centro storico, montano, difensivo, Castelgrande, Castrum Grandinis (denominazione latina, epoca medievale), Castrum de Grandis (denominazione latina, epoca medievale), Castrum Grandis (denominazione latina, epoca medievale), Castellogrande (denominazione storica), Castello di Grandine (denominazione storica), Castelgrandino (denominazione storica, cit. 1807) (ante XI)

Castelgrande, XI ante

Il centro storico, arroccato su uno spuntone di roccia, è impreziosito da palazzi storici con decorazioni in pietra scolpita e caratteristiche stradine e vicoli. Del Castello angioino, situato sulla sommità del paese, e delle mura che da esso partivano si possono ammirare gli ultimi ruderi con una porta d’ingresso. Tra le altre testimonianze storico-architettoniche figurano il Palazzo Cianci, costruito agli inizi del 1600, e la chiesa madre dedicata all'Assunta, eretta nel 1631 ma ricostruita quasi interamente dopo che il sisma del 1980

  • OGGETTO centro storico montano, difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI Centro dell'Appennino Lucano, posto a 950 metri s.l.m. sul versante sudoccidentale del Toppo di Castelgrande, nella parte nord-occidentale della provincia di Potenza, nelle vicinanze del lago di Muro Lucano
  • LOCALIZZAZIONE Castelgrande (PZ) - Basilicata , ITALIA
  • INDIRIZZO Piazzetta Potito de Sanctis, Castelgrande (PZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il luogo fu abitato fin dal V secolo a.C. ma le origini nel borgo risalgano intorno all'anno Mille. Nel Medioevo Castelgrande fu feudo della Contea di Conza e citato in documenti medievali come CASTRUM GRANDINIS o De Grandis o De Grande, insediamento gotico divenuto possesso dei conti di Balvano in epoca normanno-sveva. Secondo alcuni studiosi fu così chiamata perché vi si trovava il castello più grande della zona; il primo riferimento risale al 1239, in quella fase in cui l’Imperatore Federico II impartisce disposizioni rispetto alla manutenzione dei castelli. Fu soggetta a varie dominazioni e infeudata a più signori: dopo essere appartenuta sul finire del XIII secolo a Giovanni Pipino, agli inizi del Trecento entrò tra i possedimenti della contessa Filippa d’Alba in seguito a una permuta con le terre di Albano di Lucania; successivamente fu assegnata ai Sanseverino, cui subentrarono i Ruffo, i Carafa di Stigliano e poi i baroni D'Anna di Laviano. Il terremoto del 1980 causò danni gravi: in tutto il territorio comunale le unità edilizie distrutte o danneggiate più o meno gravemente furono 1278; crollò quasi completamente la chiesa madre di S. Maria Assunta, di cui rimasero in piedi soltanto la facciata e la torre campanaria
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700204563
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio della Basilicata
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
    (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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