centro storico, collinare, difensivo, Celenza Valfortore, Celenza di valle Fortore (denominazione storica, 1571), Celenzia in Capitanata (denominazione storica, età medievale), Celentia ad Valvam (denominazione originaria), Celennae (denominazione originaria) (III a.C)

Celenza Valfortore, 275 a.C - 275 a.C

Città consolidata caratterizzata da margini fisici naturali e artificiali, situata a sud-ovest rispetto a Foggia. Presenta funzioni di culto, di frequentazione, produttive, artigianali, difensive e residenziali. I collegamenti interni sono pedonali e carrabili. Il borgo sorge ai confini con il Molise, su un’amena collina da cui si domina la valle del Fortore oggi occupata dall’invaso artificiale di Occhito. La storiografia ubica l’insediamento primitivo Celennae sul colle della “Valva”, sito che garantiva un avamposto strategico a controllo del punto di confluenza del torrente La Càtola nella Vallata del Fortore, passaggio obbligato di un’antichissima pista tratturale diretta ai monti del Sannio molisano. Al termine della campagna di Pirro, per essersi schierata in favore dei Sanniti, fu rasa al suolo dai Romani e gli abitanti dispersi diedero vita ad un nuovo insediamento sulla collina attuale, ribattezzato “Celentia ad Valvam”. In epoca medievale il “castrum” romano fu inserito dai Bizantini nel piano di fortificazione della Daunia e il suo nome fu cambiato in “Celenzia in Capitanata”. In epoca aragonese l’abitato si consolida e arricchisce dei suoi monumenti più rappresentativi, grazie alla munificenza dei Gambacorta, feudatari subentrati ai Monforte e nel 1571 assume la denominazione di “Celenza di valle Fortore”. Agli inizi del XVIII secolo il feudo di Celenza insieme con il Casale di Carlantino è confiscato dalla Regia Corte e ne viene ordinato un “apprezzo”; ne segue la vendita a D. Domenico Mazzaccara nel 1706; nel 1797 passa alla famiglia Giliberti con il titolo di Baronia

  • OGGETTO centro storico collinare, difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI Piccolo centro del Sub Appennino Dauno Settentrionale, posto a 480 metri di altitudine Sorge ai confini col Molise sulla dorsale destra dell’alta valle del Fortore
  • LOCALIZZAZIONE Celenza Valfortore (FG) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Piazza Umberto I, Celenza Valfortore (FG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le fonti riportano la rifondazione della città da parte dei Romani nel 275 a.C. nel luogo attuale dopo la distruzione dell’abitato di Celenna sul colle della. Secondo alcuni studiosi l’impronta del primo insediamento di origine romana è riscontrabile nella maglia viaria regolare individuabile nel punto più elevato dell’attuale abitato, attorno al Largo Castello, successivamente circondato da mura. Il cardo sarebbe riconoscibile nella via Cavour. La matrice tardo-romana del primo impianto delle mura sarebbe confermata dalla fattura con pietre perfettamente squadrate e cementate con poca calce, distinguibili dall’apparecchiatura più grossolana del circuito murario medievale. Dopo un lungo periodo di instabilità politica, dovuto al contendersi dell’area da parte di Longobardi e Bizantini, con il consolidarsi del dominio da parte di questi ultimi, l’abitato fu interessato dall’intervento di fortificazione dei centri della Daunia attuato da Basilio Boioannes nell’XI secolo, richiamando anche la popolazione dei vicini casali. Secondo alcuni studiosi a questa fase sono da attribuire anche l’ampliamento delle mura, e l’apertura di tre porte (rimaneggiate in epoca moderna), nonché il potenziamento del casale di San Nicola, tangente all’abitato, che aveva il suo fulcro nella omonima chiesa di culto greco-ortodosso, le cui strutture sono state poi inglobate nel convento del XVII secolo. Ancora oggi la zona del “Casale” si presenta con unità abitative piccole e separate da strette stradine, con casette singole che si accavallano a forte pendenza nei pressi del convento. In questa fase, inoltre, l’abitato si sarebbe sviluppato lungo le tre direttrici principali che collegano il Casale di San Nicola al Castello all’interno del circuito murario, fiancheggiato da palazzi di due-tre piani edificati su lotti ampi. Infine, in epoca angioina si sarebbe avuta una ulteriore espansione delle mura verso la chiesa scomparsa di Santo Stefano, protomartire e compatrono di Celenza, attestata nel sito attualmente occupato dal palazzo municipale, ex Convento di Santa Maria delle Grazie. Durante tutta l’età medievale il feudo passò attraverso vari signori. Con i Normanni divenne possesso di Gualtiero di Biccari, per essere poi assegnato ai Tarascona e poi ai Casalbula. Successivamente, le sorti del feudo seguirono le vicende legate alla contesa del Regno tra i Durazzo e gli Aragonesi; con l’affermarsi di questi ultimi è assegnato alla potente famiglia dei Monforte per passare, per linea ereditaria, a Margherita Monforte e che lo porterà in dote al pisano Giovanni Gambacorta. La nobile famiglia Gambacorta avviò una fase di prosperità culturale ed economica. Risalgono a questa stagione tutti i monumenti più rappresentativi della storia religiosa e civile di Celenza. Tra questi, il Palazzo baronale costruito nel 1467, rimaneggiato successivamente; della fase originaria resta il monumentale torrione cilindrico con base a scarpa e cornicione merlato. Accanto alla mole imponente del palazzo, svetta la torre campanaria della chiesa di Santa Croce, affacciata sulla piazza che costituisce il cuore della città antica. La chiesa fu edificata a partire dal 1569 per volontà del barone Carlo Gambacorta e ha subito successivi rimaneggiamenti come dimostra la facciata con volute laterali di gusto barocco. Alla munificenza dei Gambacorta si deve anche la costruzione del monastero di Santa Maria delle Grazie costruito nel 1672, oggi sede del Municipio, e il grande complesso claustrale di San Nicola, le cui strutture inglobano quelle della chiesa romanica omonima fulcro del Casale. Il complesso fu costruito tra il 1622 e il 1647 e affidato all’ordine di Santa Chiara. La nuova chiesa di San Nicola, edificata nel 1630, conserva un pregiato pulpito in legno dorato del 1600 e una pala d’altare del 1759 rappresentante l’Incoronazione della Vergine tra i santi firmata dall’artista Michele Scaroina. Altre interessanti testimonianze dell’arte e della devozione locale sono la chiesa di San Michele, la chiesa di San Francesco con l’annesso convento dei Frati Minori Osservanti e la cappella rurale della Madonna delle Grazie, lungo la strada per Carlantino, che conserva la statua lignea della Madonna delle Grazie attribuita allo scultore campobassano Paolo Di Zinno. Agli inizi del XVIII secolo il feudo di Celenza insieme con il Casale di Carlantino fu confiscato dalla Regia Corte e ne fu ordinato un “Apprezzo” . Dalla relazione redatta degli ingegneri incaricati Galluccio e Cacciapuoti sappiamo che a quel tempo sopravvivevano ancora quattro porte che si aprivano nella cinta muraria, e precisamente Porta Sant’Antonio, costruita all’uso gotico, la “Portella”, che conduce al Palazzo, la Porta San Nicola, detta anche “della Terra”, e la “Porta Nova”, con stipiti e archivolto in pietra e supportico a “lamia”. All’Apprezzo seguì la vendita a D. Domenico Mazzaccara nel 1706; nel 1797 passò alla famiglia Giliberti con il titolo di Baronia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365354
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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