centro storico, collinare, agricolo, di crinale, Bisignano, Besidia (denominazione storica, epoca romana), Bisuntia (denominazione storica, dal VIII sec.) (IV a.C)
L'abitato di origine medioevale è sorto alla base del colle Motta sede un tempo del Castello dei Principi di Bisignano. Da questo primo nucleo anulare si sono diramate radialmente le successive espansioni formando nelle direzioni imposte dalle linee di cresta dei sette stretti speroni, i quartieri: Piano, Cascinale, Cittadella, San Zaccaria, San Pietro, Giudecca, San Simone. Condizionato dall'orografia del sito il tessuto edilizio è costretto sino alla prima metà del XX sec. a colmare i pochi spazi liberi e ad arrampicarsi lungo i fianchi scoscesi della collina centrale. Nel tessuto edilizio, fatto di piccole case di tipologia rurale, prendono posto i palazzi gentilizi prevalentemente di tipo a blocco e a corte appartenenti alle più importanti famiglie locali: Fasanella e Solimena nel quartiere di San Pietro; Boscarelli nel quartiere di San Zaccaria e anche Gallo e Trentacapilli. Questi edifici arricchiscono e qualificano lo spazio urbano, costituendo architetture di particolare pregio. Il castello di cui oggi non rimane quasi nulla era chiamato all’origine Cacomacio e poi Castromonte. Verso il 1100 i Normanni lo chiamarono, secondo l’uso francese, Motta. Di forma quasi rettangolare, era cinto di merli, mezzelune e baluardi, costruiti alla aragonese e rivolti a quattro punti opposti all’orizzonte e teneva lunghe cisterne murate, dalle quali la guarnigione attingeva l’acqua. Dell’epoca medievale resta l’imponente cattedrale gotica ed il Palazzo Vescovile del sec. XV
- OGGETTO centro storico collinare, agricolo, di crinale
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CARATTERI AMBIENTALI
Situato a 370 m slm sul versante silano, ai piedi delle pendici boscose della Sila greca, sulla destra del medio Crati. L’abitato sorge su un poggio a nord della vasta conoide formata dallo sbocco della valle solcata dal fiume Mucone
- LOCALIZZAZIONE Bisignano (CS) - Calabria , ITALIA
- INDIRIZZO Piazza Collina Castello, Bisignano (CS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Fu fondata da Bescio Aschenazzi pronipote di Noè e figlio di Gomer, primogenito di Jafet. A quanto riporta Tito Livio, fu l’antica Besidiae (luogo incolto). Nel 356 a.C. Besidia diede vita alla "Federazione di Cosenza" o Stato dei Bruzi che estese il suo dominio su un più vasto territorio. Nel 205 a.C. i Bisignanesi coalizzandosi con Annibale combatterono per salvare la propria autonomia da Roma, ma due anni dopo persero l'indipendenza ad opera del console Servilio. Seguirono duri anni di sfruttamento e miseria che terminarono con le riforme sociali di Giulio Cesare. Il dominio romano durò fino al 410 d.C. quando, con la caduta dell'impero d'Occidente, l'Italia Meridionale viene assoggettata ai Goti per poi passare sotto l'influenza bizantina. Si ebbe un periodo di gravi contrasti sociali e religiosi dovuti agli scontri tra la Chiesa greco ortodossa bizantina e quella romano cattolica fino a quando la Diocesi passò definitivamente all'obbedienza di Roma. Scongiurato il pericolo saraceno, dopo la conquista normanna, Bisignano fu interessata da una nuova ondata di disordini civili e sociali al suo interno dovuta alla lotta tra le diverse fazioni per il governo della città. Le conseguenze furono gravissime: dopo il 1030 fu sciolto l'ordinamento repubblicano e destituiti da ogni potere i magistrati e l'aristocrazia. Indebolita nelle sue istituzioni, Bisgnano divenne facile vittima della dominazione normanna e fu Roberto il Guiscardo a sconfiggere l'aristocrazia capeggiata da Pietro de Tura. La storia di Bisignano è stata segnata dalla famiglia dei Sanseverino venuta alla ribalta per la prima volta sotto la dominazione sveva. Durante il regno angioino la potenza del casato aumentò fino a quando nel 1339 la città ottenne da Re Roberto d'Angiò l'istituzione del seggio di nobiltà. Il principato dei Sanseverino durò fino al 1779 quando fu fondata la repubblica Partenopea e venne emessa la legge sull'eversione della feudalità operativa a partire dal 1806. Il catastrofico terremoto del 1887, oltre a imporre un'opera di ricostruzione per i numerosi danni arrecati al patrimonio artistico-architettonico, ha evidenziato gravi problemi geologici nell'area del colle Motta in gran parte costituito da arenaria stratificata che permanentemente minacciava con continue frane l'abitato. Circa 4.000 persone rimasero senza tetto; gli edifici monumentali (Duomo, San Domenico, la Riforma, San Francesco, i Cappuccini e la biblioteca) furono distrutti insieme alla maggior parte degli altri fabbricati. Gli edifici non crollati erano così danneggiati da risultare inabitabili e quindi da demolire. La chiesa di S. Maria del Popolo subì il crollo di una cappella e rimase aperta da un lato. I quartieri più danneggiati furono Piazza, Piano e Santa Croce; tutte le chiese si resero inagibili per i danni subiti, la cappella che sorgeva sul monticello centrale non subì danni, forse per la sua piccola mole; i conventi dei Riformati e dei Cappuccini, la chiesa Cattedrale, col seminario e la residenza vescovile, furono invece gravemente danneggiati. Per provvedere al consolidamento del centro urbano venne predisposto l'appianamento della collina. Al 1929 risalgono i primi lavori consistenti nel taglio trasversale del rilievo e la costruzione di un muro a valle della Piazza del Popolo; il completo abbassamento della collina che risale alla metà del XX sec. doveva rispondere all'esigenza di eliminare il pericolo delle frane, collegare attraverso la realizzazione di assi viari i sette quartieri, creare una vasta area destinata all'edificazione
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800174252
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0