centro storico, difensivo, Noicattaro, Locus Noa (denominazione storica, X secolo), Noja (denominazione storica) (X)

Noicattaro, X

Città consolidata caratterizzata da margini fisici naturali e artificiali, delimitata da viabilità e quartieri storici di formazione, esposta a est. Presenta funzioni di culto, residenziali e pubbliche

  • OGGETTO centro storico difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI Il Comune occupa aree pianeggianti calcarenitiche con incisioni fluvio-colluviali. Il territorio parte da un'altitudine di 20 m s.l.m. e inizia a salire dolcemente verso il centro abitato che si trova a circa 100 m s.l.m., fino ad arrivare ad un'altitudine di 165 m s.l.m. verso Casamassima. Il territorio nojano, caratterizzato da doline e piccoli avvallamenti, può considerarsi il primo gradino delle Murge. Le lame (Lama San Giorgio e Lama Giotta) lambiscono il territorio comunale da nord a sud
  • LOCALIZZAZIONE Noicattaro (BA) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Madre Chiesa, Noicattaro (BA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Noicattaro si colloca in un territorio ricco di testimonianze relative alla presenza umana sin dalle fasi più antiche del Neolitico, attestate lungo il litorale (insediamento di Scamuso) e sui bassi terrazzi murgiani solcati dalle lame (Torre delle Monache, Madonna delle Grazie). Risalgono al VI sec. a.C. le necropoli peucete rinvenute a partire dai primi anni del Novecento in numerose contrade (Cipierno, Trisorio, Calcaro). Tuttavia, le prime notizie documentate che permettono di descrivere la città risalgono al X e all’XI secolo d.C. In questo periodo il Locus Noa, sotto il suo primo signore, Goffredo Conte di Conversano, a cui si deve probabilmente la costruzione del castello, doveva essere un piccolo villaggio cinto da mura e protetto da una torre feudale e una chiesa, attorno alle quali si disponevano le abitazioni. Il ‘castello’, in realtà un palazzo ducale, fu fatto costruire probabilmente da Goffredo. L'abitato doveva avere forma quasi circolare, delimitata da un vasto e profondo fossato di circa 5 metri. Il fossato circuiva l’ambito dell’antico paese. In prossimità di piazza Umberto vi era la cosiddetta Porta del fossato in attacco al castello. Entro il perimetro della vecchia Noja si svolgeva un intricato dedalo di vie strette e di piccole piazzette, abitazioni con prospetti bugnati, balconi sostenuti da mensole. All''interno delle mura lo spazio era suddiviso in rioni. Dopo alterne vicende, consolidatosi con gli Svevi il potere imperiale in Italia meridionale, Federico II nominò nel 1187 Cornelio de Vulcano primo conte di Noa, per i meriti conseguiti da crociato in terra santa, ma alla sua morte la contea di Noa, arricchitasi probabilmente in questo periodo della Chiesa madre, venne di volta in volta incorporata nei domini dei paesi limitrofi. Dopo un secolo di duri contrasti tra Aragonesi ed Angioini il trattato di Lione convalidò la sovranità degli Spagnoli sull’Italia meridionale, nel 1510 Noa, Noja, superata una stagione buia, passò alla famiglia Azzia, il cui ultimo esponente, Pietrantonio, nel 1536 vendette alla regina di Polonia Bona Sforza la contea di Triggiano, Noja inclusa. Divenuta vedova ed avendo rinunciato al trono per il figlio, nel 1555 Bona Sforza si ritirò nei suoi possedimenti in terra di Bari, accompagnata dal cavaliere napoletano Gian Lorenzo Pappacoda. Gian Lorenzo Pappacoda (1541-1576), divenuto marchese e signore di Noja per volere di Bona Sforza, rinforzò le mura di cinta cittadine e contestualmente avviò la costruzione della Chiesa della Madonna del Carmine. A Gian Lorenzo successe Gisulfo (1576-1592). In occasione delle nozze di sua sorella Isabella, questi offrì in dote al marito di lei, Pompeo Carafa, il feudo di Noja, che divenne ducato nel 1601. Con Pompeo si apre la lunga stagione dei Carafa a Noicattaro. Durante il ducato di Pompeo migliorarono sensibilmente le condizioni di vita di ampi strati della popolazione. Questo nuovo benessere permise una rapida evoluzione dell’edilizia urbana, con il progressivo abbandono delle catapecchie, la modificazione dei “bassi”, ambienti sotterranei utilizzati come abitazione-stalla-deposito, l’affermazione delle scale esterne per l’accesso ai piani superiori delle abitazioni e la comparsa delle abitazioni per il nuovo ceto medio. La dominazione dei Carafa terminò con Giovanni IV (1800-1806), il cui breve governo fu travolto nel 1806, anno in cui si registrò la fine del feudalesimo nei territori del sud-est barese. Nell’Ottocento Noja venne colpita dalla peste, mentre era nelle mani dei Borboni. Per limitare il contagio un’ordinanza di Ferdinando di Borbone obbligò a bruciare tutto ciò che era venuto in contatto con la malattia. Così andò perduta gran parte della storia documentata e delle testimonianze artistiche noiane. Nel giugno del 1816 si registrò l’ultimo caso di peste, dopo questo periodo il paese conobbe una rinascita sociale ed economica. Si procedette alla bonifica edilizia di Largo Pagano, furono realizzate nuove strade d’accesso al centro antico e si appaltò ai privati la realizzazione di fogne. Nei primi anni dell’Unità d’Italia il comune fece demolire la porta d’accesso al paese, divenuta simbolo dell’odiata depressione borbonica, e decise di cambiare nome. A partire dal 1863 Noja si chiamò Noicattaro, intendendo forse richiamarsi a Katri, il leggendario centro peuceta ubicato verso il mare. In questi anni viene allestito il teatro comunale, l’ospedale civile e l’ospizio per i poveri nel convento dei Cappuccini. Nel frattempo l’incremento demografico rese necessaria la realizzazione di nuovi quartieri residenziali. Con la fine della seconda guerra mondiale, si rilevò un nuovo benessere economico grazie al quale si investì in particolar modo nel settore dell’edilizia privata: sorsero i nuovi quartieri residenziali dalla caratteristica tipologia a due piani. Negli anni Novanta, Noicattaro è stata fornita di servizi pubblici quali il mercato coperto, la biblioteca, il parco comunale ed il nuovo municipio, ma si è mostrata scarsa attenzione alla salvaguardia dei beni storico-artistici. Ad esempio la Chiesa del Soccorso è stata abbattuta per fare spazio alla piazza Umberto I, l’antico e prezioso altare settecentesco della Chiesa della Lama è stato sostituito con uno moderno e la chiesa madre ha subito diversi e discutibili interventi di restauro. In questo periodo si segnala anche una fase di ampliamento della struttura urbana di Noicattaro, in direzione Torre a Mare e Rutigliano, con la costruzione di nuovi quartieri abitativi mediante interventi di edilizia privata. Si registra ancora l’accentuarsi del degrado del centro storico
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365464
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bari
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'