calice, opera isolata di Avagnina Giuseppe (attribuito) (seconda metà sec. XVIII)

calice,
Avagnina Giuseppe (attribuito)
notizie 1772-1788

Piede sagomato a due riprese con sbalzati grappoli d'uva sul primo gradino e sul secondo grappoli intervallati a teste cherubiche, da cui si sviluppa il fusto scandito da motivi a baccellatura e dal nodo con ripetizione del motivo sul piede. L'involucro della coppa ha quattrro teste cherubiche intervallate da racemi e grappoli; coppa in argento dorato all'interno

  • OGGETTO calice
  • MATERIA E TECNICA argento/ fusione/ sbalzo/ cesellatura/ doratura/ incisione
  • ATTRIBUZIONI Avagnina Giuseppe (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Mondovì (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo calice, di buona fattura, presenta tre marchi, da identificarsi con il marchio d'assaggio con croce sabauda entro un ovato incoronato, riprodotto dal Bargoni, ed in uso nel tardo secolo XVIII (A. Bargoni, Mastri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino 1976-tav. V, n° 19). Un confronto diretto può essere fatto con il calice pubblicato in "Arte e vita religiosa in Carignano" (Catalogo 1973-tav. 5, cat.35), che presenta la stessa forma, altezza e decorazione a teste cherubiche, del calice in esame. Nell'esemplare di Carignano il punzone viene attribuito a Giuseppe Avagnina, ammesso maestro il 17 aprile 1772, ed operante a Mondovì (A. Bargoni, Mostra del Barocco piemontese, catalogo, sez. Argenti, Torino 1963, vol. III, n° 152). Anche se nell'opera in questione non si legge tale punzone, il fatto che i due calici presentino caratteristtiche simili, e che l'argentiere Avagnina fosse operoso a Mondovì, può essere sufficiente per attribuire al suddetto maestro anche il calice esistente in Carassone. La scritta che compare sotto il piede fa ipotizzare che il calice appartenesse alla Confraternita e all'Ospedale siti nel piano di Carassone, e dedicati appunto a S. Antonio (per notizia al riguardo:"Copia delle memorie spettanti alla Confraternita di S. Antonio, trasmessa al citt. Maire-6 Brumajo anno X Repub. 28 ottobre 1801-vol. I n° 63, Archivio Chiesa Parrocchiale Mondovì Carassone), forse donato al Parroco della Chiesa di S.Evasio, eletto segretario della suddetta Confraternita a partire dal 1777. Il calice potrebbe poi essere passato nell'attuale sede fin dal lontano 1864, quando fu chiesto al Vescovo di Mondovì, e concessa, la piena facoltà di trasportare nella Chiesa Parrocchiale di Carassone "...tutti i paramenti e i vasi sacri di cui la Chiesa di S. Evasio non abbisognava" (Ordinati delle Venerande Compagnie della Parrocchiale di Carassone 1848-1876-giorno 5 giugno 1864-Archivio Chiesa Parrocchiale). La datazione intorno al 1777-1780 coincide con l'attività dell'argentiere Avagnina a Mondovì, e riconfermerebbe l'attribuzione sopra ipotizzata
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100020534
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI Piede - S. ANTONIO DI CARASSONE - lettere capitali - a incisione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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