centro storico, lineare, Drapia, Drapea (denominazione storica, XVI secolo) (XX)
Il borgo antico di Drapia è situato su un piano declinante e presenta un andamento plano-altimetrico vario. L’impianto urbanistico è piuttosto regolare. Il percorso principale (percorso Matrice) è costituito dal Corso Umberto I, ai lati del quale si sviluppa tutto l’edificato. Questa percorrenza, presenta un andamento molto lineare; ne deriva quindi, uno schema urbanistico molto semplice. Oltre al percorso Matrice, il borgo è servito, anche da vie secondarie, cioè da: Via Fabio Filzi, Via delle Carcare, Via P. Galluppi e Via Trieste, che fungono da collegamento interno al paese. Il borgo antico di Drapia è immerso in una suggestiva cornice paesaggistica. Il paese, si snoda ai lati di un asse (Corso Umberto I) che “taglia” il breve piano, da un margine all'altro. Il Corso Umberto I, inizialmente era totalmente pavimentato in pietra, ma purtroppo nel secolo passato è stato completamente ricoperto dal bitume. Il centro storico di Drapia è costituito da antichi palazzi, ornati da splendidi portali e da balconi, in granito e in pietra tufacea. Gli edifici, realizzati in muratura mista (pietrame e mattoni) opportunamente incatenati, si sviluppano su uno o due piani fuori terra, con coperture a falde. L’elemento di maggior pregio, del patrimonio storico-architettonico, di Drapia è costituito dalla Chiesa Parrocchiale dell’Immacolata, in cui si possono ammirare preziosi arredi sacri del XVIII secolo e alcune opere d’arte provenienti dal distrutto Monastero di San Sergio e Bacco. Tra le emergenze architettoniche, va ricordata anche, la Chiesa della Madonna del Carmine, ubicata all’inizio dell’abitato, la quale fu edificata, nel 1890, da Michele Mazzitelli. La Chiesa consta, di un unico ambiente di forma rettangolare privo dell’abside. L’ingresso è situato sul Corso Umberto I ed è preceduto da due gradini. Gli stipiti del portale, presentano un paramento in blocchi di pietra granitica. Attualmente è inagibile e per questo chiusa al culto
- OGGETTO centro storico lineare
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CARATTERI AMBIENTALI
Drapia è un Comune collinare di origini medievali. È situato nella parte centro-occidentale della provincia, cioè lungo il versante a Nord-Ovest del Monte Poro. Il suo territorio ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate. La zona in cui è ubicata Drapia, presenta un’altimetria massima di 620 m s.l.m., dalla quale è possibile ammirare uno straordinario panorama e una flora lussureggiante; caratterizzata dalla presenza massiccia della "woodwardia radicans", una felce tropicale di grande bellezza, considerata una delle più antiche specie dell'era terziaria, della quale si rilevano diverse colonie. Il centro storico di Drapia, si estende su una piccola pianura, ai piedi di una collina. Un picciolo fiume, detto la Grazia, separa a levante il territorio di Drapia da quello del Comune di Parghelia; mentre un altro torrente, detto Burmaria, lo divide a ponente dal territorio di Gasponi e verso tramontana da quello della città di Tropea. Il torrente Burmaria scorre in una gola vicino all’abitato di Drapia (alle pendici del Poro) e sfocia nella confinante Tropea. CARATTERI AMBIENTALI: il centro storico di Drapia è ubicato su un complesso di depositi continentali rossastri, costituiti da conglomerati, da conglomerati sabbiosi e da sabbie. Contengono sporadicamente una scarsa microfauna. Il borgo antico di Drapia è ubicato, a 24 km, a Sud-Ovest di Vibo Valentia (capoluogo della omonima provincia). Sorge sul versante Nord-Occidentale del Monte Poro e a ridosso della città di Tropea
- LOCALIZZAZIONE Drapia (VV) - Calabria , ITALIA
- INDIRIZZO Via Trieste, Drapia (VV)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La nascita del centro storico di Drapia è indubbiamente collegata al Monastero di San Sergio e Bacco. L'origine medievale del villaggio è connessa quindi, all'esistenza nella zona di una comunità monastica basiliana, che si era rifugiata presso le gole del grosso Torrente Burmaria. L’abitato si estese durante il periodo bizantino quando, nel 700, venne edificato il Monastero greco di San Sergio e Bacco ed intorno al IX secolo, nel momento in cui la città di Tropea, venne liberata dai pirati islamici, per opera del generale Niceforo Focas (detto il Vecchio), il quale nel 885, venne incaricato dall’imperatore bizantino, Basilio I (il Macedone), di riconquistare il Sud d’Italia, sottomesso dalla dominazione araba e longobarda. Attorno al cenobio, si rifugiarono quindi, i primi profughi (dall’etimo drapétes = profugo, fuggiasco = drapioto), provenienti dalle località costiere. Il Monastero, edificato dai Basiliani, era provvisto di un orto, di un boschetto e di una fonte d’acqua salubre (che scorre ancor oggi), detta “Vardaro”. Al tempo, delle incursioni Turche, vennero custodite le reliquie di molti Santi, per sottrarle alla furia devastatrice ed anticristiana degli infedeli; infatti, il Monastero non era visibile dal mare, dove avrebbero potuto irrompere gli infedeli e distruggerlo. Il cenobio, divenne così meta di continui pellegrinaggi da parte dei cittadini di Tropea. I monaci basiliani, curarono l'educazione e l'istruzione del primo nucleo di abitanti, stabilitosi col tempo attorno al Monastero, dal quale ebbe origine, il paese di Drapia. La Calabria, durante periodo bizantino, visse uno dei momenti più floridi della sua storia. Alla dominazione bizantina, si sostituì però, quella normanna, che fu la causa di notevoli sconvolgimenti; sia in campo economico- strutturale con l’immissione del sistema feudale e sia in campo culturale con l’introduzione dei riti latini, che andarono a sostituire quelli greci. Alla fine del dominio normanno, subentrò quello svevo, poi quello angioino e infine quello aragonese. Nel 1421, sul finire del Medioevo, il Monastero di San Sergio e Bacco, passò dai Basiliani ai i Francescani, che lo rifondarono come: Convento di San Sergio e Bacco. Tra la fine del Medioevo (XV sec.) e l’inizio dell’Età Moderna (XV-XIX sec.), Drapia, divenne casale di Tropea (uno dei 23), dal quale prese il nome, storpiato prima in Drapea e poi in Drapia. Dal capoluogo, i Casali, vennero considerati "Università (Comuni) rurali", che dipendevano in tutto e per tutto da Tropea. A capo di essi, vi era un "Amministratore Sindaco" nominato dai Sindaci della città capoluogo, il cui compito era quello, della riscossione delle tasse. Questi villaggi, si coalizzarono più volte, per ribellarsi al capoluogo, che li opprimeva al pagamento di ingenti somme di denaro. A differenza del ‘600, che per la Calabria fu un’epoca di forte crisi, al punto di farla regredire di molto rispetto ai secoli precedenti; invece, il ‘700 fu un momento florido. A Drapia, in questo periodo, abbondavano: il vino, la frutta d’ogni genere, l’olio e i legumi. Era fiorente, anche il commercio: con molti paesi del Regno di Napoli, con lo Stato Pontificio e con il Veneto. Gli abitanti di Drapia, furono i primi nel circondario di Tropea, a dare vita all’industria: serica, del lino e del cotone. Lo sviluppo di una fiorente economia, convinse i nobili di Tropea, proprietari di molte terre nei 23 Casali, a soggiornare spesso in questo villaggio. Il 5 febbraio1783 il terremoto, colpì gravemente l'Italia Meridionale. Fu la più grande catastrofe del XVIII secolo. Oltre a causare danni immensi, radendo al suolo le città di Reggio Calabria e Messina, il sisma causò grandi stravolgimenti; sia a livello politico mediante l'istituzione della Cassa Sacra, sia a livello economico e sociale. Il terremoto, colpì duramente il paese di Drapia. Il Convento di San Sergio e Bacco, venne distrutto completamente, infatti, oggi del cenobio restano solo pochi ruderi. Nel XIX secolo, con la fine del dominio esercitato da Tropea sui Casali e con l’arrivo di Napoleone, si verificò uno sconvolgimento radicale nell’amministrazione di tutto il Regno, che fu la causa del suo totale ridisegno. Infatti, il 4 maggio del 1811, venne ufficialmente istituito il Comune di Drapia e ad esso vennero aggregate le frazioni: di Gasponi, di Caria, di Barbalaconi e di Lampazonie. Nel 1815, però, le frazioni di Barbalaconi e di Lampazonie, vennero cedute al Comune di Ricadi, dal quale successivamente venne acquistata, la frazione di Brattirò. Il paese di Drapia, comprendeva inoltre, quattro quartieri, cioè quello: di Canchi, di Carcara, di Celsi e di Stretto. Il XX secolo è stato caratterizzato, da una serie di avvenimenti, che sconvolsero in modo radicale la vita del piccolo paese di Drapia, tra i quali: i catastrofici terremoti dell’8 settembre 1905 e del 28 dicembre 1908. Oltre agli ingenti danni, causati alle abitazioni, lo sconforto creatosi tra i cittadini, fu talmente lacerante che obbligò una buona parte della popolazione a emigrare all’estero e in molte città del Nord Italia
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800177773
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0