angelo
semicapitello figurato,
ca 1091 - ca 1091
Il capitello reca sulla faccia anteriore una figura angelica di prospetto che impugna due bastoni o cordoni laterali. Nelle zone angolari due aquile ad ali aperte, di cui quella sinistra è quasi del tutto scomparsa. In alto a sinistra un uccello che becca. Sul lato sinistro altro motivo animalesco, su quello destro motivo indecifrabile. L'abaco è in parte spezzato. Il collarino è formato da un semplice cordone attorcigliato
- OGGETTO semicapitello figurato
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MATERIA E TECNICA
pietra arenaria/ scultura
- AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Civico
- INDIRIZZO Corso Vittorio Alfieri, 357, Asti (AT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il soggetto raffigurato potrebbe risultare dalla manipolazione, operata dal lapicida, di due immagini di repertorio, quali il rapimento di Alessandro e la lotta tra l'uomo e l'aquila, tipica nell'arte santongese. Lo stile, pur nell'esecuzione più incerta, risente dell'influenza delle maestranze santongesi operanti nel Monferrato nell'ultimo terzo del secolo XI. Si propone perciò una datazione poco più tarda e precisamente intorno alla fine del secolo, inizio del successivo, probabile epoca di costruzione della chiesa romanica di Sant'Anastasio, per cui non esistono documenti di fondazione. Il capitello fu rinvenuto durante gli scavi effettuati nel 1907 per far posto a un edificio scolastico, dove sorgeva la terza chiesa di Sant'Anastasio. Per quanto riguarda la storia dell'edificio religioso, sappiamo dalle carte dell'archivio capitolare che nell'anno 792 esisteva già una chiesa dedicata al santo e anche Promis afferma che prima del 1008 una chiesa doveva già esistere accanto al convento di Sant'Anastasio (GABOTTO F., Le più antiche carte dell'archivio capitolare di Asti, Pinerolo 1904, (BSSSS XXVIII), p.3; PROMIS V., Documenti spettanti a tre monasteri di Asti, in Miscellanea di Storia Italiana, Torino 1871, vol. XI, p. 157). Le costruzioni successive furono due: romanica la prima e barocca la seconda. La chiesa romanica, del cui complesso il capitello faceva parte, era di dimensioni notevoli e aveva la facciata rivolta a ponente. L'ultima costruzione, di stile barocco, venne demolita nel 1907 per edificare l'attuale Liceo Classico. Gli scavi misero in luce la primitiva chiesa sotterranea a pianta basilicale, divisa in tre navate, di otto arcate l'una, da due ordini di colonne, oltre a diverso materiale decorativo, come capitelli, colonne e mensole della costruzione romanica. (GABIANI N. (a cura di), Catalogo del Museo Civico di Asti, nel palazzo Alfieri, Asti 1926, nn. 8,331,334; GABIANI N. (a cura di), Catalogo del Museo Archeologico di Asti, Asti 1933, n. 109; BORELLI C., Asti, Ivrea 1911, pp. 7 e 10; KINSLEY PORTER A., Lombard Architecture, New Haven 1914-16, pp. 70 e seg.; GABIANI N., Asti nei principali suoi ricordi storici, Asti 1927, vol. I, p. 356; BEVILACQUA LAZISE, Asti medioevale, Firenze s.d., pp. 10 e 21-22; BIANCO A., Asti medioevale, Asti s.d., p. 127; FOCILLON H., L'arte nell'Occidente, Torino 1965, p. 50; FISSORE SOLARO A., Romanico nel Monferrato e suoi rapporti con la Santoige, in Archivi e cultura di Asti, Asti 1971, p. 129; GABRIELLI N., Arte e cultura ad Asti attraverso i secoli, Torino 1977, pp. 10 e 37-39). Il capitello è stato poi trasferito nel Museo in seguito a lavori di restauro del complesso del "Vecchio San Pietro" (1932). Il 29 maggio 1909 l'astigiano Secondo Pia donò al Comune di Asti un album di fotografie, contenente anche 19 immagini dei capitelli della cripta, della facciata e degli affreschi relativi alla chiesa di Sant'Anastasio
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100019605
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0