centro storico, collinare, Ginosa, Genusia (denominazione storica, età classica), Genusium (denominazione storica), Genosa (denominazione storica, cit. 1811) (metà XI)
Ginosa,
XI metà
Centro rivierasco, di antica origine. E' circondato da una profonda gravina sul cui margine sorge il Castello di epoca cinquecentesca eretto su un castrum normanno. La particolarità del borgo medievale con abitazioni e chiesette scavate nella roccia ne fa una “città presepe” di grande attrazione turistica. Della "Genusia" di età classica resta la cerchia muraria in grossi conci di tufo locale, all'interno della quale le abitazioni in muratura erano disposte lungo gli assi stradali. Tra i monumenti spicca la chiesa madre, eretta alla fine del sec. XVI e dedicata dall'Ottocento alla Madonna del Rosario
- OGGETTO centro storico collinare
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CARATTERI AMBIENTALI
È collocato nella provincia ionica di Taranto al confine con la Basilicata, al centro tra Metaponto e Taranto, da cui dista 52 km circa. È sito sul primo gradino delle falde meridionali della Murgia tarantina a 240 metri s.l.m
- LOCALIZZAZIONE Ginosa (TA) - Puglia , ITALIA
- INDIRIZZO Piazza Vecchia, Ginosa (TA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Dopo essere stata un presidio greco, come testimoniato da numerosi rinvenimenti archeologici, divenne una colonia romana, aprendosi in seguito alle invasioni barbariche. In epoca imperiale, nel 395 d.C., ottenne il riconoscimento di Municipium con decretum de patrocinio sotto i consoli Anicio E. Olibrio e Anicio Probino e il patronato del senatore Flavio. Al tramonto dell'Impero Romano l'intera piana presso Ginosa fu abbandonata sia perché le ville fortificate presenti non erano in grado di difendere l’ampio territorio dalle scorribande germaniche e saracene, sia perché la popolazione si era contratta per via delle carestie. La popolazione si rifugiò nelle gravine, e nacque l'abitato ai piedi del Castello Feudale e della Chiesa Matrice. Il villaggio è concepito e strutturato come borgo medievale, scavato nella roccia dei pendii tufacei della gravina, dove vengono realizzate abitazioni, chiese, cappelle, laboratori e molini. Risalgono a questo periodo chiese rupestri con pregevoli affreschi di carattere bizantino, molti dei quali scomparsi per le intemperie, l'incuria e le razzie dei predoni. Nel 1085 Ginosa entra a far parte della Contea di Lecce. Risale a questo periodo la costruzione del Castello normanno, il principale monumento di Ginosa, eretto nel 1080 per volere di Roberto il Guiscardo come difesa contro le incursioni saracene. Il castello era in origine munito di tre torri merlate e di un ponte levatoio, ma fu rimaneggiato nel corso dell’età moderna. Nel XIII secolo Ginosa viene conquistata dai Sanseverini e, subito dopo, annessa al Principato di Taranto e fortificata da Manfredi, figlio di Federico II. Luigi Dei Conti Miani, in una Breve monografia di Ginosa stampata pochi anni or sono raccoglie alcuni documenti di questo tempo e parecchie notizie dei vari oggetti e vasi antichi da lui rinvenuti. Morto Giovanni Antonio Orsini, ultimo principe di Taranto, nel 1463 il feudo di Ginosa passa al demanio, e il Re Ferdinando I lo dona a Pirro del Balzo che, ribellatosi, lo perde. Il Re decide quindi di concederlo a suo figlio Federico, che ne stabilisce per la prima volta i confini. Nella metà del Cinquecento Carlo V nominò barone della città il fedele ammiraglio Antonio Doria. Sotto il suo governo Ginosa e il territorio circostante furono interessati da numerose opere di bonifica e costruzione di palazzi, chiese e Conventi. Con il finire del Medioevo iniziò il lento declino della civiltà rupestre e la popolazione abbandonò la gravina per spostarsi sulla collina dove sarebbe sorto l'attuale abitato. Nel 1556 l'Imperatore Carlo V nominò barone della città l’ammiraglio Antonio Doria, dal quale i ginosini ebbero diversi benefici, confermati da Giambattista, suo figlio, che legò il proprio nome a numerosi interventi quali il miglioramento delle campagne, l'innesto nel bosco di una qualità di olivastri tale da rendere l'oliveto di Girifalco uno dei più estesi della regione e la trasformazione del Castello normanno in grande e comodo palazzo. In questo periodo sorsero anche gli importanti conventi dei Cappuccini e degli Agostiniani mentre - soprattutto dopo la costruzione della Chiesa Matrice - lo sviluppo urbanistico cambiava direzione, spostandosi lungo la via che dai piedi del Castello conduce alla cappellina di S. Antonio da Padova, in un susseguirsi di cantine, vialetti, spiazzi, palazzi che delineano la singolarità del centro storico ginosino. Con il grande esodo dagli abituri in grotta si determinava ormai l'inarrestabile declino della Civiltà Rupestre. Nel 1632 il passaggio del feudo agli Spinola Alcanices de Los Balbases segnò l'inizio di un periodo dolorosissimo conclusosi solo nel 1922, quando il latifondo fu alienato e venduto all'O.N.C. e ad una società di siciliani. Nel corso del XVII secolo venne edificata la ex Caserma Francese, in età murattiana convertita in caserma di cavalleria sotto la dominazione francese, e successivamente rivenduta a privati. Nel 1857 Ginosa fu colpita da una forte scossa sismica, il "Terremoto della Basilicata del 1857", che provocò la morte di 19 persone
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365415
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0