centro storico, di crinale, Rapolla, Strapellum (denominazione storica, 70 d.C. circa) (X)

Rapolla, X

Il centro è percorso da strette stradine che permettono di raggiungere la sommità del colle dove si trova la duecentesca cattedrale di Santa Maria Assunta, con portale romanico, campanile quadrangolare e rilievi bizantineggianti. Il centro storico è suddiviso in rioni. Nel rione Piano Castello sono visibili i resti delle mura di cinta con la torre circolare. Nel Largo Castello dove si trovano la Torre dell'Orologio e alcuni edifici storici, come Palazzo Lupo, Palazzo Brienza, Palazzo Megale e Palazzo Dardes si gode una vista spettacolare sulla valle. Nel centro di Rapolla si trova anche la chiesa di S. Lucia, la chiesa del Crocifisso e la chiesa dell'Annunziata

  • OGGETTO centro storico di crinale
  • CARATTERI AMBIENTALI Rapolla si trova a 439 m s.l.m. sulle falde nord est del Monte Vulture
  • LOCALIZZAZIONE Rapolla (Potenza) - Basilicata , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Regina Elena, Rapolla (Potenza)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo la tradizione, la sua origine risale al tempo delle guerre di Roma e di Annibale, e secondo alcuni studiosi Rapolla sarebbe nominata da Plinio nell'elenco delle città Daune, con il nome di Strapellum. Intorno al 984 nel territorio del monte Vulture giunge il monaco siciliano Vitale da Castronuovo, importante personaggio della comunità monastica di rito greco, e a Rapolla fonda eremi e chiese che poi affida al nipote Elia. Il destino di Rapolla è un destino di distruzione e di lenta ma progressiva decadenza. Il paese viene, infatti, distrutto quattro volte. La prima nel 1137, durante le lotte contro Corrado III di Svevia e Lotario II, re di Germania ed Italia. La seconda distruzione avviene nel 1183: il vescovo di Melfi contende a quello di Rapolla la posizione di preminenza. Quest’ultimo resiste e, allora, homines di Melfi destruxerunt Rapollam (Del Re 1945, 470). Segue la distruzione operata nel 1254 da Galvano Lancia, suo signore. Egli vuole che i suoi vassalli riconoscano Manfredi come reggente del regno. Gli abitanti di Rapolla, sobillati dal vescovo, rifiutano schierandosi dalla parte di Papa Innocenzo IV (1243-1254). La punizione di Manfredi e di Galvano è tremenda. La città da quel giorno inizia a decadere. La distruzione, operata dal conte Lando, avviene nel 1381, durante le guerre tra Giovanna I, fedele all’antipapa Clemente VII, e Luigi d’Angiò re d’Ungheria, sostenitore del papa Urbano VI. Non manca un feroce saccheggio compiuto dalle truppe di Lautrec nel 1528 che operano nel meridione, teatro di scontri tra i Valois e gli Asburgo. Dopo l'ennesima devastazione il paese ha difficoltà a riprendersi anche per via dei numerosi terremoti. Roberto il Guiscardo e i successori conti normanni Guglielmo, Liardo, Sansone di Rapolla e Guido da Rocca, migliorarono le condizioni generali di vita del paese dotandolo di mura e di un Castello. Oggi non c’è traccia del Castello. Così come non ve ne è dalla rocca longobarda che nel 982 ospita l’imperatore tedesco Ottone II. Dopo Galvano Lancia, Goffredo di Rapolla, partecipa alla congiura ghibellina contro Carlo d’Angiò. Proprio per questo, nel 1271, il feudo viene assegnato ad Herveo de Chevreuse (Enrico di Caprosia) e da ora ha inizio un frenetico succedersi di feudatari: Giovanni Galard (1275), Anelino de Toucy (1276), Leonardo, marito di Margherita de Toucy (1277) e Ugone de Sully (1279). Quest’ultimo in cambio di alcuni possedimenti in Terra d’Otranto, lo cede alla corona, la quale, a sua volta, lo affida al conte di Mirabella (1344). Tornato nel demanio regio, il feudo viene ceduto nel 1416 ai Caracciolo. Carlo V lo assegna a Diego Orlando di Medonza (1532). In seguito, dopo altri passaggi di proprietà, nel 1635 finisce nei possedimenti dei Caracciolo di Torella che lo governano fino al 1806, anno dell’eversione della feudalità. STORIA ECCLESIASTICA: la diocesi di Rapolla nasce prima del 1012 poiché a questa data Benedetto VIII dichiara suffraganeo di Siponto il vescovo di Rapolla (Ugelli 1707, VII, c. 820). In seguito ad a una bolla papale del 1068 la diocesi, insieme a quella di Melfi, viene sottomessa alla sede apostolica. Con i Normanni la diocesi si arricchisce di privilegi feudali e di dipendenze ecclesiastiche. La ricchezza della diocesi è destinata a scemare. Nel 1528 è nominato vescovo Antonio Pucci. Egli, però, rinuncia in favore del nipote Giannotto, già vescovo di Melfi. Ecco riunite in una sola persona le due diocesi tra le più grandi della regione. Il 16 maggio 1528, con decreto di Clemente VII, la diocesi di Rapolla viene unita a quella di Melfi. Oggi Rapolla conserva il titolo di diocesi, ha il capitolo della Cattedrale, la Mensa vescovile e mantiene, fino a tutto il 1962, gli uffici di curia per i paesi di Atella, Rionero, Ripacandida, Ginestra, Barile e Monticchio. La chiesa di S. Lucia ha uno stile bizantino, l'esterno presenta una facciata priva di decorazioni, un portale ad arco a tutto sesto e stipiti con capitelli decorati con foglie d'acanto. L’interno e a tre navate con volte a botte e con sei arcate per lato. La cattedrale, intitolata a S. Maria Assunta, risale al 1209, quando a dare il via ai lavori è il vescovo Riccardo. Il progetto è dell’architetto-scultore Melchiorre da Montalbano, il quale la edifica nel luogo in cui in precedenza sorgeva l’antica cattedrale paleocristiana, andata distrutta dai melfitani nel 1183. La chiesa originariamente ha la pianta a croce latina, a tre navate ed è consacrata nel 1253. Tra il 1310 e il 1314 il vescovo Pietro di Catalogna aggiunge alle navate esistenti una quarta, coprendola con volte a cordoncino. Questo tempio segue le sorti imposte dai vari terremoti: lesioni o distruzioni e ogni volta risorge. 1456: distruzione quasi totale. 1694: crollo totale e ricostruzione grazie all’offerta fatta da papa Benedetto XIII anni dopo in visita alla zona. STORIA SISMICA: il terremoto del 1694/09/08 causò danni gravi: crollarono totalmente o parzialmente 100 case; furono gravemente danneggiati la cattedrale, di cui crollò parte del campanile, le altre chiese e il palazzo baronale. Il terremoto del 1851/08/14 ha causato gravi danni soprattutto nell'interno degli edifici e furono danneggiate le chiese di S. Ilaria della Provvidenza, la chiesa del SS. Crocifisso e la chiesa di S. Rocco; crollano in parte il palazzo baronale, l'arcivescovado e la cattedrale. Nel terremoto di sei anni dopo i danni furono pochi e consistenti in fenditure e crepe. La scossa del 1930 causò morti, feriti e gravi danni a 40 case
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700204633
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio della Basilicata
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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