centro storico, di pianura, religioso, Orsara di Puglia (XII)
Orsara di Puglia,
1125 - 1125
Città consolidata caratterizzata da margini fisici naturali e artificiali, situata a sud-ovest rispetto a Foggia. Presenta funzioni di culto, di frequentazione, produttive, artigianali e residenziali. I collegamenti interni sono pedonali e carrabili. L’insediamento, sviluppatosi attorno alla chiesa di San Michele, attualmente intitolata all’Annunziata, è situato sul versante settentrionale del torrente Cervaro, alla sinistra idrografica del torrente, sul pendio di Monte San Marco
- OGGETTO centro storico di pianura, religioso
-
CARATTERI AMBIENTALI
Centro dei monti dauni, sito a 650 metri di altitudine, alle pendici settentrionali del monte San Marco, sulla dorsale tra il torrente Cervaro e il suo affluente Sannoro
- LOCALIZZAZIONE Orsara di Puglia (FG) - Puglia , ITALIA
- INDIRIZZO Via Vittorio Emanuele, Orsara di Puglia (FG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il territorio ha restituito diverse evidenze archeologiche di età romana, attribuite da alcuni al territorio di Vibinum (Bovino), da altri a quello di Aecae (Troia), tuttavia la nascita dell'insediamento risale al Medio Evo, ed è messa in relazione con la presenza della Grotta di Sant'Angelo. La “Spelunca Ursariae”, che riproduceva la più nota Grotta di San Michele sul Gargano, è attestata per la prima volta in un documento del 1024 nei pressi della località dove, poco più tardi, verso la metà del secolo, il normanno Neel (niello) innalzerà un castello nella selva detta Ripa Longa. Annessa alla Grotta sorse l'abbazia di Sant'Angelo, attestata nel 1125 come già florida e ricca di possedimenti. La struttura venne concessa nel 1229 dal papa Gregorio IX alle dipendenze dei Cavalieri di Calatrava, forse con funzione di presidio antisvevo, assumendo il rango di casa-madre dell'Ordine spagnolo in Italia. Tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, o i cavalieri spagnoli abbandonarono il sito destinando la casa di Orsara e le sue pertinenze ai reali spagnoli, forse per dedicarsi più attivamente alle imprese crociate. Durante il regno di Roberto d'Angiò Orsara ebbe un notevole sviluppo economico e sociale; infatti, nel 1335 ottenne dal re il privilegio di due fiere annuali in occasione delle festività patronati di S. Michele (8 maggio e 29 settembre). Nel 1416, la regina Giovanna II concesse al gran connestabile Muzio Attendolo Sforza Orsara ed altre città, fra le quali Troia. Nel 1424, alla morte di Muzio Attendolo, questi feudi passarono al figlio Francesco Sforza, divenuto in seguito duca di Milano. Per avere questi parteggiato per gli Angioini, con la conquista aragonese del Regno di Napoli la città gli venne sottratta e assegnata allo spagnolo Garcia Cavaniglia, fedele a re Alfonso I. Successivamente, nel 1524 i Cavaniglia la vendettero per sedicimila ducati a Giovanni I Guevara, cadetto di una nobile famiglia spagnola venuta in Italia al seguito della casata d'Aragona. Agli inizi del XVII secolo, era feudatario di Orsara Giovanni III Guevara, duca di Bovino. Gli succedette il primogenito Carlo Antonio, che, non potendo pagare al fratello Francesco un legato testamentario, nel 1649 gli cedette Orsara ed altri feudi vicini. Francesco Guevara risiedette quasi stabilmente ad Orsara; era un ecclesiastico e nel 1662 acquistò il palazzo dei Calatrava, che destinò a sua dimora. Alla fine del XVII secolo, morto Francesco Guevara, Orsara tornò sotto il dominio feudale del duca di Bovino. Dal primo settembre del 1700, fino alla morte avvenuta nel 1748, fu duca di Bovino Inigo Il Guevara. A costui si deve la ristrutturazione del complesso di Torre Guevara, fulcro di una splendida tenuta di caccia, nella quale il duca si fregiava di ospitare il re Carlo di Borbone e la sua corte. I Guevara furono feudatari del paese fino al 1806, quando fu abolito il sistema feudale. Nell'Ottocento e fino ai primi decenni del Novecento la cittadina è stata alternativamente assegnata alla provincia di Avellino e a quella di Foggia, alla quale è passata definitivamente nel 1927. Dell’antico circuito murario sopravvivono due porte, Porta Greci (o porta Aecana) e Porta Nuova, e alcuni tratti inglobati in strutture successive, che documentano l’andamento dell’impianto urbanistico originario. Questo si fondava su un pianoro circondato da tre canali che ne costituivano la difesa naturale; a sud chiudevano l’abitato le mura di cinta e il terreno scosceso. Dalle fonti storiche, oltre alle porte sopravvissute, risultano altre due: Porta San Pietro e Porta San Giovanni (poi San Domenico); la prima si apriva dove inizia Corso della Vittoria; la seconda (scomparsa all’inizio del secolo scorso) all’inizio di via San Rocco attaccata alla chiesa di San Giovanni Battista). A queste probabilmente bisogna aggiungerne un’altra che la tradizione locale ricorda come “Portella delle Monache”, che quasi certamente si apriva di fronte alla chiesa della Madonna della Neve. Con l’estensione dell’abitato (1870 circa) al di là del perimetro difensivo, alcune torri furono inglobate nelle abitazioni. All’epoca medievale risale pure la Parrocchiale di San Nicola. Questa, costruita alla fine dell'XI sec., ma attestata dal 1303, assumerà nuova importanza dal 1590, quando vi sarà trasferito il capitolo di Sant’Angelo e Santa Maria
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365370
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
-
DOCUMENTAZIONE GRAFICA
(1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0