centro storico, di crinale, collinare, agricolo, Roghudi Vecchio (XI-XII)

Roghudi, XI - XII

Il centro storico Roghudi Vecchio, si sviluppa su un promontorio roccioso, delimitato da scoscesi versanti che terminano nella fiumara dell’Amendolea. L’impianto urbano di Roghudi segue pedissequamente il crinale, in direzione nord-sud, adattandosi in maniera spontanea alla morfologia del terreno. L’accesso al borgo avviene tramite un percorso di crinale secondario che coincide con il percorso matrice del nucleo edificato. Il costruito non segue un andamento logico formale, ma segue la logica sociale dell’autocostruzione. Esso è allineato lungo un'asse principale che lo attraversa da un’estremità all’altra. Altri due percorsi, ad andamento pressoché paralleli al percorso matrice ma caratterizzati da minore continuità, costituiscono la rete viaria principale, entro la quale si sviluppa il costruito. Espansioni del nucleo originario, si attestano sui ripidi versanti inclinati verso la Fiumara, determinando un tessuto edilizio caratterizzato da isolati a profondità monocellulare, serviti da percorsi a quote differenziate pressoché paralleli alle curve di livello. Inoltre i collegamenti tra i percorsi ad andamento parallelo sono garantiti da piccole e ripide gradinate. Attualmente il nucleo è abbandonato ed è fortemente degradato

  • OGGETTO centro storico di crinale, collinare, agricolo
  • CARATTERI AMBIENTALI Roghudi Vecchio sorge su uno sperone roccioso a circa 527 m s.l.m., come un’isola che si innalza sulle bianche ghiaie dell’immenso letto della fiumara Amendolea, nei pressi della confluenza con i torrenti Furria e Mangusa. Tutto il borgo è in posizione precaria, con le case edificate sull’orlo dei precipizi
  • LOCALIZZAZIONE Roghudi (RC) - Calabria , ITALIA
  • INDIRIZZO Strada di Roghudi Vecchio, Roghudi (RC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le origini di Roghudi Vecchio, sono incerte poiché non esistono documenti che ne testimonino la data di fondazione. Probabilmente i primi nuclei che si sono insediati tra l'XI e il XII secolo erano costituiti da pastori, i quali si erano spinti verso l'interno del massiccio aspromontano alla ricerca di nuovi pascoli per le loro greggi ed alla lunga decisero quindi di stanziarvisi. Esiste anche l’ipotesi, della presenza di popolazioni, che vivendo lungo le coste calabre (ioniche), tra il X e l'XI secolo, furono costrette alla fuga a causa delle scorrerie turche e cercarono riparo verso i territori interni dell'Aspromonte, non facilmente raggiungibili, ma non del tutto sicuri. Infatti, nell'abitato di Roghudi sono presenti tracce di mura, alle quali erano stati collocati dei grandi cancelli di ferro che delimitavano le due uniche vie d'accesso al paese (una a nord verso i monti, una a sud verso il mare). L’esistenza comunque dell’insediamento è contemporanea a quella dei paesi grecanici presenti nell’area dall’XI secolo. Roghudi non divenne mai un vero e proprio feudo, infatti, verso la fine dell’XI secolo (1084) fu assegnato al feudo di Bova (la Chora) e nel XII secolo passò al Casale della Baronia di Amendolea, unitamente a Roccaforte del Greco e successivamente a Condofuri. Roghudi, fino al 1488, appartenne alla famiglia dell’Amendolea e poi ai Maldà de Cardona, agli Abenavoli, ai Martirano, ai De Mendoza, ai Silva De Mendoza ed, infine, ai Ruffo di Bagnara, nel cui dominio rimase (1624-1806), fino all’eversione della feudalità. I Francesi, con la legge del 19 gennaio 1807, ne facevano un Luogo, ossia Università, del Governo di Bova. Tale rimase anche dopo il 1811, quando con il decreto del 4 maggio, vennero istituiti i Comuni e i Circondari ed anche dopo il 1816, anno nel quale venne istituita la provincia di Reggio. Il sisma del 5 e del 7 febbraio 1783, secondo i dati riportati dal Vivenzio, devasta lo Stato dell’Amendolea, rendendo gli abitati in parte distrutti e in parte inabitabili. Il terremoto a Roghudi, fece crollare una parte delle case e lesionò gravemente le altre, rendendole inabitabili. La chiesa di San Nicola di Bari fu lesionata molto gravemente. Il 23 Ottobre del 1907, un nuovo evento sismico colpì la Calabria. A Roghudi vennero danneggiate 42 case: una crollò, 28 subirono danni gravi, 13 furono danneggiate in modo leggero. A seguito di due fortissime alluvioni, avvenute nell'ottobre 1971 e nel gennaio 1973, l'abitato di Roghudi Vecchio, fino ad allora sede comunale (1811-1973), fu dichiarato totalmente inagibile. La reale possibilità di uno smottamento, costrinse i suoi abitanti dopo secoli, a lasciare il centro in fretta, in massa e per sempre. Così il 16 febbraio del 1971, il Sindaco Angelo Romeo, vista la relazione redatta dall’Ing. Paolo Tripodi il 15-02-1971 in merito alla precaria condizione statica del borgo, firmava l’ordinanza con la quale imponeva lo sgombero di tutte le famiglie presenti a Roghudi, per il pericolo di frane e di conseguenza per salvaguardare l’incolumità pubblica. Per questi motivi tutti gli abitanti furono costretti a stanziarsi in Comuni limitrofi, come: Bova, Melito P. S. e Reggio Calabria. Il 4 luglio del 1981, venne posta la prima pietra per la costruzione della “Nuova Roghudi”
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800177809
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
    (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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