dipinto, ciclo - ambito della Valsesia (secondo quarto sec. XVIII)

dipinto, post 1733 - ante 1733

Il ciclo comprende il martirio di s. Agata e il voto di S. Lucia alla Vergine. Entrambe le scene presentano un'analoga composizione con sfondi architettonici

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Della Valsesia
  • LOCALIZZAZIONE Guardabosone (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nella schedatura del 1971 (Mila Levi) il martirio e la scena della vita di s. Agata, venivano attribuiti ad un allievo di Lorenzo Peracino. L'attribuzione era basata sull'affinità con gli affreschi della parrocchiale di Crevacuore. Tale ciclo, una delle ultime opere dell'artista, venne eseguito nel 1783 (cfr. Zamboni, Catalogo del Peracino, Cellio, 1970). Dal momento che gli affreschi di Guardabosone sono datati al 1733, l'ipotesi pare da scartare per evidenti ragioni cronologiche. Inoltre anche lo Zamboni, autore del catalogo del Peracino, escludeva un rapporto tra i due cicli di affreschi (comunicazione orale del prof. Zamboni, aprile 1979). Sembrerebbe più verosimile far rientrare le opere di Guardabosone nell'ambito di una più generica tradizione figurativa legata al Sacro Monte di Varallo di cui vengono ripresi l'impostazione teatrale, l'uso di architetture di sfondo, volti ed atteggiamenti, ad esempio il soldato ed il manigoldo, che richiamano, tardivamente, i modelli di Tanzio da Varallo (cfr. Tanzio da Varallo, catalogo della mostra, Torino, 1959-1960, tavv. VII, XVIII, XXXI). Mentre non ci sono dubbi circa l'iconografia del martirio della santa il pannello, sulla parete destra, che le fa da pendent, era stato interpretato, nella precedente schedatura, come glorificazione della santa che riporta all'idea cristiana secondo cui il martirio genera altri episodi di uguale eroismo. Lucia fa voto di verginità a S. Agata a seguito della guarigione di sua madre e mentre il martirio di s. Agata è già stato consumato quello di S. Lucia deve ancora compiersi, ma è già presagito. Lo stemma in basso, nel riquadro di destra, appartiene al parroco Giovanni Zandotto e raffigura l'aquila di S. Giovanni ed alcuni libri. Tali simboli di saggezza e sapienza, insieme all'iscrizione, rinviano al cognome del committente (Zuan Dottus, Giovanni il dotto) (comunicazione orale di G. Rigazzo, attuale parroco di Guardabosone, aprile 1979)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100018002-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1733 - ante 1733

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE