centro storico, difensivo, Santa Maria del Cedro, Cipollina (denominazione storica, cit. 1825), Santa Maria (denominazione storica, cit. 1955), Santa Maria del Cedro (denominazione attuale, dal 1955-1959) (XVII)

Santa Maria Del Cedro, XVII

CARATTERIZZAZIONE DEL TERRITORIO: il centro storico si inserisce in un territorio scosceso a degradare verso il mare con pianori in prevalenza, e, a salire, con pendenze variabili dal 5 al 40% ed oltre sulle colline. Sono presenti zone con clima lievemente differenziato, in particolare lungo le coste, in prossimità di zone vallive, lungo il fiume Abatemarco e, sui versanti collinari, che determinano una modesta biocenosi rappresentata da essenze mediterranee tipiche. A distanza di qualche km dal centro storico sono presenti numerose testimonianze archeologiche. Nella frazione Marcellina, troviamo i resti della città greca di Laos, i cui numerosi reperti rinvenuti, sono oggi conservati nell’antiquarium di Scalea e al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria. In prossimità del centro è presente il Carcere delle Imprese dove si produce l'olio oltre ad essere sede di manifestazioni culturali; nel raggio di qualche km è visibile la Torre Sant’Andrea, parte del sistema difensivo di torri costiere della Riviera. CARATTERI IDROGEOLOGICI: il territorio presenta una parte montana non interessata da grossi corsi d’acqua e da frazioni a quota più bassa, tra cui località Granata, attraversate da corsi d’acqua e quindi da possibili fenomeni di inondazione. Le carte geologiche riportano la foce dell’Abatemarco come area inondabile. Il tratto di costa prospiciente l’abitato di S. Maria del Cedro non è caratterizzato da fenomeni di erosione costiera: è presente, infatti, una ampia spiaggia emersa. PAESAGGIO URBANO: Largo Piazzetta – Timpone (bellezze panoramiche/pinti di vista/di belvedere) SISTEMA VIARIO: Via degli Scavi-Via Cedriere (percorso di crinale), Borgo San Michele (percorso d’impianto). Attualmente la perimetrazione del nucleo storico non include l'area dei ruderi del Castello e della Chiesa di San Michele che costituivano l'antico Borgo. SISTEMA DIFENSIVO: i resti visibili del normanno Castello San Michele tracciano il perimetro di una costruzione di forma rettangolare con un'unica torre cilindrica che sovrasta la porta di entrata che doveva essere munita di ponte levatoio. La facciata nord che prospetta sul fiume Abatemarco conserva per alcuni metri in alzato una parete traforata da tre ampie aperture nella sua parte centrale. Nel 1806 il castello bombardato è in parte distrutto dall'esercito francese. All'inizio del XX sec., i resti di quello che era stato il castello di Abatemarco versavano in stato di rovina. Immaginare quella che è stata l'ultima conformazione tipologica del castello-residenza risulta quasi impossibile essendo in buona parte crollata la parte interna. Oggi il castello appare costituito da alcuni ambienti privi di copertura. Dall'alto è ben visibile un enorme vuoto contenente un ammasso di detriti e pietre. È complesso anche ipotizzare l'articolazione dei pochi ambienti. BENI CULTURALI DA VALORIZZARE: ruderi Castello San Michele, Palazzo Quintieri, Chiesa dello Spirito Santo, Parco archeologico Laos

  • OGGETTO centro storico difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI DESCRIZIONE GEOGRAFICA: il Comune di Santa Maria del Cedro appartiene alla provincia di Cosenza, da cui dista 87 chilometri. Santa Maria del Cedro ha una superficie di 18,7 chilometri quadrati per una densità abitativa di 258,34 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 110 metri sopra il livello del mare. Il territorio del comune risulta compreso tra 0 e 492 metri sul livello del mare. L'escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 492 metri. Il comune di Santa Maria del Cedro è situato all'estremità inferiore della Piana del Lao, vicino ai fiumi Lao e Abatemarco, sulla riva del Tirreno, tra i comuni costieri di Scalea e Diamante. La parte di costa prospiciente è denominata Riviera dei Cedri. Si trova presso il Parco azionale del Pollino. Comprende le frazioni di Marcellina, Marina di Santa Maria del Cedro e Pastina. Confina con Grisolia, Orsomarso, Scalea e Verbicaro. DEFINIZIONE GEOLOGICA: il Tirreno cosentino è compreso tra la linea di costa e la Catena Costiera. Geomorfologicamente è formato dalla fascia pianeggiante compresa tra 0 e 220 m sul livello del mare che corre lungo la costa; ad essa si affiancano le colline che degradano verso il Mare Tirreno con versanti accentuati. L'orografia della zona è costituita a nord dal massiccio del Pollino, che occupa la maggior parte del territorio ad E-SE della Valle del Noce e ad E della Valle del Lao. Le propaggini finali del massiccio del Pollino si estendono fino al comune di Belvedere M. col Passo dello Scalone (744 m s.l.m.). A sud di esso ha inizio un rilievo di zone cristallino-scistose che incombono sulla costa tirrenica, vale a dire la Catena Costiera, continuazione sotto forma di dorsale del sistema appenninico, rettilinea e sublitoranea, almeno fino ad Amantea
  • LOCALIZZAZIONE Santa Maria Del Cedro (CS) - Calabria , ITALIA
  • INDIRIZZO Piazza Casale, Santa Maria Del Cedro (CS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel territorio di Santa Maria del Cedro sono presenti numerose testimonianze archeologiche, confermando la regolare stratificazione dei vari periodi, tra cui parte di una cinta muraria che chiudeva l'antica città dal lato meridionale, un agglomerato urbano sviluppatosi lungo la strada a selciato con edifici costruiti a pietra calcarea e blocchi di brecciame e alcune tombe a camera e a cassone del IV sec. a.C. Lo sviluppo edilizio è avvenuto in seguito a quattro fasi principali. La prima (VII sec.) si riferisce ad un insediamento bizantino, probabilmente un piccolo villaggio (choria) nel quale erano già comprese la primitiva chiesa e una serie di silos granari tagliati direttamente nella roccia. Questo insediamento era legato allo sfruttamento delle risorse agricole di un'area morfologicamente adatta a tali attività. Una seconda fase (VII-X sec.) vede l'insediamento dei monaci benedettini che danno un rinnovato impulso al piccolo agglomerato, promuovendo sia il riadattamento della chiesa aumentandone l'altezza, sia lo sviluppo del borgo a mezza costa. Le numerose invasioni delle popolazioni barbariche confermavano il ruolo delle abbazie sul territorio come luoghi protetti; le case sorgevano adiacenti l'una all'altra nei pressi di questi luoghi. Durante la terza fase (X sec.-XI sec.), riferita alla ristrutturazione del sito ad opera dei Normanni, furono costruite importanti opere difensive come il torrione quadrangolare, visibile ancora oggi sul lato sud del castello di San Michele che doveva essere parte di una cinta muraria. Dal punto di vista architettonico si assiste alla nascita di un complesso fortificato probabilmente circondato da più cinte murarie come evidenziano i numerosi resti affioranti dalla roccia. Questa fase è chiaramente la più importante, in quanto si verifica la definizione morfologica e tipologica di tutto il complesso di San Michele; tutto quello che avverrà successivamente, non sarà altro che modifiche e riadattamenti di una struttura predeterminata nelle sue caratteristiche principali. La quarta fase riferita all'insediarsi di una nobiltà feudataria (XI-XVIII sec.), riguarda soprattutto il trasformarsi di una parte del castello in residenza, la sistemazione di alcuni tratti della cinta muraria e il completamento del borgo con l'occupazione delle aree rimaste libere. Tra il periodo angioino e aragonese il castello fu di proprietà di diverse famiglie fino al possesso della famiglia Brancati che nel XII secolo gestiva il feudo comprendente le terre di Grisolia, Rione, Abatemarco e Uso Marzo (odierna Orsomarso). Queste terre con al centro il castello rappresentavano il capoluogo del feudo. Nella mappa risalente al 1825, Santa Maria del Cedro è indicata con il nome di Cipollina. Tra il fiume Abatemarco e la strada che conduce a Verbicaro è presente un insediamento di media entità dal nome Abate Marco, che corrisponde all'attuale Castello di San Michele. Dal disegno, inoltre, si può dedurre che vi erano alcune case disposte intorno alla rocca, concentrate prevalentemente sul lato sud. Sul lato opposto ci sono essenzialmente due costruzioni, una delle quali potrebbe essere la Chiesa di San Michele Arcangelo. Il nome deriva probabilmente dal greco e dal latino Cis-polis, ovvero "al di qua della", in riferimento alla grande città di Laos. Nel 1948 Cipollina, da frazione di Grisolia, diventa Comune autonomo con una precisa configurazione dei suoi confini che contengono il complesso monumentale di San Michele, all'epoca già in avanzato stato di degrado. Il piccolo agglomerato si presentava con strade sterrate senza rete idrica e fognante con le case sovraffollate. È evidente che tali condizioni non potevano evidenziare alcun interesse al recupero delle vecchie mura e il complesso fu lasciato in totale stato di abbandono fino a sviluppare nuovi insediamenti altrove con un evitabile demento delle antiche strutture. Nel processo di formazione del piccolo borgo ebbe ruolo fondamentale il parroco Don Francesco Gatto che si impegnò per lo sviluppo dell'antica Cipollina fino a ottenere il cambiamento del nome prima nel 1955 in Santa Maria e successivamente in Santa Maria del Cedro. L'aggiunta della specifica del Cedro sottolinea l'intento di far conoscere il luogo per l'abbondante produzione di cedri
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800174354
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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