centro storico, di pianura, costiero, Taranto, Taras (denominazione originaria) (VIII a.C)

Taranto, 706 a.C - 706 a a.C

Taranto nasce su una piccola isola che, ai tempi dei greci, divenne l’acropoli che si ergeva sull’omonimo Golfo. La città, nel corso dei secoli, si è sviluppata lungo tutte le coste, a partire dal nucleo storico dell'isola; si può anzi affermare che la caratteristica costante della storia urbanistica di Taranto sia stata la progressiva espansione da tale nucleo principalmente in direzione est. La millenaria storia di Taranto ha lasciato nel territorio una vasta e poco conosciuta testimonianza del suo passato. Possiamo distinguere più luoghi di interesse presenti sul suo territorio che testimoniano la sua importanza storica e culturale: dagli antichi luoghi di culto, tra i quali i resti del Tempio Dorico di Poseidone, i resti archeologici delle necropoli greco-romane e delle tombe a camera, alle chiese e ai palazzi appartenuti alle famiglie nobili e alle personalità illustri della città. Numerose anche le cripte, gli ipogei, i monasteri, i santuari e le edicole votive. Tra le testimonianze storico-architettoniche spiccano: la Cattedrale di San Cataldo o Duomo di San Cataldo nel cuore del centro storico; la chiesa di S. Domenico Maggiore edificata nel 1302 sui resti di un tempio greco risalente al VI secolo a.C.; l'ex Convento di San Domenico Maggiore, una struttura seicentesca edificato nel XIV sec.; il convento e chiostro di San Michele; il Palazzo Pantaleo; il Palazzo d'Ayala Valva; l’ipogeo De Beaumont Bonelli Bellacicco che ospita il museo spartano. Vicino ad un'antica depressione naturale del banco di roccia sopra cui sorge il borgo antico della città, sorge il Castel Sant’Angelo, una ricostruzione Aragonese di una precedente fortezza normanno-sveva-angioina costruita nello stesso luogo

  • OGGETTO centro storico di pianura, costiero
  • CARATTERI AMBIENTALI Il "Borgo Antico" della città di Taranto o “Città Vecchia” occupa interamente una piccola isola sul mar Ionio collegata a nord-ovest alla cosiddetta "città nuova" da un ponte in pietra ad archi (ponte di Porta Napoli) mentre a sud-est è unita alla penisola del "Borgo nuovo" da un ponte girevole (ponte di San Francesco di Paola) che sovrasta un canale che unisce il Mar Grande al Mar Piccolo
  • LOCALIZZAZIONE Taranto (TA) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Duomo, Taranto (TA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il territorio su cui sorge successivamente la città di Taranto è stato abitato sin dal Neolitico antico. Successivamente la penisola è stata sede di un villaggio dell’età del Bronzo e poi di un insediamento dell’età del Ferro, ascrivibile all’orizzonte culturale iapigio/messapico (proprio cioè delle popolazioni indigene della Puglia che abitavano il Salento). Alla fine dell’VIII secolo a.C. il promontorio ora corrispondente all’isola, viene occupato da coloni greci provenienti da Sparta, che fondano la città di Taras. La polis greca, originariamente limitata al promontorio ed all’area immediatamente ad est, conosce, nella seconda metà del V secolo a.C. una notevole espansione verso est: l’area dell’abitato, organizzato secondo una maglia regolare, sovrapponendosi alla necropoli della fase precedente raggiunge la superficie complessiva di circa 75 ettari mentre le mura che vengono edificate in questo stesso periodo e che, caso singolare per una città greca, racchiudono sia l’abitato che la necropoli, sono lunghe complessivamente 11 chilometri. La polis greca, che raggiunge il massimo del suo sviluppo e della sua ricchezza intorno al IV secolo a.C. entra in conflitto con Roma, che la conquista definitivamente nel 209 a.C. Nel 123-122 a.C., nel luogo della polis viene dedotta la Colonia Maritima Neptunia Tarentum, che rappresenta il primo intervento romano di riorganizzazione istituzionale ed amministrativa e, negli anni successivi alla Guerra sociale (90-89 a.C.) la città diventa un municipium, il che comporta la piena integrazione nel sistema politico romano, la sua iscrizione alla tribù Clodia e la sua definitiva romanizzazione. Tali interventi comportano naturalmente delle trasformazioni urbanistiche, ma sia la città romana che quella del periodo tardoantico (tra il IV ed il VI secolo d.C.) occupano grosso modo la stessa area dell’abitato precedente, anche se tra le due fasi si possono notare delle differenze, anche piuttosto significative, nella destinazione d’uso di alcune zone urbane. In età bizantina (X sec.), al termine di un processo plurisecolare di cui non sono ancora perfettamente chiari tutti i passaggi, l’area abitata si riduce all’area della antica acropoli greca (che in età aragonese, con la realizzazione di un fossato che sarà poi approfondito in età moderna, viene artificialmente trasformata in un’isola), dove rimarrà localizzata fino alla fine del XIX secolo. L’insediamento medievale di Taranto si sviluppa prevalentemente nell’area dell’acropoli di età greca e romana, dove ha sede l’attuale Città Vecchia. Questo processo di ridimensionamento della città non avviene tuttavia in maniera immediata e si può considerare definitivamente compiuto solo a partire dal X secolo. L’area dell’antica acropoli (che, tra il IV ed il V secolo d.C. era diventata periferica, rispetto a quello che è l’attuale quartiere Borgo) inizia ad essere ripopolata tra la fine del VI e, più probabilmente, gli inizi del VII secolo d.C. A tale periodo si data infatti un edificio ecclesiale rinvenuto durante recenti scavi effettuati nella Cattedrale di San Cataldo, consistente in un impianto basilicale a tre navate con abside centrale semicircolare, in uso fino al X secolo. Anche la presenza, nell’area del tempio dorico di piazza Castello, di silos datati al VI/VII e al VIII secolo d.C. lascia ipotizzare una probabile frequentazione a carattere abitativo dell’area a partire da quest’epoca. Tuttavia l’area della città bassa non fu del tutto abbandonata: nell’area di Montedoro (nella zona centrale del Borgo) sono state rinvenute epigrafi funerarie relative in ebraico; nella stessa area, nei pressi della chiesa del Carmine sono state rinvenute tombe datate, sulla base degli oggetti d’ornamento personale presenti in alcune di esse, alla fase bizantina. Sepolture contenenti fibule di tipo “Balgota” databili al VII secolo sono state rinvenute nell’area dell’odierna Via Nitti. Tombe bizantine sono infine state rinvenute in zona Santa Lucia (dove era situata una delle aree di necropoli della città romana), una delle quali ha restituito gli orecchini in oro databili all’XI secolo. Nel periodo compreso tra il VI ed il X secolo la città attraversa momenti piuttosto tumultuosi. Nel 668 Taranto viene conquistata dai Longobardi, che vi rimangono fino all’anno 840, quando viene invasa dai Saraceni, che ne fanno un emirato per ben 40 anni. Riconquistata dai Bizantini nel 890, viene nuovamente saccheggiata e parzialmente distrutta dai Saraceni nel 928. Nonostante ciò, le fonti contemporanee a questi avvenimenti sottolineano la relativa floridezza della città e supportano l’idea di una città piuttosto popolata e abbastanza estesa per tutta la fase altomedievale. Si può dunque ritenere che il definitivo abbandono dell’area ad est dell’acropoli si sia verificato tra X e XI secolo, a partire dalla definitiva riconquista bizantina di Taranto avvenuta nel 967 sotto l’imperatore Niceforo II Foca. Sotto il dominio bizantino viene ampliata la superficie abitabile dell’antica acropoli, con la realizzazione di un deposito artificiale lungo la linea di costa settentrionale, costituito in parte con materiali di reimpiego. L’area viene munita di una cinta muraria dotata di una porta affiancata da torri sul lato orientale, che si imposta parzialmente sui resti di quella di età greca. Probabilmente in questo periodo viene realizzato un ponte che collegava l’estremità della penisola alla costa di fronte. Al X secolo risalgono il capocroce della Cattedrale, a pianta cruciforme e la sottostante cripta. Dalle fonti sappiamo dell’esistenza di almeno altri sette edifici di importanza pubblica, tra chiese e monasteri, riferibili al periodo compreso tra X e XI secolo; tra questi spicca per importanza il monastero greco, poi benedettino, di San Pietro Imperiale. Nel secolo XI Taranto viene conquistata dai Normanni, sotto il cui dominio diventa il centro di un potente feudo. Durante il periodo normanno si accresce notevolmente l’edilizia sacra in area urbana; all’ultimo quarto del secolo XI si data la costruzione del corpo di fabbrica definitivo della cattedrale, a tre navate. La cattedrale presentava un pavimento a mosaico e fu dotata di un campanile nel XIII secolo (demolito alla metà del XX secolo). In epoca sveva la città assume la configurazione definitiva conservata sino ai giorni nostri con la divisione interna in 4 rioni (o pittaggi). Un particolare fervore edilizio si registra sotto gli Angioini (che possiedono la città tra il 1301 ed il 1463) e gli Aragonesi . Nel 1302 viene edificata la chiesa di San Domenico, in stile gotico e nel 1404 Raimondo Del Balzo Orsini fa erigere un grosso mastio quadrato, sull’estremità occidentale dell’abitato, in seguito cinto di mura e torrioni che formarono “la Cittadella”. Alla fine del XV viene edificato il Castello (che si sovrappone ad un edificio preesistente, forse di fondazione normanna) completato nel 1492, progettato dal senese Francesco di Giorgio Martino, architetto militare al seguito di Alfonso d’Aragona. Il Castello, collegato alla città da un ponte levatoio (ponte dell’Avanzata),viene circondato da un profondo fossato, che sul lato orientale mette in comunicazione Mar Piccolo con Mar Grande e che rappresenta il primo tracciato del Canale Navigabile. Sotto la successiva dominazione spagnola (a partire dal 1502) viene allargato il fossato, costruita una nuova fortificazione con tre torrioni e realizzata una nuova cinta muraria che assunse un tracciato a linee spezzate su Mar Grande, mentre su Mar Piccolo venne eretta al limite dell’acqua. Nel XVI secolo la fisionomia urbana di Taranto può dirsi compiuta, e rimarrà sostanzialmente invariata fino all’Unità d’Italia: la città appare come un’isola fortificata, difesa dal fossato, dal Castello a SE e dalla cittadella angioina a NO; il collegamento tra l’isola e la parte ad est era garantito da due ponti che scavalcavano il fossato aragonese/spagnolo, il maggiore dei quali, in muratura e a tre arcate, era il ponte di Porta Lecce. Ad ovest presumibilmente il collegamento era sempre costituito dal ponte in pietra medievale, distrutto da un’alluvione nel 1883. La città, a partire dalla metà del ‘500 e fino al XIX secolo cresce su sé stessa; tale situazione è cristallizzata definitivamente agli inizi del XVIII secolo, durante il dominio borbonico, quando viene stabilita per decreto la proibizione di edificare al di fuori delle mura. È in questo lungo periodo (storicamente suddiviso tra le dominazioni spagnola, austriaca, borbonica, francese e nuovamente borbonica) che viene realizzata la maggior parte delle strutture ecclesiastiche (quali la chiesa di San Michele, con annesso convento, quella di Monteoliveto, quella di Sant’Andrea degli Armeni), si procede alla ristrutturazione di edifici già esistenti (come la Cattedrale) e si edificano i palazzi nobiliari tuttora visibili in Città Vecchia, disposti lungo la via principale dell’isola (la via Duomo), il cui tracciato risale almeno ad età romana; le abitazioni del popolo, caratterizzate dall’aggiunta di ambienti in elevato (per ovviare alla mancanza di spazio) e separate da vicoli strettissimi, erano per lo più dislocate tra la Via di mezzo e la sponda di Mar Picco
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365435
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
    (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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