centro storico, di crinale, difensivo, Malvito, Malvitus (denominazione storica, X secolo), Malbitus (denominazione storica, XI secolo) (X)

Malvito, X

Il centro storico di Malvito sorge sulla cima di una collina alla destra dell'Esaro, a 449 metri s.l.m.; conserva, nell'impianto urbanistico, i caratteri originari di fortezza medievale con case sovrapposte sul fianco orientale dello stesso poggio, vicoli tortuosi molto caratteristici e avanzi di mura della cinta urbica. CARATTERIZZAZIONE DEL TERRITORIO: l’aspetto geomorfologico dell’area è condizionato e influenzato dalle caratteristiche geologiche e litotecniche dei terreni presenti, costituiti prevalentemente da depositi sedimentari d’età miocenica e plio-pleistocenica, giustapposti alle unità dioritico-kinzingitiche e scistoso- filladiche del basamento dell’Arco Calabro- Peloritano. Il substrato, principalmente costituito da scisti e gneiss biotitici-granatiferi, d’età paleozoica. Il complesso sedimentario è costituito da: argille siltose grigie e da sabbie e conglomerati cementati di colore bruno chiari, con ciottoli sub-arrotondati o subangolari.la litologia dominante è costituita dalle sabbie e dai conglomerati, che costituiscono pressoché interamente la cresta allineata in direzione Nord Ovest-Sud Est. Nelle parti più basse dei versanti, ed in particolare in vicinanza dell’area del Follone , affiorano i termini argillosi, spesso caratterizzati da un orizzonte superficiale e sub- superficiale fortemente allentato. CARATTERI IDROGEOLOGICI: dal punto di vista idrogeologico si ha la presenza di un acquifero superficiale (falda libera) a permeabilità primaria, con roccia serbatoio costituita da sedimenti sabbiosi e da rocce metamorfiche ad alto grado, che costituiscono il serbatoio idrico profondo. I terreni argillosi pliocenici fungono da orizzonte tamponante per la falda presente nei terreni sedimentari. I sedimenti sabbiosi e conglomeratici, rappresentano litotipi porosi con un alto grado di permeabilità relativa, per la presenza dei numerosi vuoti intergranulari tra loro intercomunicanti. PAESAGGIO URBANO: la Torre di Paraporto, collocata nel castello, rappresenta un punto di vista delle bellezze panoramiche circostanti. SISTEMA EDILIZIO: il centro storico è composto da rioni: Rione Castello, Rione Timpone, Rione Schiavonea e Rione Torre. SISTEMA DIFENSIVO: Fortezza longobarda-normanna composta da castello, mura e quattro torri. BENI CULTURALI DA VALORIZZZARE: Chiesa della Schiavonea, Chiesa di S. Michele Arcangelo

  • OGGETTO centro storico di crinale, difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI DESCRIZIONE GEOGRAFICA: il centro storico di Malvito raggiunge l'altitudine massima di 452 m s.l.m., e dalla sommità del mastio del Castello sono visibili i vicini centri storici di Santa Caterina Albanese e San Marco Argentano. Inoltre, il paese domina la vallata del fiume Esaro, che scorre in direzione Nord -Nord Est verso il Mar Ionio. Proprio il fiume Esaro separa l'altura del centro storico dalla Serra dei Cammelli (622 m s.l.m.), insieme di alture che hanno nell'insieme la caratteristica forma che ricorda il dorso di un cammello
  • LOCALIZZAZIONE Malvito (CS) - Calabria , ITALIA
  • INDIRIZZO Largo Mario de Iacovo, Malvito (CS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I reperti archeologici più antichi rinvenuti nel territorio di Malvito sono quelli provenienti da località Pauciuri pertinenti ad un complesso monumentale romano con annessi ambienti termali di I secolo a.C. Il materiale ceramico rinvenuto nella suddetta località, ormai conosciuta con il nome di "Piccola Pompei Calabrese", copre un arco cronologico che va dal IV secolo a.C. al I secolo d.C.; al V secolo d.C. risale, invece, il sepolcreto caratterizzato da fittissime deposizioni prive di corredo. I Longobardi, in seguito al trattato dell'849 per la costituzione del principato di Salerno, elevano gastaldati a Malvito, Cosenza, Cassano e Laino. E' questo, probabilmente, il periodo in cui l'abitato viene fortificato. Malvito fu sede di diocesi. Le notizie sicure risalgono al X secolo d.C. Il primo documento che ci informa dell'esistenza della diocesi è un privilegio di Benedetto VII dell'Ottobre del 983, che la ricorda suffraganea alla Chiesa metropolitana di Salerno (Italia Pontificia, vol. VIII, pp.3). Le conferme pontificie per Malvito si susseguono ininterrottamente dall'ottobre del 983 al 24 marzo del 1160. L'esistenza della diocesi di San Marco viene accertata (accanto a quella di Malvito) in un privilegio di Innocenzo II del 1140-44. Nella metà del XII secolo Malvito verrà totalmente incorporata da San Marco. Roberto il Guiscardo giunge nella valle del Crati tra il 1046 e il 1047. La conquista della Calabria, iniziata in Val di Crati, era stata compiuta celermente dal Guiscardo e ciò fu dovuto, non solo alle sue capacità di stratega, ma anche alle circostanze politiche che lo favorirono. Bisanzio, a quel tempo, non aveva alcun peso militare. In effetti presidi militari come Rossano, così pure le roccaforti longobarde come Malvito e Cassano nel secolo precedente, erano indebolite nelle capacità di resistenza e di difesa a causa delle continue incursioni dei Saraceni. Mentre San Marco rimaneva la sede operativa in Val di Crati fino al 1058, per la vicina Malvito non si hanno notizie precise. Bisogna supporre che Malvito, in questo periodo, viva all'ombra di San Marco che, essendo stata preferita dal Guiscardo come base operativa, gli si era sostituita sottraendole il prestigioso ruolo militare che aveva occupato durante la dominazione longobarda. Più tardi Malvito, insieme a Scalea, appare documentata come sede di Contea e il titolare risulta essere stato il terzogenito del Guiscardo che portava il suo stesso nome: Roberto detto Scalone (esiste un diploma del 1905-1906 firmato dal conte Roberto e e da Gualtiero vescovo Malvitano in cui, lo stesso Roberto, concede a Gualtiero e ai suoi successori di fare legna ed erba e di attingere acqua nel territorio di Malvito, nonchè di impiantare le calcare necessarie per i restauri della chiesa). Non conosciamo, per mancanza di documentazione, i titolari della contea per tutto il XII secolo. Sappiamo, invece, che nel 1194 l'imperatore tedesco Enrico VI conferì il Castello di Malvito, in commenda, all'abate Goffredo di Montecassino, questi a sua volta designò quale castellano un certo Mauro di Mira. Nel 1195, Enrico VI di Svevia dona all'abate Goffredo di Montecassino, Malvito, come ricompensa all'aiuto datogli quando nell'agosto del 1194 l'Imperatore era ritornato in Italia per la riconquista del Mezzogiorno. Dopo la morte di Enrico VI, avvenuta nel 1197, gli successe la moglie Costanza d'Altavilla, che deve subito affrontare i gravi problemi dovuti all'insofferenza dei suoi vassalli che odiano le truppe tedesche al servizio del siniscalco Marconaldo di Anweiler, e i tradimenti e le trame ordite dallo stesso per invadere il Regno. Questo castro, custodito per conto del monastero cassinese dal castellano Mauro de Miro, essendo stato occupato da Federico Tedesco, l'Imperatrice Costanza d'Altavilla vi inviò il conte Anfuso Roto o de Roti di Tropea con il compito di ripristinare la precedente signoria. Federisco Tedescocsi era impadronito del castro. Anfuso assediò il paese ma venne fatto prigioniero. I "registri angioini ricostruiti" ci danno la possibilità di conoscere i Signori che dominarono il castro nel periodo dei regnanti di origine francese. Fu proprio il re Carlo I a donare il castello di Malvito al milite Nicolao de Orcla (1268). Il nuovo padrone non piacque agli abitanti di Malvito e dei suoi casali, probabilmente per l'esosità delle tasse da questi imposte, e si trasferirono altrove. La tradizione vuole che i Malvitani siano andati a insediarsi nella zona dove oggi sorge Fagnano, allora abitato da pochi boscaioli. Alla morte del De Orca, il Re emanò un provvedimento a favore degli eredi del defunto. Alisie, la figlia di Nicola de Orca, che aveva sposato Pietro de Frenoy, era probabilmente l'erede principale dei beni paterni; infatti, al precedente provvedimento seguì un nuovo mandato a favore del milite Pietro de Frenoy che figura signore di Malvito in un altro mandato regio del 1271-72. Alla morte di Pietro De Frenoy, la moglie venne a nuove nozze con il milite Stefanici (o Stefanucci). I baroni Stefanici risultano signori di Malvito dal 1270 al 1399. Caterinella Stefanucci, ultima feudataria della famiglia, posò Margaritone Sanseverino e di questo casato farà parte, ininterrottamente, Malvito fino al 1605. Dal 1605 al 1621 Malvito apparteneva ai Falangola; dal 1622 al 1629 apparteneva ai Firrao; dal 1629 al 1634 apparteneva ai De Paola; dal 1635 al 1650 apparteneva ai Monaco; dal 1650 al 1667 ai Telesio; dal 1667 al 1687 apparteneva ai Cardino. Nel 1688 il patrizio cosentino Paolo Sambiase acquistò il feudo di Malvito. Il 28 dicembre 1695 il Sacro Real Consiglio concesse a Don Paolo il titolo di Duca; da quel momento Malvito divenne ducato. I Sambiase ne detennero il potere fino all’eversione della feudalità. L'ordinamento amministrativo disposto nel 1799 dal generale Championnet lo incluse nel Cantone di Acri. I Francesi considerarono Malvito Luogo, ossia Università nel c.d. Governo di San Marco quando per legge del 19 gennaio 1807 diedero la prima sistemazione amministrativo-giudiziaria alla Calabria. Nel successivo riordino, operato per decreto del 4 maggio 1811, istitutivo di Comuni e Circondari, veniva trasferito nel circondario di Mottafollone. In seguito alla legge del 1 maggio 1816, che ritoccava le precedenti disposizioni per dividere la Calabria in 3 province, Malvito veniva trasferito nel circondario di San Sosti. BENI CULTURALI DA VALORIZZZARE: il primo nucleo della fortezza risale, probabilmente, ad epoca longobarda anche se ciò che resta oggi viene attribuito ad epoca normanna. L'accesso al complesso è posto sul lato nord-est dove si trova una stradina che salendo, permette di varcare le mura di cinta e di arrivare alla motta che è sostenuta dagli stessi muri a scarpata. In origine, l'ingresso al Castello era molto diverso da quello che oggi si può utilizzare. In passato, là dove oggi è presente il piazzale, doveva esserci un fossato e quindi un ponte levatoio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800174319
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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