centro storico, difensivo, Nicotera (metà XI)

Nicotera, XI metà

Il centro storico di Nicotera è delimitato a sud con Via Croce, a ovest con Corso Cavour, a est con Via Luigi Razza e a nord con il Rione Margherita. Nicotera è un centro turistico di notevole importanza. Ospita il Museo Archeologico Comunale, la Biblioteca dei Ruffo, il Museo Diocesano di Arte Sacra e la pinacoteca Vescovile. E’ centro agricolo e peschereccio, con attività artigianali ed è frequentata anche per la vicina stazione balneare di Nicotera Marina. Il tessuto urbano di Nicotera è caratterizzato dalla presenza di strette strade. Si conserva ancora una delle otto porte di ingresso alla città. La città mantiene inalterata ed integra la pianta topografica, mai modificata, tanto che fino alla fine del XVIII secolo il perimetro delle mura non fu mai valicato. I quartieri sono delimitati da strade parallele primarie che tagliano in senso orizzontale la città al cui vertice o nelle cui pertinenze vi si trova quasi sempre una chiesa il cui Santo protettore da il nome al quartiere stesso. La città di Nicotera è suddivisa in otto quartieri: Palmentieri, Santa Chiara o Sant’Andrea, Vescovado, Santa Caterina, Porta Grande, Rosario, Borgo e Santa Croce. Il quartiere Palmentieri, oggi anche San Giuseppe, delimitato da via delle Belle a nord e dalla cinta muraria a sud che era un tutt’uno con le abitazioni e con Porta Palmentieri, (l’unica rimasta); ad oriente con Porta Arvale o Prisca d’Abbasso e ad ovest con quella di Santa Chiara. Il quartiere Palmentieri era abitato per lo più da pescatori, ed era il più grande ed il più popolato. Negli atti civili del 1650 risulta suddiviso in tre contrade: Porta Joppolo, Palmentieri e Sant’Andrea. La caratteristica di questo quartiere è data dalla cinta muraria, in parte oggi esistente. Una caratteristica comune a tutti i quartieri di Nicotera è data dalle abitazioni ad un solo piano o col solo piano terra, molto piccole, addossate l’una all’altra ed intervallate da strade strette che si dipartono dall’asse viario principale per collegarsi con quelle che sfociano sulle porte di ingresso alla città. Le murature delle abitazioni sono caratterizzate dall’uso della pietra granitica lavorata dalle maestranze locali come principale materiale da costruzione, reperibile e disponibile nelle vicinanze, rinzeppata con frantumi di tegole. Le coperture delle abitazioni sono realizzate con travi di legno ed hanno il tetto in tegole. Quartiere Santa Chiara o Sant’Andrea: nel XIX secolo assumerà la denominazione di “Purgatorio”, racchiuso tra Via delle Belle e Via Duomo col Monastero delle Clarisse, e la chiesa omonima, quella di Sant’Andrea dei Civili e Porta Santa Chiara. In questo quartiere vi sono diversi edifici a più piani (case palaziate), e con bellissimi portali in pietra granitica lavorata, con ghiera in ferro con al centro le iniziali del Dominus. Come per tutto il centro storico, anche in questo quartiere le murature degli edifici sono caratterizzate dall’uso della pietra granitica lavorata dalle maestranze locali come principale materiale da costruzione, reperibile e disponibile nelle vicinanze, rinzeppata con frantumi di tegole. Le coperture delle abitazioni sono realizzate con travi di legno ed hanno il tetto in tegole. Quartiere Vescovado: Delimitato dall’attuale Via Duomo e la cinta che chiudeva il Ghetto degli ebrei, con all’interno il palazzo Vescovile, la Chiesa Cattedrale, il Seminario e la Porta Joppolo. Sotto Federico II viene realizzato il quartiere della giudecca, che ancora oggi rappresenta un insediamento di grande fascino e di enorme attrattiva. Come per tutto il centro storico, anche in questo quartiere le murature degli edifici sono caratterizzate dall’uso della pietra granitica lavorata dalle maestranze locali come principale materiale da costruzione, reperibile e disponibile nelle vicinanze, rinzeppata con frantumi di tegole. Le coperture delle abitazioni sono realizzate con travi di legno ed hanno il tetto in tegole. Vi sono interessanti portali in pietra lavorata in diversi palazzi. Quartiere Santa Caterina: Avente come confini a sud la Giudecca ed a nord l’attuale Corso Madameo con Porta Santa Caterina e la Chiesa di Santa Caterina. Come per tutto il centro storico, anche in questo quartiere le murature degli edifici sono caratterizzate dall’uso della pietra granitica lavorata dalle maestranze locali come principale materiale da costruzione, reperibile e disponibile nelle vicinanze, rinzeppata con frantumi di tegole. Le coperture delle abitazioni sono realizzate con travi di legno ed hanno il tetto in tegole. Vi sono interessanti portali in pietra lavorata in diversi palazzi. Quartiere Porta Grande: Con il baglio comprendente tutte le costruzioni e pertinenze al castello ricadenti nel “grande spiazzo di Santa Caterina” con il Castello, Porta Foschea e le Chiesette jus patronatus di Santa Catarinella e dell’Annunziatella. Come per tutto il centro storico, anche in questo quartiere le murature degli edifici sono caratterizzate dall’uso della pietra granitica lavorata dalle maestranze locali come principale materiale da costruzione, reperibile e disponibile nelle vicinanze, rinzeppata con frantumi di tegole. Le coperture delle abitazioni sono realizzate con travi di legno ed hanno il tetto in tegole. Vi sono interessanti portali in pietra lavorata in diversi palazzi. Quartiere Rosario: La sua costruzione comincia subito dopo il terremoto del 1783, con la costruzione di alcuni importanti palazzi, fuori le mura, per la maggior parte casate del tempo quali Brancia, Baratta, Caivano, Campennì, Cipriani, Lisotti e Massara. Sul finire del XIX secolo, in questa zona si verifica un vero e proprio exploit urbanistico. Come per tutto il centro storico, anche in questo quartiere le murature degli edifici sono caratterizzate dall’uso della pietra granitica lavorata dalle maestranze locali come principale materiale da costruzione, reperibile e disponibile nelle vicinanze, rinzeppata con frantumi di tegole. Le coperture delle abitazioni sono realizzate con travi di legno ed hanno il tetto in tegole. Vi sono interessanti portali in pietra lavorata in diversi palazzi. Quartiere Il Borgo: aggiunto nel XIX secolo. Come per tutto il centro storico, anche in questo quartiere le murature degli edifici sono caratterizzate dall’uso della pietra granitica lavorata dalle maestranze locali come principale materiale da costruzione, reperibile e disponibile nelle vicinanze, rinzeppata con frantumi di tegole. Le coperture delle abitazioni sono realizzate con travi di legno ed hanno il tetto in tegole. Vi sono interessanti portali in pietra lavorata in diversi palazzi. Quartiere Santa Croce: E’ stato edificato nel XX secolo, si sviluppa sull’asse viario che dalla Marina porta a Monteleone con ramificazione verso il Tondo, la cosiddetta strada Regia, i cui lavori erano cominciati nel 1836. Questo quartiere, ufficialmente denominato Foschea, è volgarmente conosciuto come Santa Croce, dal nome della Chiesa omonima costruita nel 1924, sul luogo dove già esisteva una rozza edicola dedicata appunto alla santa croce. Come per tutto il centro storico, anche in questo quartiere le murature degli edifici sono caratterizzate dall’uso della pietra granitica lavorata dalle maestranze locali come principale materiale da costruzione, reperibile e disponibile nelle vicinanze, rinzeppata con frantumi di tegole. Le coperture delle abitazioni sono realizzate con travi di legno ed hanno il tetto in tegole. Vi sono interessanti portali in pietra lavorata in diversi palazzi. Il Castello Ruffo di Nicotera si erge nel centro storico della città. E’ una residenza gentilizia posta in posizione panoramica. Originariamente in stile normanno, costruito per volere di Roberto il Guiscardo nel 1065, sotto Federico II subì le prime trasformazioni secondo i canoni artistici degli Svevi, i quali pur collegandosi a quelli normanni hanno una propria identità ed una propria diversificazione, specie nelle torri laterali, quasi sempre di forma quadrilatera. Successivamente fu ampliato, modificato e fortificato nel contesto della distruzione del di Lauria, Come era prassi dei D’Angiò, maggiore cura fu posta nelle fortificazione delle mura. Il Castello aveva il suo ingresso principale nel grande spiazzo di Santa Caterina. Di forma quadrilatera, con quattro torri laterali anch’esse quadrilatere ed ampie terrazze, occupava parte del rione Baglio, Corso Umberto I e l’attuale Castello. L’edificio attuale rappresenta l’ultima costruzione, l’opera architettonica iniziata alla fine del XV secolo e conclusa nel 1763, fatta edificare dal conte di Sinopoli, Fulco Antonio Ruffo, Principe di Scilla e Signore di Nicotera, a scopo difensivo ma, più specificamente, come residenza estiva della famiglia. Il "nuovo" Castello non fu edificato dove erano stati costruiti i precedenti, lì, ora, è il quartiere Baglio, le cui abitazioni sono costruite sui ruderi del vecchio castello, ma, un po’ più in basso. Il sisma e altre vicissitudini storiche hanno privato il bel castello di una torre laterale e di una parte della facciata. Esso è caratterizzato, quindi, da tre sole torri.Il castello è stato un continuo andirivieni di personalità e di tutti i potenti del tempo quali Papa Urbano II nel 1091, l’imperatrice Costanza di Altavilla con Gioacchino da Fiore, S. Bruno di Colonia,etc. Oggi, è sede di due importanti istituzioni culturali: il civico museo archeologico e il Centro per lo studio e la conservazione della civiltà contadina della regione del Poro. Il Museo Civico di Nicotera ubicato nelle sale superiori del Castello Ruffo, presenta una raccolta di materiali di provenienza locale, che copre un arco di tempo cronologico molto ampio, che va dalla preistoria fino all'età medievale, proponendo al visitatore una buona documentazione di tutto il territorio. Particolarmente interessanti i reperti relativi all'epoca arcaica in cui nella marina di Nicotera doveva trovarsi l'Emporion della colonia di Medma. Il Museo Diocesano di Arte Sacra della diocesi di Mileto- Nicotera-Tropea con sede in Nicotera, nel Trecentesco complesso architettonico monumentale, già Palazzo Vescovile, è stato istituito nel lontano 1975, sotto l’episcopato di Mons. Vicenzo De Chiara, Vescovo di Nicotera, da Natale Pagano

  • OGGETTO centro storico difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI Il centro di Nicotera sorge su un doppio complesso materico costituito, nella parte meridionale dell'abitato, da rocce acide biotitiche, di grana da media a grossolana, a composizione variabile tra la quarzo-monzonite ed il granito; la roccia è attraversata da pegmatiti e, meno frequentemente, da apliti. La cittadina di Nicotera è situata a 210 metri s.l.m., alle pendici meridionali del Monte Poro su una protuberanza collinare dominante il golfo di Gioia all'estremo sud di Capo Vaticano. E’ una delle più belle, artistiche e suggestive città della Provincia di Vibo Valentia. Posta in posizione panoramica, si estende su una superficie di 32.7 kmq. il centro è adagiato dolcemente alle pendici del Monte Poro, ed è rivolto verso mezzogiorno sulla vasta pianura di Gioia Tauro
  • LOCALIZZAZIONE Nicotera (VV) - Calabria , ITALIA
  • INDIRIZZO Piazza Roma, Nicotera (VV)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La città viene ricostruita nuovamente per volere di Roberto il Guiscardo secondo le rigide regole artistico – architettoniche - ambientali dei Normanni: Castello e Cattedrale da cui si dipartono le strade che costituiscono l’ossatura viaria dei quartieri, e attorno ad essi sorgono le immancabili mura. Una scelta particolare viene operata nella determinazione delle porte d’ingresso, le quali vengono ubicate tenendo conto della particolarissima posizione strategica della stessa, posta al centro di importanti vie di comunicazione, sia marittime che terrestri. Infatti, Roberto il Guiscardo aveva voluto rispettare il numero di porte delle precedenti città che in numero di sette avevano la seguente denominazione: Porta Grande, Porta Prisca, Porta Palmentieri (l’unica oggi esistente), Porta Piccola, Porta di Joppolo, Porta Santa Caterina e Porta Foschea. La città viene distrutta ad opera dei Saraceni d’Africa guidati da Re Temin. Nicotera subisce un assalto nel 1085 da parte delle truppe di Benevert e viene rasa quasi al suolo. La città viene riedificata ad opera del Gran Conte Ruggero di Lauria (Ruggero I di Sicilia) che ne potenziò il porto e stabilì la “Domus Regia” e i “Praedia Regis”. Nicotera subì una distruzione da parte degli Almoravidi guidati da Ibn-Maì Mun. La città venne ricostruita dal Conte Ruggero II nel 1122. Sotto Federico II, Nicotera subì un sensibile rimaneggiamento. Grazie a quest’ultimo la città raggiunse il suo massimo splendore. Fu inoltre istituito un importante cantiere per la costruzione della flotta imperiale. Per potenziare il sistema economico Federico II fece giungere a Nicotera gli Ebrei, abili economisti. Temendo delle reazioni da parte della popolazione indigena che vedeva in questa decisione sovrana una diminuzione della propria importanza e del proprio prestigio, fece costruire il loro quartiere (la Giudecca) all’ombra del Castello e della Cattedrale per meglio proteggerli. Il Castello, originariamente in stile Normanno, sotto Federico II subì le prime trasformazioni secondo i canoni artistici degli Svevi, i quali pur collegandosi a quelli Normanni, hanno una propria identità ed una propria diversificazione specie nelle torri laterali quasi sempre di forma quadrilatera. La città fu poi resa agli Angioini. In questo periodo si assiste ad un rimaneggiamento, quasi sistematico delle strutture e dello stile architettonico, pur nel rispetto della tipologia dell’impianto originario e delle sette porte. Questa impresa viene eseguita con cura e con enorme dispendio di capitali, nel contesto delle disposizioni emanate da Carlo I d’Angiò, il quale per meglio seguire le operazioni della guerra del vespro, vi aveva trasferito anche il suo quartiere generale. Come era nella prassi dei D’Angiò, maggiore cura fu posta nella fortificazione delle mura. Agli inizi del XVI sec. Nicotera cadde sotto il feudalesimo, per effetto della cupidigia di alcuni suoi figli. Una descrizione dello stato della città riporta che vi era molta diversità nelle strutture architettoniche, specie nelle mura, le quali non sono più continue ma intervallate da abitazioni che fungono anche da mura. Il 19 maggio 1638 Nicotera subisce un’invasione turchesca. Vengono distrutte due delle sette porte: la Porta Foschea e quella di Santa Chiara. Giunti con 16 galere e due galeotti, incendiarono e distrussero quasi completamente la città. Nel corso della costruzione di alcuni quartieri, vengono abbattute le mura cittadine, che cingevano per intero la città ed avevano quattro torri ai quattro angoli. Nel 1712 una grave epidemia portò lutti e rovina in città. Nella notte del 21 ottobre 1759 “per negligenza del sagrestano” si sviluppò un forte incendio che danneggiò la Cattedrale, l’Episcopio ed il Seminario. Vennero ricostruiti quasi subito. Nel 1763, una forte carestia causata da siccità, apportò molta miseria e tanti guai al centro. Il Ruffo da mano alla ricostruzione del castello. Il terremoto del1783 non causò moltissimi danni a Nicotera, a differenza delle altre città calabresi. Furono danneggiati il campanile, l’atrio di San Francesco da Paola, parte della Chiesa delle Grazie, la colonna dell’Annunziata, l’Arco monumentale della Porta Grande. Tutti gli altri edifici ebbero solo screpolature e lesioni alle mura. Agli inizi del XIX secolo incomincia al costruzione del quartiere Rosario. Sotto il Re Gioacchino Murat, Nicotera divenne “piazza d’armi e centro delle operazioni militari”. Nel castello erano acquartierate le truppe
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800177781
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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