centro storico, difensivo, agricolo, religioso, Poggiorsini (XII)

Poggiorsini, XII

Centro della provincia di Bari. Presenta funzioni residenziali, produttive, artigianali e religiose

  • OGGETTO centro storico difensivo, agricolo, religioso
  • CARATTERI AMBIENTALI Il centro sorge a 460 m s.l.m. e confina con Genzano di Lucania, Gravina in Puglia e Spinazzola. Il territorio comunale si estende per 43 km² ed è interamente compreso nell'altopiano delle Murge. Il centro urbano si affaccia sul vallone del torrente Roviniero, affluente del Basentello. La campagna di Poggiorsini è ricca di uliveti, vigneti e estesi campi coltivati a cereali
  • LOCALIZZAZIONE Poggiorsini (BA) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Piazza Addolorata, Poggiorsini (BA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La documentazione archeologica rinvenuta nell'agro di Poggiorsini, il più piccolo centro del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, permette di datare l'antropizzazione del territorio nel Paleolitico antico. La massiccia frequentazione dell'area è giustificata dalla presenza di numerose sorgenti d'acqua perenni che lambiscono il poggio, ancora oggi individuabili nelle contemporanee fontane D'Ogna e Latrigna nonché nei torrenti di Capo d'Acqua e di Roviniero. L'ulteriore punto di forza dell'area è determinato dalla sua collocazione strategica a metà strada tra gli antichi centri di Silvium, Gravina in Puglia, e Ad Pinum, Spinazzola, lungo il tracciato dei tratturi in particolar modo sul margine stradario della cosiddetta via di Cipro, arteria viaria extraurbana nota come tratturo dei Pezzenti. A favorire l'antropizzazione del territorio ha contribuito anche l'habitat rupestre, caratterizzato dall'insistenza capillare di cavità naturali, naturalmente predisposte all'uso abitativo come il complesso caveoso di Grottellini presso masseria Salomone ad ovest rispetto al paese contemporaneo. Quest'area archeologica è costituita da un complesso sito pluristratificato, frequentato dal Neolitico al tardo medioevo. L'agro di Poggiorsini si configurava quale nodale crocevia, obbligato ed esclusivo almeno fino alla costruzione della via Traiana, per il raggiungimento dei lidi adriatici e ionici dai defilati monti lucani. In epoca imperiale fu statio posta sul tracciato della via Appia. Le prime tracce riferibili ad un vero e proprio centro abitato, oggi non più rilevabili nel paese ma solo nel castello extraurbano di Garagnone, riconducono al basso medioevo. Questo periodo, come per la maggior parte dei centri pugliesi, fu segnato dalla feudalità normanna, infatti in quell'epoca Poggiorsini era suffraganea di castel Garagnone, maniero fortificato posto sotto il vessillo degli Altavilla fino al 1190. Nel 1197, il feudo passava alla delegazione barlettana dei Cavalieri Gerosolimitani di Malta, proprietari di numerose contrade nell'agro di Poggiorsini. Il borgo ha fortemente subito la presenza, spesso dispotica, del clero capitolare e delle famiglie nobiliari della vicina Gravina in Puglia. Dalla documentazione di epoca normanna rinvenuta si evince l'antico toponimo, di origine fitonimica come per la maggior parte dei centri pugliesi, di Mons Folicatus, ossia monte del fogliame: una contrada posta in altura la cui peculiarità era determinata dall'abbondanza di vegetazione spontanea che copriva la collina e la valle intorno a Poggiorsini. L'antico toponimo muta, come si attesta in un documento del 1197, in Curtem Templi in riferimento alla presenza templare: tale denominazione sopravvive fino alla soppressione dell'ordine cavalleresco nel 1308. La riorganizzazione territoriale promossa dai Normanni predispone l'edificazione di diversi castelli 'arerei', posti come vedetta nelle vaste distese collinari alto-murgiane: tra questi si annoverano il vicino castello di fondazione normanna di Monteserico, a coronamento della difesa di Genzano di Lucania, e nei pressi di Poggiorsini il castello arroccato di Garagnone. Il maniero mimetico, noto come 'l'invisibile' perché saggiamente costruito con blocchi di pietra murgiana, alla sue spalle guarda in direzione dell'Adriatico, di fronte invece alle vallate pugliesi e lucane, lambite dai corsi d'acqua Rovinero e Basentello. Lo status quo attuale è il risultato del terremoto del 1731 che lo distrusse quasi completamente. Il castello durante l'impero federiciano venne ristrutturato e adeguato a domus, posta a controllo della viabilità commerciale della via Appia, che raccordava i territori da Spinazzola ad Altamura con i nuovi assi viari verso l'Adriatico, Ruvo, Corato, Andria e Barletta. Nel 1273 i territori comprendenti Mons Folicatus, Grottelini e, ad est, Montegrosso vennero annessi a Gravina in Puglia. Il toponimo fotonimico normanno venne sostituito da un altro, invero anch'esso originato dalla flora presente nel territorio, ossia Macula Veterana ad indicare la distribuzione capillare di plurime macchie e boscaglie. Tale ricchezza naturalistica, la cui biodiversità influenzò anche le diverse cultivar presenti nel territorio, è ben descritta nel passaggio di proprietà in favore della famiglia gravinese degli Orsini, datato 1609. Il XVI secolo fu segnato dal continuo giogo feudale, determinato da continue lotte per il controllo di Macchia Veterana tra nobili di Gravina e Altamura: alle laiche contese si aggiunsero anche i religiosi, Agostiniani e Francescani di Gravina, che rivendicavano diritti di proprietà sul territorio. A partire dal 1609 l'area divenne proprietà privata degli Orsini, duchi di Gravina. Nel XVII secolo si apre la lunga e stabile fase 'casalina' del borgo, il cui toponimo muterà definitivamente in Poggio degli Orsini. La costruzione del casale fu commissionata dal duca Michele Antonio Orsini come risulta da un apprezzo del 1686. I feudatari fecero costruire il palazzo ducale, le cui vicende costruttive andarono dal 1723 al 1727, e la chiesa dedicata a Maria Santissima dei Sette Dolori, patrona della borgata. Con gli Orsini si consolida la strutturazione urbana del borgo, dotato del cimitero annesso alla chiesa, del molino, del forno e del mattatoio. Nel 1808, in seguito alla soppressione della feudalità, Poggiorsini divenne frazione di Gravina in Puglia. Il terremoto del 1930 ha causato la distruzione della maggior parte degli edifici orsiniani d'età moderna. Nel 1937, infatti, si apre ai fedeli la nuova chiesa parrocchiale immersa tra le nuove costruzioni abitative, che determinarono un omogeneo sviluppo urbanistico a scacchiera intorno a Piazza del Popolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365466
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bari
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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