Chiesa campestre di San Platano di Villaspeciosa

Villaspeciosa, secondo quarto XII - secondo quarto-XII

L'edificio presenta pianta a due navate intercomunicanti, di eguale lungezza ma di diversa larghezza, dotate ambedue di abside semicircolare di differente corda e profondità, e di portali d'accesso semplicemente centinati. Il prospetto principale, con profilo a leggeri spioventi e tripartizione in specchi mediante due esili semicolonne, presenta tessitura muraria a conci di media pezzatura, ben squadrati e messi in opera con l'inserzione di numerosi pezzi di riutilizzo in marmo e di elementi trachitici determinanti un gioco di "tessere" cromaticamente in contrasto tra loro; due asimmetriche paraste angolari racchiudono il prospetto, impostato su zoccolo a scarpa e sormontato da un campaniletto a vela d'epoca sicuramente successiva, per il sesto acuto della luce. In alto a sinistra si apre una monofora con centina lavorata ad intreccio vimineo affiancata da due dischi con figurazione zoomorfa, l'uno, e con croce clipeata, l'altro. Tra gli elementi di riutilizzo già citati ed inseriti in funzione strutturale e decorativa a un tempo, si nota la bella lastra marmorea tardoromana ("cielo" d'architrave - Coroneo 1990-91 e 1993) al centro dello specchio mediano, riadattata dagli artefici romanici secondo un gusto del recupero antiquariale proprio delle maestranze vittorine; appositamente realizzati sono invece i due dischi e tarsie geometriche bicrome posti sotto il coronamento. Diversi conci presentano alloggiamenti per bacini ceramici, ora perduti. E' solo ipotizzabile, al lo stato attuale, l'esistenza, in facciata, di teorie di "arcatelle" che avrebbero avuto un ritmo di "due per ogni specchio, nascenti dalle paraste angolari ed impostate sulle semicolonne di tripartizione in specchi" (Coroneo, 1993). Viceversa è probabile (ma non certissimo: vedi "Vicende" oltre) che il sistema di copertura della chiesa sia stato del tutto rivoluzionato in epoca imprecisata, passando sente volte a botte con archi trasversi di sostegno impostati su mensole, di cui sopravvivono all'interno consistenti tracce, a quelle in legname a doppio spiovente, appoggiate, nel colmo, al setto divisorio che bipartisce lo spazio interno all'edificio; tale setto è costituito da tre campate ad archi nascenti, ai due estremi, da due robusti semipilastri e poggianti su fusti di colonne di spoglio sormontati da capitelli di cui il primo verso l'ingresso rilavorato ed il secondo appositamente scolpito con tecnica analoga ad un altro presente nella chiesa di S. Maria di Uta. Sia gli archi delle campate che quelli absidali sono caratterizzati da un accentuato cromatismo, col disporsi alternativamente di conci in calcare chiaro ed in rossa trachite; tutto il paramento interno della chiesa presenta d'altronde una dicromia derivante dall'eterogeneità dei materiali impiegati. Le due absidi sono tripartite da semicolonne su zoccolatura sormontate da capitelli fitomorfi, con una coppia di archetti pensili a doppia ghiera per ciascuno specchio (nell'abside di destra sostituiti in due specchi da archi intagliati a unica ghiera, di minor passo); due monofore con profonda strombatura si aprono negli specchi centrali; le coperture sono piane, occultando così l'estradosso dei catini absidali. Sul fianco meridionale è presente un portale analogo, per struttura, a quelli del prospetto (e cioè con semplice centinatura, senza lesene e mensole d'appoggio per l'arco di scarico), ma di fattura alquanto più rozza. Una scala d'accesso alle coperture, con mensoloni ineguali, è ricavata nel fianco Nord da un rincasso della muratura

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