Santuario Basilica di San Biagio
Le reliquie di San Biagio, Vescovo di Sebaste martire e medico, sono custodite sul monte San Biagio, dove si trova l’antica Maratea Castello, vi arrivarono nel 732 all’interno di un’urna marmorea con un carico che da Sebaste doveva giungere a Roma, viaggio poi interrotto a Maratea, a causa di una bufera. Si racconta che dalle pareti della Basilica, stillarono una specie di liquido giallastro che i fedeli raccolsero e usarono per curare i malati. “Nel Santuario di San Biagio la manna sgorga dai marmi e dalle colonne del suo trono. È un umore acqueo leggermente tinto di giallo: è il sudore del Martire che rivelando il vero eterno, prega il Signore per noi. Questo insigne miracolo è autenticato da una bolla del Sommo Pontefice Pio IV, in data 4 marzo 1563: In ecclesia S. Blasii, terrae Maratheae Cassanen Diocesis, in qua eiusdem S. Blasii Corpus quotidie Manna scaturiens et continuis coruscans miraculus devote custoditur” (Domenico D., Maratea nella storia e nella luce della fede, Sapri, Tipografia San Francesco, 1965, p. 171). Il 6 gennaio 1941 Papa Pio XII ha elevato il Santuario alla dignità di Basilica Minore. Il 16 luglio 1991 Mons. Rocco Talucci, Vescovo di Tursi-Lagonegro, ha dichiarato i Santuari Diocesani: "Madonna del Pollino" in San Severino Lucano; "Madonna della Neve" in Lagonegro; "San Biagio" in Maratea insieme al Santuario della Madonna di Anglona, luoghi privilegiati di devozione, di culto e di spiritualità. A Maratea il Santo viene festeggiato per ben due volte l’anno; il 3 febbraio - è tradizione introdurre, nel mezzo della celebrazione liturgica, una speciale benedizione alle “gole” dei fedeli, impartita dal rettore incrociando due candele perché, secondo un’antica tradizione, il vescovo Biagio avrebbe prodigiosamente liberato un bambino da una lisca di pesce che gli si era conficcata in gola - e il giorno dell’anniversario della traslazione delle reliquie, dove i festeggiamenti durano otto giorni, dal primo sabato di maggio fino alla seconda domenica del mese. Il giovedì che precede la festa principale di maggio la Statua argentea del Santo, coperta da un manto color porpora, parte dalla omonima Basilica, portata in solenne processione dai portatori di San Biagio, per raggiungere il borgo di Capo Casale. Con la consegna delle Chiavi della Città di Maratea da parte del Sindaco, il Santo Patrono entra a Maratea, dove resterà nella chiesa parrocchiale Santa Maria Maggiore, fino alla domenica mattina. Una folla festante e numerosa lo riaccompagnerà in processione fino all’interno della Basilica, sul Monte San Biagio a Lui intitolato (Polisciano Tina - Cernicchiaro Josè, San Biagio a Maratea: Vescovo e Martire di Sebaste, patrono e protettore della città di Maratea, Maratea, Zaccara, 2010). Di fronte alla Basilica si erge maestosa la statua del Cristo Redentore, alta 21 metri, collocata nel 1965, ad opera dello scultore fiorentino Bruno Innocenti che volle scolpire Gesù con il volto di un ragazzo
- OGGETTO santuario basilica
- LOCALIZZAZIONE Maratea (PZ) - Basilicata , ITALIA
- INDIRIZZO Via Castello, Maratea (PZ)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La Basilica, è probabilmente il tempio più antico esistente nel territorio marateota. L'edificio religioso prende forma tra il VI ed VII secolo sui resti di un tempio dedicato a Minerva, come vuole la leggenda, ipotesi suffragata dal ritrovamento di materiale di spoglio. Dopo aver accolto in custodia l'urna con le reliquie del Santo, l'edificio fu portato nel XIII secolo alle attuali dimensioni, mentre al XVII sec risale la "regia cappella", che custodisce le reliquie del sacro torace del Santo e il portico a tre arcate a tutto sesto, sulla facciata principale, risale al XVIII. Nel 1941 il santuario fu insignito del titolo di Basilica Pontificia. La Basilica presenta una pianta a tre navate scandite da una successione di archi a tutto sesto. Notevole, nello spazio presbiteriale, il sacello o capella in marmo del XVII secolo che conserva l'urna con i resti del torace di San Biagio e la statua argentea del santo, copia del simulacro inciso da Domenico De Blasio nel 1706 e trafugato nel 1976. La cappella fu dichiarata “regia” dal re Filippo IV d'Asburgo nel 1623. A lato della cappella una palla di cannone, residuo bellico inesploso dell'assedio francese del Castello del 1806
- TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 17-ICCD_MODI_3861675236271
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- ENTE SCHEDATORE Pontificia Facoltà Teologica "Marianum"
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
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