Santa Maria della Stella

Sacerdoti Diocesani, XVIII prima metà

Il Santuario sorge in piazza Santa Maria della Stella, patrona principale di Militello in Val di Catania, è collocato in cima a una scenografica scalinata e presenta un’armoniosa facciata barocca, dell’architetto Giuseppe Ferrara da Palazzolo Acreide, ricca di intagli, ed è affiancato da una poderosa torre campanaria. Il titolo della Stella, forse aggiunto in un secondo momento a quello di Santa Maria, in mancanza di notizie certe, si pensa che potrebbe trarre origine da una prima immagine della Madonna qui venerata, raffigurata, secondo i canoni iconografici bizantini, con le tre stelle simbolo della verginità di Maria. Ma questo titolo potrebbe avere anche qualche relazione con la presenza dell’ordine dei Templari, che associavano Maria, sulla scia dei testi spirituali di san Bernardo di Chiaravalle, al simbolo della stella. Nel 2002, il Santuario di Santa Maria della Stella di Militello, prezioso esempio d’arte tardo-barocca del Val di Noto, già monumento nazionale, è stato inserito dall’UNESCO nella lista dei beni riconosciuti Patrimonio dell’Umanità. Il 22 febbraio 2018, il Santuario è stato unito, con vincolo di affinità spirituale, alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, ricevendo dalla Penitenzieria Apostolica il privilegio di elargire le stesse indulgenze del principale tempio mariano della cristianità. L’11 giugno 2019, festa di Santa Maria Odigitria, nel Santuario di Militello fu ospitata la Giornata Sacerdotale Mariana regionale, con la presenza di gran parte dei vescovi e dei presbiteri di Sicilia. Questo pellegrinaggio, per le centinaia di sacerdoti presenti, è stato il più grande evento ecclesiastico mai celebrato a Santa Maria della Stella. La festa patronale della Madonna della Stella a Militello in Val di Catania, fra le più conosciute, devote e partecipate feste della Sicilia Orientale, si celebra l’8 settembre di ogni anno. È preceduta da una novena, che inizia il 29 agosto, con la tradizionale processione detta “a Cantata”, in cui si conduce per la città una icona della Madonna della Stella. In soste stabilite, si canta un inno riservato esclusivamente a questo evento, mentre un corteo di bambini esultanti, con stelle luminose e fazzoletti bianchi e azzurri, precede i fedeli (si riscontra qualche analogia con la kalanta greca). La festa è seguita da un ottavario, durante il quale la sacra immagine rimane esposta ai fedeli. L’ottavario si conclude il 16 settembre. I giorni più importanti della festa sono il 6, il 7 e l’8 settembre, giorno in cui la Chiesa celebra la Natività di Maria. Durante il Triduo avvengono le più importanti manifestazioni religiose legate al culto della Madonna della Stella: il 6 settembre (antivigilia), la processione con la Reliquia dalla chiesa di S. Maria la Vetere al nuovo Santuario; il 7 settembre (vigilia), la commossa ostensione del simulacro della Madonna della Stella, preceduta da un sontuoso corteo storico che rievoca l’apertura del “festino” da parte del principe Branciforte; l’8 settembre (festa), la trionfale uscita (“a nisciuta”), la processione del simulacro per le vie della città con sue tappe caratteristiche, la “spugghiata” (denudata votiva) dei bambini, lo spettacolo pirotecnico notturno; il 16 settembre (ottava), la reposizione del simulacro nella sua cappella e chiusura delle porte. A questi momenti principali, nel periodo dei festeggiamenti, si aggiungono numerosi eventi religiosi, culturali e folkloristici

  • OGGETTO santuario mariano
  • LOCALIZZAZIONE Militello in Val di Catania (CT) - Sicilia , ITALIA
  • INDIRIZZO Piazza Santa Maria della Stella, Militello in Val di Catania (CT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Al 1446 risale un privilegio di re Alfonso d’Aragona e di Sicilia, col quale si concedeva a Militello la licenza di ospitare la fiera franca in occasione della festa patronale della Madonna della Stella: la fiera iniziava il 6 settembre e aveva la durata di otto giorni. La fiera franca fu fra gli eventi che contribuirono a rendere celebre il culto della Madonna della Stella di Militello in Sicilia, in quanto, insieme alla fiera di maggio di Lentini, rappresentava per il territorio una delle principali occasioni di incontro per mercanti e forestieri. Il 17 giugno 1618 la chiesa di Santa Maria della Stella venne devastata da un grave incendio. I tempi di ricostruzione della chiesa furono lenti, anche perché accompagnati dalle discussioni sullo spostamento del sito, mentre la parrocchia fu ospitata nella chiesa di san Sebastiano. Sulla questione del sito prevalse la corrente tradizionalista, con in testa i Branciforti, signori di Militello, e un cinquantennio dopo la chiesa fu inaugurata, con solenne cerimonia presieduta dal parroco don Pietro Bartolotta, il 12 luglio 1668. Ma sarebbe stato il terremoto dell’11 gennaio 1693, che distrusse la chiesa non ancora completamente ultimata (risparmiando solo la navata destra e parte del prospetto), a sancire il definitivo abbandono del sito antico, per vedere ricostruita la nuova chiesa più a monte. La chiesa seicentesca rappresentava un esempio maturo dell’arte dello scalpello dei lapicidi militellesi, come dimostrano le arcate e le cappelle superstiti, con ricchissime decorazioni a grottesche (degna di menzione quella della Natività di Gesù, realizzata nel 1648 dal maestro Francesco Barone, su disegno di Giambattista Baldanza jr.). Immediatamente dopo il terremoto, la parrocchia amministrò i sacramenti in una baracca provvisoria e successivamente nella chiesa di Santa Maria della Catena. Dal 1695, invece, nella chiesa di sant’Antonio Abate annessa all’Ospedale dei Fatebenefratelli, al vertice di quella che al tempo era la via principale della città o “piazza maggiore” (oggi via Porta della Terra). In seguito a un accordo tra la parrocchia e i Fatebenefratelli, titolari di sant’Antonio Abate, si decise che la nuova chiesa di Santa Maria della Stella avrebbe occupato la stessa area della chiesa di sant’Antonio Abate destinata alla demolizione, mentre una nuova chiesa di sant’Antonio Abate sarebbe stata costruita a spese della parrocchia a fianco del nuovo tempio mariano. Dopo decenni di preparativi, nell’estate del 1721 furono stipulati i contratti coi maestri Mario Liggeri e Sebastiano Sciré Giarro per la costruzione dei muri perimetrali e dei pilastri delle tre navate della nuova chiesa. Il 9 marzo 1722, il parroco don Vincenzo Calabrò presiedeva il rito della posa della prima pietra. Nello stesso anno fu completata la porta maggiore, a spese di don Bonaventura Baldanza, e in essa furono collocate due colonne estratte dall’altare maggiore di Santa Maria la Vetere. Il 17 ottobre 1725, lo stesso parroco benediceva il nuovo cimitero, con licenza del vescovo di Siracusa, mons. Tommaso Marino. L’intaglio dell’ampio e armonioso prospetto, in stile tardo-barocco, a volume retto, con grandi volute di raccordo e timpano, fu affidato nel 1724 ai maestri Francesco Barone e Giuseppe Favara, su disegno di Giuseppe Ferrara da Palazzolo Acreide, architetto che contribuì alla ricostruzione settecentesca di numerose chiese del Val di Noto distrutte dal terremoto del 1693, fra le quali la cattedrale di Siracusa. Nel 1737, l’agrigentino Onofrio Russo, allievo di Giacomo Serpotta e collaboratore di Rosario Gagliardi (l’artefice della ricostruzione barocca di Noto), realizzò gli eleganti stucchi della navata centrale. Nel 1741, sebbene non ancora terminata, la nuova chiesa venne aperta al culto. Nel 1765 si completò l’intaglio del prospetto fino al timpano. Il 27 aprile 1773, il parroco don Giovanni Maria Tineo presiedeva alla posa della prima pietra della torre campanaria, completata nel 1815, anche se solo fino al primo ordine. Originale la soluzione della torre staccata e avanzata rispetto al prospetto, maturata al fine di offrire uno sfondo monumentale alla centrale via Botteghelle (oggi via Umberto I), rivedendo un progetto precedente che voleva il campanile attaccato alla parete sud della chiesa. Nonostante il grande amore del popolo militellese verso la propria Patrona, sul finire del Settecento, il culto della Madonna della Stella venne interessato da provvedimenti di censura da parte del re di Sicilia. Ferdinando III Borbone, con dispacci del 28 luglio 1787 e del 29 febbraio 1788, per pretestuose ragioni d’ordine sociale e religioso (come la annosa controversia sul titolo di matrice con la parrocchia di san Nicolò), che nascondevano, piuttosto, interessi di natura economica (come la revisione dell’istituto della manomorta ecclesiastica), dispose la soppressione della parrocchia di Santa Maria della Stella, come anche quella di san Nicolò, la cui chiesa, divenuta parrocchiale unica, fu denominata del SS.mo Salvatore. La chiesa di Santa Maria vide mutato il titolo in “Concezione della B.V. Maria” e, nel simulacro della Madonna, la stella d’argento fu sostituita da una mezzaluna sormontata da un cuore radioso. Non fu tuttavia facile rimuovere dal cuore dei militellesi l’amore filiale verso la Madonna della Stella. Infatti, nel corso dell’Ottocento, nonostante la soppressione delle prerogative parrocchiali, il clero cui fu affidata la cura del principale tempio mariano di Militello e il popolo devoto continuarono a promuovere attività di culto e di pietà, e a celebrare, nelle modalità che le circostanze rendevano possibili, la festa dell’8 settembre. Il 16 maggio 1819 la chiesa di Santa Maria fu aggregata alla Basilica Patriarcale di Santa Maria Maggiore in Roma. Un tentativo di riapertura della parrocchia di Santa Maria della Stella, promosso da mons. Benedetto Denti, vescovo di Caltagirone (diocesi di nuova fondazione, eretta nel 1816, cui fu annessa Militello), durante i moti rivoluzionari del 1848, fu annullato nel 1849 dalla restaurata Monarchia Borbonica. Quest’ordine di cose ebbe termine, quando, dopo l’unificazione dello Stato italiano, i procuratori della chiesa di Santa Maria, interpretando i desideri del popolo, in un clima politico profondamento mutato, si adoperarono con ogni mezzo per il ripristino dell’antica parrocchia di Santa Maria della Stella, sostenendo anche un ricorso alla Santa Sede. Nel 1873, il vescovo di Caltagirone, mons. Antonino Morana, nel corso della sua visita pastorale a Militello, constatò personalmente la ricchezza di fede e devozione coltivate in questa chiesa, che non esitò a definire «il più nobile ornamento della città di Militello». Attese pertanto le istanze dei fedeli, patrocinate dal vescovo Morana, con sentenze della S. Congregazione del Concilio del 22 agosto 1874 e del 26 giugno 1875, alla chiesa di Santa Maria della Stella furono restituiti i diritti parrocchiali e venne ripristinato il culto della Madonna della Stella, nuovamente riconosciuta patrona principale della città di Militello. Negli anni immediatamente successivi alla riapertura, la cura pastorale fu assicurata dai sacerdoti, in qualità di economi, don Rosario Guzzone e don Giuseppe Ragusa. Si dovette comunque aspettare il 1905, perché fosse nominato, con bolla di papa San Pio X, nella persona di mons. dott. Francesco Iatrini, il primo parroco successivo alla soppressione, che resse la parrocchia fino al 1956. Quando il 28 dicembre 1908 la Sicilia nord-orientale fu colpita dal terremoto di Messina, anche a Militello si registrarono danni significativi. La chiesa di Santa Maria della Stella fu chiusa al culto e la parrocchia trovò sede dapprima nella chiesa del SS.mo Sacramento, quindi in quella di san Domenico. La chiesa fu riparata a partire dal 1909, grazie al contributo di papa San Pio X e alla generosità di tutto il popolo militellese, e venne consacrata il 6 settembre 1925 da mons. Giovanni Iacona, vescovo di Caltanissetta. In occasione di questo intervento di consolidamento, vennero eretti gli archi rampanti a sostegno del secondo ordine della navata maggiore
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 19-ICCD_MODI_6354017172661
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Pontificia Facoltà Teologica "Marianum"
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA pergamena (1)
    pergamena (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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