centro storico, collinare, Carlantino, Carlentino (denominazione originaria, XVI secolo) (XVI)

Carlantino, 1582 - 1582

Città consolidata caratterizzata da margini fisici naturali e artificiali, situata a nord-ovest rispetto alla provincia di Foggia. Presenta funzioni di culto, di frequentazione, produttive, artigianali e residenziali. I collegamenti interni sono pedonali e carrabili. È uno dei borghi più piccoli della provincia di Foggia, situato all'estremo limite settentrionale della Puglia, dove segna i confini con il Molise. Il centro abitato si estende lungo la dorsale di una collina che domina la vallata del fiume Fortore e l’invaso di Occhito, habitat riconosciuto, per la notevole rilevanza ambientale, “Sito di interesse comunitario” (SIC). Nell’area, di grande importanza per il controllo sulla viabilità di collegamento tra le montagne del Molise e la piana del Tavoliere, è attestata la presenza di vari siti frequentati a fasi alterne dall’Età del Ferro al Basso Medioevo. Tra questi il più rilevante è quello di Monte San Giovanni, dove le ricognizioni hanno evidenziato l’esistenza di un casale altomedievale in uso fino al XIV sec., momento del definitivo abbandono

  • OGGETTO centro storico collinare
  • CARATTERI AMBIENTALI Si adagia, a 559 m di altitudine, lungo una collina della valle del fiume Fortore
  • LOCALIZZAZIONE Carlantino (FG) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Corso Europa, Carlantino (FG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nei pressi dell’abitato, nel Medio Evo, è attestata la presenza del casale di San Giovanni, ai piedi dell’omonima collina, in posizione strategica su un passo importante della viabilità tra il Molise e la Daunia, ma l’insediamento attuale è fondato solo nel 1582 per volontà del barone Carlo Gambacorta, che ottenne da Filippo II l’assenso a costruire nel feudo della terra di Celenza un nuovo casale che il figlio Andrea contribuirà a sviluppare. Il nuovo centro serviva a garantire sicurezza ai coloni e alle proprietà del barone e venne insediato a sud della chiesetta della SS. Annunziata, nei pressi di una grande masseria baronale chiamata “il Palazzo”. Nasceva così “Carlentino”, dal nome dell’illustre fondatore, le cui sorti seguiranno sempre quelle di Celenza. Il primo nucleo urbano si sviluppò sulla cresta della collina in due file parallele di abitazioni fra loro abbastanza discoste per garantire alle strade spazi ampi e luminosi e disposte secondo l’asse nord-sud, affiancate a schiera, a unire il Palazzo baronale con la Parrocchiale Quando la Regia Corte dispose la confisca nel 1702 di Celenza e del suo casale, ne venne redatto l’apprezzo a cura degli ingegneri napoletani Galluccio e Cacciapuoti. Dalla relazione si apprende che “Detto Casale consiste in un comprensorio di molte case divise da tre strade principali e molti vichi; una delle quali strade che chiamano la Piazza, è lunga e larga vi sono nel mezzo di essa una cerqua et un celso rosso et in testa vi è l'edifizio della Taverna, che dicono il Palazzo, la maggior parte di esso diruto, che si descrive a suo luogo. Le case sono composte, buona parte d'esse con bassi e camere sopra vi saglie con gradette di fabrica da fuori la strada e sono tutte coperte a tetti”. Oltre alla predetta testimonianza, ulteriori informazioni sugli edifici religiosi della cittadina si ricavano dalla relazione della visita apostolica condotta dal cardinale Domenico Orsini nel 1711 conosciuta come “Platea Orsini”. Il documento descrive la cappella della SS. Annunziata, ai piedi di Monte San Giovanni, e la parrocchiale dedicata a San Donato, a cui risultava annesso un ospedale per l’accoglienza dei poveri e dei viandanti. Il fabbricato originario della chiesa, risalente alla fase di fondazione del casale e ultimato nel 1602, sarà poi abbattuto e ricostruito interamente nel 1757 per adeguarlo alle esigenze della popolazione divenuta più numerosa. Nel 1706 viene venduto a D. Domenico Mazzaccara. Nel 1759 il Feudo di Celenza con il suo casale di Carlantino è messo all’asta e acquistato dal barone Filippo Donnarumma di Gragnano, per passare nel 1770 alla famiglia Giliberti con il titolo di Baronia. Nel decennio murattiano la Terra di Carlantino viene finalmente elevata a comune del Regno di Napoli conseguendo nel 1809 la sua autonomia da Celenza
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365347
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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