centro storico, radiale, difensivo, Bitetto (X)

Bitetto, X

Presenta funzioni residenziali, di frequentazione, viaria e pubblica. Dalla fotografia aerea del centro antico di Bitetto è possibile scorgere con puntualità geometrica l'impianto urbanistico poligonale, quasi un ottagono che si sviluppa radialmente a partire dal centro, grossomodo individuabile nell'angolo che si forma all'incrocio tra Via Giannini e Via XXIV Maggio. Della cinta muraria persiste un breve settore a completamento-aggancio di Porta Piscina: il fornice urbico bassomedievale è situato in corrispondenza della via che da Bitetto conduceva a Bari, a ridosso del palazzo baronale settecentesco. L'andamento murario pseudo-ottagonale è facilmente intuibile se si segue il tracciato degli abitati che lambiscono l'anello più esterno del borgo. La città di Bitetto, intesa come area pluristratificata nel corso della storia, contiene due siti corrispondenti ad altrettanti fasi storiche: Bitetto (città medievale), Bitetto (città moderna). Ad ogni sito riconducono diverse unità topografiche, edifici di culto e architetture civili costruite entro il compartimento cronologico del sito di riferimento

  • OGGETTO centro storico radiale, difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI Bitetto è situato nell'entroterra barese, a 17 km dal capoluogo e alle pendici delle Murge. Il territorio è prevalentemente pianeggiante, pur presentando un'escursione altimetrica di 97 m. L'insediamento infatti passa da un'altitudine minima di 92 m a una massima di 18
  • LOCALIZZAZIONE Bitetto (BA) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Piazza del Popolo, Bitetto (BA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'attestazione archivistica più datata che attesta la presenza di Bitetto, quale organismo urbanistico unitario, è riconducibile al X secolo, durante l'età catepanale: il documento stabilisce l'impegno degli abitanti residenti 'in loco Vitecte' a pagare un censo annuale all'Achidiocesi di Bari. Nel 1011 l'area dove oggi sorge la città fu il campo della battaglia tra il filo-normanno Melo di Bari e il catepanato bizantino. Nel corso dell'XI secolo Bitetto fu elevata a sede vescovile suffraganea della metropolia barese. La fondazione di Altamura e della sua cattedrale palatina per volere di Federico II comportò per decreto imperiale l'assoggettamento di Bitetto alla neonata città federiciana, dove si stabilirono molti bitettesi. Con l'ascesa degli Angioini, Bitetto fu tra le città più ricche della Terra di Bari: a questo periodo si datano diversi edifici del centro antico. La calata degli Ungheresi nella Puglia centrale per regolare la successione dinastica dopo Roberto d'Angiò interessò anche Bitetto, che nel 1349 fu saccheggiata e razziata. A partire dall'età moderna iniziarono i numerosi passaggi di proprietà dal demanio reale alle diverse casate feudatarie: in primis gli Arcamone e i de Attendolis, questi ultimi talmente autoritari da provocare l'allontanamento del vescovo. Nel corso del XV secolo si registrò il progressivo peggioramento delle condizioni della popolazione bitettese causati principalmente dalla forte ondata di peste del 1489. Nel 1731 il regio demanio borbonico sottrasse il feudo di Bitetto, comprendente anche Carbonara, Binetto, Erchie e Mesagne. Successivamente tornò sotto il governo feudale con il barone Francesco Noya di Mola di Bari, di origine fiamminga, che fece edificare nei pressi delle mura il suo palazzo. Il sito medievale è caratterizzato da una pianta poligonale i cui lati corrispondono al perimetro murario, oggi distrutto quasi totalmente, eccezion fatta che per alcuni brevi settori murari a completamento della principale porta urbica: Porta Piscina o Barese. L'arteria viaria principale che divide in due macro-isolati la civitas è costituita da Via Porta Piscina, che collega suddetta porta, all'altro fornice urbico, oggi non più esistente, ossia Porta Comunale: questa strada conduce all'ormai soppressa sede episcopale, dotata della chiesa Cattedrale e dal palazzo diocesano. L'ulteriore accesso urbico alla civitas era costituito da Porta Maddalena, così chiamata per via della vicinanza con la chiesa omonima: da questo accesso diparte la strada che conduce a Bitonto. Le tracce più significative di Bitetto medievale sono costituite dalla Cattedrale di San Michele Arcangelo, Porta Baresana o Piscina, la Casa-torre dei Cavalieri di Malta e la chiesa sita nell'area suburibiale di Santa Maria La Veterana. Al sito corrispondono diversi interventi di ammodernamento di gusto barocco e tardo-barocco riscontrabili nei cappelloni, particolareggiati dal napoletaneggiante estradosso cupolare maiolicato, della cattedrale micaelica nonché Palazzo Noya, sede palatina del locale baronato, addossato direttamente al settore murario bassomedievale, posto a completamento del fornice urbico di Porta Piscina. Ulteriori edifici di culto di età moderna si riscontrano nell'area suburbiale, appena extra muros: essi sono costituiti dalle chiese di San Domenico, di San Rocco di Montpellier e dal Santuario extraurbano del Beato Giacomo, frate illirico del quale si custodiscono le spoglie. Non si registrano quartieri costruiti ab imis fundamentis in età moderna, trattandosi perlopiù di sopraelevazioni e/o ammodernamenti di edifici preesistenti che insistono all’interno del perimetro murario medievale. Dopo l'abolizione napoleonica della feudalità, il barone Noya si allontana da Bitetto. L'espansione extra moenia del paese stenta ad affermarsi, in quanto gli abitanti preferiscono continuare ad abitare entro il preesistente perimetro murario. Quest'ultimo verrà progressivamente abbattuto nel corso del XIX secolo, eliminando il confine tra il borgo bassomedievale e la città contemporanea. La strada principale dove si affacciano i palazzi otto-novecenteschi, specie quelli in stile liberty, è costituita da Via Beato, arteria viaria che collega il centro del paese al santuario conventuale del Beato Giacomo, che prima dell'Ottocento era situato in aperta campagna. Tra i principali monumenti d'arte contemporanea del paese un posto di rilievo spetta alla stele dei caduti bitettesi della Prima Guerra Mondiale. L'obelisco commemorativo costituisce l'iconema del paese novecentesco, ergendosi sulla piazza, contemporanea agorà pubblica, come un obelisco in pietra di Trani, corredato delle debite iscrizioni bronzee in pendant con l'apicale effige della vittoria alata. L'opera risale al 1923
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365444
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bari
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
    (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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