis" della parrocchiale di Paglieres, in "Studi Piemontesi", Torino, marzo 1977, vol. VI, fasc. I, pp. 125 e segg.). Si tratta di racconti tratti da testi apocrifi, tra i quali quello che maggiormente ha ispirato questa scena, sembra essere il testo della "Legenda Aurea" di Jacopo da Varagine, con possibili interpolazioni di altre fonti e tradizioni (M. Piccat, 1977, p. 129 e segg., note 26 e 27). Gli affreschi non portano tracce di firma e datazione; sono probabilmente di poco posteriori a quelli dell'abside maggiore. I tratti stilistici di un gotico elegante propongono una collocazione nei primi anni del quattrocento. Da notare l'origine della tradizione bizzantina dell'episodio della Doppia Assunzione di Maria (M. Piccat, 1977, p. 132, nota 35). Non si sono finora reperiti confronti che permettonono di fare delle attribuzioni plausibili degli affreschi di questo autore, denominato "Maestro della Natività di Stroppo". Ne viene però sottolineata la notevole qualità (G. Galante Garrone, Nuovi accertamenti per la pittura in Val Maira, in "Studi Piemontesi", Torino, marzo 1977, vol. VI, fasc. I, pag. 124, nota 17), la luminosità e il pittoricismo narrativo, contrapposto al tono più austero degli affreschi dell'abside maggiore (A. Griseri, Itinerario di una Provincia, Cuneo, s.d., ma 1974, pp. 67 e 102). Particolarmente riuscita è la rappresentazione dei due pastori, dove l'autore può permettersi, pur rimanendo coerente al contesto dell'opera, di sfuggire alla rappresentazione iconografica di personaggi secondo i canoni tradizionali, e raffigurarli con i vestiti, le calzature, il cappello, la cornamusa e i volti dei pastori delle sue montagne. Di notevole interesse può risultare un particolare filologico riscontrato nella scritta dipinta su uno dei cartigli tenuto in mano dagli angeli nella parete laterale destra: la versione "sarvator mondi" anzichè il classico "salvator mundi", è dovta all'influenza della lingua piemontese (G. Gasca Quierazza, com. or. 25/10/1979). Si veda: C. Leinardi, Stroppo, ricordi storic, Saluzzo 1929, pp. 29 e segg; A. Arnaudo, La Chiesa di S. Peyre a Stroppo, in "Cuneo, Provincia Granda", Cunao 1954, n. 1, pp. 36-38; O. Giacchi, Antichi affreschi della Provincia di Cuneo, in "Bollettino della Sociatà per gli Studi Storici Archeologici e Artistici della Provincia di Cuneo", Cuneo 1956, vol. 38, p. 57; G. Ravera, Scopriamo la Val Maira: S. Peyre di Stroppo, in "Cuneo Provincia Granda", Cuneo 1967, n. 2, pp. 42, 43. La vivacità dei tono del colore si è ben conservata. Alcune zone presentano screpolature. Parte della parete sinistra, sul fianco del cataletto della Vergine e al di sotto di questo, è rovinata da numetrose scritte incise senza riguardo a partire dal 1600 ad oggi. Nel 1965 è stato effettuato un intervento di restauro dalla Soprintendenza dei Beni Artistici e Storici del Piemonte, diretto dalla Dott.ssa Noemi Gabrielli e realizzato da Antonietta Beyton: consolidanmmento degli intonaci e stuccatura delle lacune e delle lesioni (cfr. presso B.S.A. TO, la perizia di spesa n. 22 del 5/5/1965). Tradizionalmente la Chiesa viene chiamata Chiesa di San Peyre
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100020926-2.1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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