centro storico, di mezzacosta, collinare, Belcastro, Genitocastro (denominazione storica, XII-XIII sec.), Kallipoleos (denominazione storica, periodo Bizantino), Bellicastrum (denominazione originaria, latina) (IX)

Belcastro, IX

Rione Castello, rione Borgo e rione Grecia. Per consistenza e tipologia i caratteri fondamentali delle unità edilizie risentono in modo particolare dell’andamento orografico del territorio su cui è situato l’insediamento urbano di Belcastro. Nel nucleo più antico, sulle pendici a ridosso del castello dei D’Aquino, l’insediamento è costituito da edifici spesso monocellulari o bicellulari che si sviluppano su uno o più piani di altezza e con scale di accesso esterne. Molti di essi conservano ancora i caratteri fondamentali dell’originaria struttura edilizia, con uno stato di conservazione appena sufficiente, costruiti con materiali poveri, spesso, con muratura in pietrame e intonaci tradizionali (malta in calce) anche se ultimamente nelle nuove ristrutturazioni si sta sempre più diffondendo la cultura di utilizzare materiali che ne snaturano i valori fondamentali dell’edilizia storica. Poche le emergenze architettoniche di un certo rilievo storico-architettonico ad eccezione dei complessi a carattere religioso e di qualche episodio di architettura privata tra i quali emerge l’imponente Palazzo Poerio posizionato nella piazza principale del centro abitato e che fa da cerniera tra il vecchio nucleo urbano e la successiva espansione. Ancora, vicoli e corti interne, sono elementi ricorrenti nel centro storico e hanno il preciso compito di garantire il raggiungimento e l’affaccio su strada a quelle costruzioni sorte a seguito di processi di edificazione spontanea e che, pertanto, hanno generato la saturazione delle aree centrali. Infine, è possibile notare che molte costruzioni hanno una la scala di accesso all’abitazione all’esterno; ciò è dovuto alla diversa destinazione d’uso tra il piano inferiore e quello superiore. Castello d’Aquino con torri e cinta urbica. Impiantato nel cuore del centro urbano, il castello domina la sottostante vallata del marchesato. In origine, di forma triangolare, era caratterizzato da torri angolari, con al centro il poderoso mastio a tre piani a forma quadrata. In una zona panoramica con ampia veduta, la torre sorge su una collina che dall’alto domina il sottostante abitato. La torre Stellace è a pianta circolare con base a scarpa raccordata, senza cordolo marcapiano, al corpo troncoconico

  • OGGETTO centro storico di mezzacosta, collinare
  • CARATTERI AMBIENTALI Il territorio si sviluppa, con la forma di un rettangoloide allungato da nord-ovest a sud-est, sulle pendici montuose del rilievo appenninico, per degradare, poi, verso la pianura costiera jonica. Il centro storico, in particolare, si trova nella parte settentrionale del territorio e sorge su uno sperone roccioso. Dal punto più alto del paese, nei pressi dei ruderi del Castello dei Conti D’Aquino, si abbraccia con lo sguardo una lunga prospettiva, che spazia dalle alture silane alle coste del mar Ionio
  • LOCALIZZAZIONE Belcastro (CZ) - Calabria , ITALIA
  • INDIRIZZO Piazza Pietà, Belcastro (CZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il vescovato di Callipolis risulta tra quelli suffraganei della nuova metropolia di Santa Severina nella “Néa tacticà” o “Diatyposis”, compilata al tempo di Leone VI il Filosofo (886-911), dove sono elencate le metropoli e le diocesi soggette al patriarcato di Costantinopoli. A seguito della conquista normanna, Callipolis assunse il nuovo nome di Genicocastro. L’antico nome della città è richiamato ancora nel 1093 quando, tra le donazioni fatte dal conte Ruggero I all’abbazia della S. Trinità e S. Michele Arcangelo di Mileto, risulta “la terra vicina all’abazia di S. Maria de Caliopoli”. Durante il periodo normanno-svevo, le vicende della città furono legate a quelle dei Falloch che con alterne vicende, ebbero in feudo Genicocastro, Catanzaro e altre terre. Alla stessa famiglia rimarrà per breve tempo anche dopo la conquista del Regno da parte degli Angioini, come risulta dall’atto con cui Carlo I d’Angiò l’otto luglio 1269 riconosceva a Clemenza o Clementina Fallucca, per sé ed i suoi eredi, il dominio feudale sulla città di Genitocastro. Clemenza Fallucca, moglie di Berardo de Czifono o de Tortora, aveva avuto il feudo come erede del padre Riccardo e nel 1278/79 ne era ancora in possesso. Successivamente al dominio feudale di Clementia e di suo marito Berardo, Genicocastro passò dai Falloch agli Aquino. Alla morte di Isabella D’Aquino, avvenuta nel 1373, nello stesso anno pervenne ai Santoseverino, come risulta dalla conferma fatta dal papa Gregorio XI della concessione e donazione del feudo, fatta dalla regina Giovanna e dal marito Ludovico, ad Enrico de Sanctoseverino ed ai suoi eredi del comitato di Belcastro. In seguito pervenne ai Ruffo. Prima Nicolò poi le figlie Giovannella ed Enrichetta, moglie quest’ultima di Antonio Centelles, che fu ribelle al re Alfonso d’Aragona. Con la discesa dell’esercito del re nell’autunno 1444 la città verrà assediata. Dopo la caduta della città venne nominato castellano del castello di Belcastro Galberano de Barbera (13). In seguito il De Barbera oltre che castellano divenne anche governatore e capitano della città, come risulta da un ordine di re Alfonso. Secondo il Fiore (I, 218) la città era abitata nel Medioevo “da tre Popoli, Latini, Greci, e Giudei, de quali n’è rimasta la memoria in alcune scritture antiche: de primi due in una carta di numerazione, nella quale i Ministri di quell’impiego scrissero; Audita missa Graeca, accessimus ad Latina; e degli ultimi, in istrumento, nel quale l’anno mille quattrocento novanta tre, Rabi Soledo vendè un suo Fondo ad un Cristiano; onde poi partiti, la lor Sinagoga venne tramutata in una Chiesa, e consacrata à S. Cataldo”. All’inizio del Seicento la città di Belcastro era formata da tre quartieri: “Lo Burgo”, “Castellaci” e ”La Gregia”. I quartieri si differenziavano in maniera decrescente sia per popolazione che per consistenza socio-economica. I documenti segnalano la presenza di numerose case palaziate e continenze di case nel Borgo (17), meno in Castellaci (9) e quasi nessuna alla Gregia (3). Il Borgo era situato tra la Gregia e Castellaci. Il centro storico fu colpito da numerosi terremoti. Quello del 1638 causò il crollo di 36 case e ne rese inabitabili altre 178; 12 chiese subirono gravi danni; le scosse del 5 e 7 febbraio 1783 furono abbastanza forti, ma non provocarono danni; il successivo terremoto del 28 marzo causò gravi lesioni negli edifici, tra i quali la Cattedrale; la scossa del 1832 causò il crollo di parte dell’abitato, causando 6 morti; 102 case vennero ricostruite e una chiesa baraccata fu edificata ex-novo con il contributo statale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800174408
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Catanzaro e Crotone
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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