Santa Spina
Il Santuario conserva una reliquia di una Spina, tolta dalla corona posta sul capo di Gesù in croce, donata dalla regina di Francia Giovanna di Valois al suo confessore Padre Dionisio Sacco. Padre Sacco decise di portarla al monastero francescano di Policastro, suo paese d’origine. A causa di una malattia, poco prima della morte, affidò il compito al nipote Padre Ludovico Albo. Padre Albo consegnò la sacra reliquia ai frati del santuario di Petilia Policastro il 22 agosto 1523. Nel 1895 la Sacra Spina venne collocata in un ricco ostensorio d’argento donato dal clero di Petilia. Oggi è custodita sopra l’altare in stile barocco, attribuito alla scuola di Antonello Gagini come la statua raffigurante la Madonna con Bambino, nella cappella dell’Oratorio. La reliquia è esposta alla pubblica venerazione durante le festività del 15 agosto, solennità dell'Assunzione, e del 22 agosto, anniversario dell'arrivo della reliquia nel luogo sacro. Nella festa principale del secondo venerdì di marzo si svolge, in costume, la processione del Calvario. Si percorre il vecchio sentiero, detto della "Santa Spina", che segue la solenne Via Crucis che da Petilia arriva al santuario, dove viene svolta la celebrazione eucaristica e si impartisce la benedizione del paese
- OGGETTO santuario
- LOCALIZZAZIONE Petilia Policastro (KR) - Calabria , ITALIA
- INDIRIZZO Via Santa Spina, Petilia Policastro (KR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel luogo dove sorge l'odierno Santuario dedicato alla "Santa Spina", si ergeva una chiesetta intitolata a "Santa Maria Eremitana", fondato da eremiti in un bosco del marchese Nicola Ruffo. Il romitorio dapprima ospitava pochi religiosi in una abitazione modesta, con annessa chiesa; esso fu gestito dai Certosini di San Bruno di Colonia. Dopo gli eremiti il romitorio passò ai Benedettini e successivamente all'Ordine dei Certosini ed infine ai Basiliani. Nel 1320, come attesta la "Cronica della Celebre ed Antica Petilia detto oggi Policastro", compilata da Francesco Antonio Mannarino agli inizi del Settecento, il monastero viene concesso ai frati francescani che dedicarono la chiesa a "Santa Maria delle Grazie" e successivamente a "Santa Maria dei Frati". Nel 1348 il monastero rimase abbandonato a causa della peste. Con una bolla del 27 luglio 1431 Papa Eugenio IV concesse ai frati Osservanti il monastero e la chiesa di Santa Maria delle Grazie. Tale assegnazione fu emessa dietro istanza del Ministro della provincia della Calabria, del Vicario dell’Osservanza P. Antonio di Valenza, e del Marchese di Crotone proprietario del luogo e interprete del voto di tutto il popolo di Policastro. La reliquia della "Sacra Spina", tratta dalla corona di Cristo, arrivò a Petilia il 22 agosto 1523, per conto di Padre Dionisio Sacco, confessore della corte di Francia, che egli aveva ricevuto in dono da Giovanna de Valois, regina di Francia già moglie di Luigi XII. Tre giorni prima della sua morte, Padre Dionisio ricevette la visita del nipote padre Lodovico Albo al quale delegò il trasporto della sacra reliquia nel monastero di Petilia, nel suo luogo di origine. Negli anni successivi il culto alla "Spina" divenne un forte richiamo per la popolazione di Petilia e dei territori limitrofi, tanto che l'edificio religioso assunse la denominazione di "Sacra Spina". Nel 1573 l'arcivescovo di Santa Severina, Francesco Antonio Santoro, ed il vicario don Antonio Grignetta decretarono l'autenticità della reliquia e stilarono un atto, approvato dal Sinodo diocesano che sancisce l'autenticità e la pubblica venerazione della "Sacra Spina". Nel 1638 in occasione del terremoto venne portata in processione, da padre Pietro da Bisignano, la reliquia della "Sacra Spina" per proteggere la popolazione di Petilia. Nel 1647 la reliquia preservò la popolazione dalla peste e qualche anno dopo dalla siccità. Nel 1806 i religiosi dovettero abbandonare il luogo di culto per la legge della soppressione degli Ordini Religiosi, emanata dopo l’occupazione napoleonica del Regno di Napoli. Crollato l’impero napoleonico (1815) e avvenuto nel Regno di Napoli il ripristino degli Istituti Religiosi, anche il convento della Sacra Spina risorse. La soppressione del 1866, decretata dal governo dell’unificato Regno d’Italia, determinò, un’altra volta, l’allontanamento e la dispersione della comunità francescana. Esiliati i religiosi e chiuso il convento, non cessò però il culto della "Sacra Spina". Durante tutto il tempo della duplice soppressione la sacra effigia venne affidata alla chiesa dell’Annunziata di Petilia Policastro, ove continuò ad essere oggetto della pietà e della venerazione del popolo, finché col ritorno dei frati fu riportata nel Santuario francescano. Tra le varie protezioni addotte alla Sacra Spina, si annota la risoluzione dell'emergenza siccità nel 1913. Il Convento e la Chiesa hanno ospitato per tanti anni i Frati Minori. Dal 2022 la proprietà del Santuario è del comune di Petilia Policastro
- TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 18-ICCD_MODI_1516067966371
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- ENTE SCHEDATORE Pontificia Facoltà Teologica "Marianum"
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
canti (1)
canti (2)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0