centro storico, murato, Grumo Appula, Grumum (denominazione storica, IV secolo a.C.) (XII)

Grumo Appula, XII

Centro della provincia di Bari. Presenta funzioni residenziali e pubbliche

  • OGGETTO centro storico murato
  • CARATTERI AMBIENTALI Il territorio si estende per circa 81 km² e parte di esso rientra nel parco nazionale dell'Alta Murgia, all'interno del quale si trova la pineta comunale Lagopetto. Le caratteristiche climatiche e morfologiche consentono la coltivazione di uliveti e vigneti
  • LOCALIZZAZIONE Grumo Appula (BA) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Campanile, Grumo Appula (BA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le tracce più datate relative alla frequentazione antropica nell'agro dove oggi sorge il paese risalgono all'epoca peuceta. Nel territorio comunale sono state rinvenute numerose sepolture a fossa terragna riconducibili alla prassi sepolcrale peuceta, il cui cerimoniale funebre prevedeva l'inumazione del defunto corredata dell'ampio corredo numismatico e domestico appartenuto in vita. Studiosi locali sostengono che il toponimo trarrebbe origine da grumum, termine utilizzato per indicare una concentrazione di case. Nel IV secolo a.C., Grumum batteva moneta propria: la documentazione numismatica disponibile vede impresse effigi equine e bovine, quasi ad enfatizzare la principale fonte di ricchezza del villaggio. In epoca romana Grumo fu elevata a municipium similmente a quanto accadde per le vicine Butuntum e Rubi. L'etnia degli antichi grumbestini fu classificata dai Romani tra i popoli Calabri e non tra quelli Apuli. In epoca imperiale Grumum, situata a metà strada fra gli importanti centri di Canosa e di Taranto, mutò attività, passando dall'antico allevamento bovino ed equino a quello ovino. La disamina dei toponimi di diverse contrade casaline che insistono nell'attuale territorio comunale, come per esempio la contemporanea frazione di Quasano, da Caesianum (tenuta dei Caesii), indica l'attestazione di numerosi latifondi romani d'epoca bassoimperiale. L'alto medioevo grumese continuò ad essere caratterizzato da una configurazione eterogenea, definita 'a macchia di leopardo' da numerosi casali, abitazioni rustiche che si addossavano tra loro: tale 'affollamento' soddisfaceva la duplice funzione difensiva e intercomunicante. I casali grumesi che si attestano a partire dall'età catepanale riconducono a quelli di Agnano, di Mascerano, di Arcamone, di San Felice, e delle Matine. Alla età bizantino-catapanale si ascrive anche il pozzo di Mellitto, nei pressi dell'omonimo santuario mariano, la cui tecnologia idrica fu migliorata in età normanna. Il basso medioevo si apre con la grande stagione normanna, periodo in cui verrà istituita la feudalità. Dalle fonti disponibili si apprende che il primo signore del paese fu un certo Roberto, dominatore di Gravina, Bitetto e Toritto. Nel 1169 Grumo era suffraganea della contea di Conversano. Tra la fine dell'XI secolo e l'inizio di quello successivo l'abitato era bipartito in due aree: quella 'a macchia di leopardo' dei preesistenti casali ancora abitati e quella disposta intorno all'attuale chiesa madre. Intorno al borgo correva un muro di cinta, oltre il quale c'era un fossato. L'antico toponimo dell'attuale Piazza Mercato era indicato con la dizione 'sopra il muro' ad indicare la presenza del muro di cinta, che si estendeva tra forno Cavalluzzi e il Rosario. In posizione mediana, al centro dell'abitato costretto entro il perimetro murario, sorgeva la chiesa madre dedicata a Santa Maria Assunta. La torre campanaria della matrice costituisce ancora oggi la vivida testimonianza dello stile romanico-pugliese defilato in area murgiana. In epoca manfrediana fu costruito il castello nel luogo dove attualmente si erge palazzo Mannaro Scippa, sul limite estremo del Borgo a guisa di sperone angolare della cinta muraria, nella quale s'incastonava. Mentre con gli Angioini il paese visse una lunga fase di repressione con il successivo dominio aragonese s'intensificarono i rapporti commerciali specie con Venezia. Sul finire del XVI secolo si verifica un notevole aumento demografico, che rese necessaria l'espansione urbanistica oltre il vecchio Borgo centrale. In questo momento il preesistente perimetro murario fu oltrepassato tanto a sud quanto a nord. Nell'immediato suburbio meridionale iniziò a costituirsi un nuovo quartiere, denominato Terra: il nucleo abitativo cinquecentesco era determinato dalle tipiche case-palaziate, più grandi e comode rispetto alle case turrite insistenti nel borgo bassomedievale. L'ulteriore agglomerato urbano di fondazione cinquecentesca si formò introno alla cappella preesistente di San Lorenzo: questo quartiere fu chiamato Foragginale. In epoca tridentina fu ricostruita la matrice, eccezion fatta per la torre campanaria, secondo il topico impianto rinascimentale a croce greca con cupola impostata all'incrocio dei bracci. Tra la fine del XVII secolo e l'inizio di quello successivo furono commissionati lavori pubblici, il terzo rifacimento e l'allargamento della Chiesa Matrice, i lavori al Lagopetto (conca naturale dove convogliava l'acqua piovana) e la costruzione della cisterna di Monteverde. Nel corso del XIX secolo, in modo particolare nel periodo post-unitario, si avvia il lento processo di espansione dell'abitato extra moenia, determinato dall'edificazione di palazzi gentilizi in stile neoclassico, liberty e umbertino
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365457
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bari
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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