Chiesa di S. Benedetto (S. Eneittu)

Thiesi, metà XII - metà-XII

L'antico organismo sacro presenta una semplice pianta ad aula mononavata (interno mt. 12,52 x 4,35) ora privo completamente dell'originaria copertura a tetto su orditura a vista in legno e chiusa da abside semicircolare in origine conclusa da semicatino in muratura. La totale mancanza d'intonaci esterni mette in evidenza la tessitura lapidea in piccoli cantonetti regolari disposti ordinatamente in filari tranne che nelle parti alte dove il materiale irregolare impiegato realizza una muratura disomogenea, testimonianza di un intervento conservativo antico operato sul fabbricato a seguito di un probabile crollo. Le nude murature (spessore cm. 65) si elevano direttamente sul piano di calpestio e si presentano prive sia di zoccolo che di intelaiature e di qualsiasi tipo di ornamentazione o di rilevanza plastica Sui fianchi lunghi si conservano i fori pontaj in numero di sette per parte, disposti su due file distanziate circa 180 cm. Sul fianco meridionale si aprono due piccole monofore ad asola: la prima di cm. 10x 30, la cui originaria altezza è in parte ridotta da un intervento successivo che l'ha in parte obliterata, la seconda è di cm. 12 x 47. Sul fianco settentrionale si apre una porta laterale, avente le stese caratteristiche geometriche e costruttive di quella principale. Questa conserva la splendida soglia originaria in unica lastra di calcare ancora dotata degli incavi per la movimentazione della porta su perni lignei. La muratura dei fianchi presenta i profondi alloggi interni per l'inserimento della spranga di chiusura di sicurezza dall'interno La semplice facciata piana a capanna è forata da un'unica porta assiale di taglio rettangolare con stipiti in muratura i cui conci presentano dimensioni maggiori rispetto a quelli impiegati nelle murature dei fianchi lunghi, ma simili a quelle dei cantonali. Presenta accentuati sguanci (cm. 115 filo esterno, cm. 128 interno x 204 h). L'architrave piana presenta l'arcaica sagoma a timpano rialzato che si ritrova in alcune chiese romaniche quali il S. Leonardo di Martis ( prima metà del XII secolo), S. Paolo di Milis (OR) in questa fase riferibile alla metà del XII secolo. L'abside semicircolare presenta una monofora assiale (cm.40 x 80 sull'esterno) a doppio strombo con luce ridotta a soli 8 cm. La tessitura lapidea è maggiormente curata rispetto al resto delle murature e presenta cantonetti rettangolari di diversa pezzatura ben lavorati e disposti in modo regolare, legati da sottili strati di malta. Un'ampia breccia interessa il catino absidale e la parete nella quale s'innesta. Su questa sono presenti, in posizione angolare, alcuni blocchi di basalto nero che ritornano sul fianco settentrionale nel tratto compreso tra la porta laterale e la facciata. Tale inserto non si sa con quanta casualità accenni ad un'opera dicroma. L'interno si offre nella nudità delle lunghe pareti sulle quali si aprono, una per parte, due nicchie rettangolari riquadrate in pietra, che assolvevano alla funzione di armadio per oggetti liturgici. La prima posizionata sul fianco settentrionale (cm.62x 43 40) si apre a circa 115 cm. dal nascimento del catino absidale; la seconda (cm. 51x 35 x 40) a circa 130 cm. Ampi lacerti d'intonaco antico sopravvivono sulle parti alte delle murature, interessate da piccoli crolli alla sommità. La chiesa nel suo impianto originario può essere, in mancanza di fonti documentarie precise, datata alla metà del XII secolo, sulla base di alcuni specifici dettagli costruttivi quali: feritoie ad asola, architravi monolitiche a timpano, piccoli cantonetti sbozzati

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