centro storico, collinare, Torrecuso (XII)

Torrecuso, XII

Torrecuso è un centro collinare di origini alto-medievali, che trae sostentamento dal settore primario, dal commercio e da alcune imprese industriali di piccole e medie dimensioni. Il territorio comunale, che contiene un'isola amministrativa del comune Paupisi, è caratterizzato da una sensibile oscillazione altimetrica, determinata dalla compresenza di rilievi montani, che superano i 1.100 metri di altitudine, e di aree pianeggianti, estese lungo le rive del fiume Calore. Il paesaggio è tipicamente collinare e montano: alle colture legnose si alternano fitti boschi misti di orniello, carpino, acero e roverella, cui si aggiungono cospicui rimboschimenti effettuati negli ultimi decenni con pino domestico, pino marittimo, pino d'Aleppo e, al di sopra dei mille metri di quota, abete bianco

  • OGGETTO centro storico collinare
  • CARATTERI AMBIENTALI Si trova nel parco regionale del Taburno. Il centro sorge adagiato sul versante orientale del monte Caruso e alle pendici del monte Pentime (1200 m s.l.m.); il versante del monte Pentime rivolto verso Torrecuso fa parte del territorio torrecusano fino alla vetta, mentre l'altro versante appartiene al comune di Vitulano
  • LOCALIZZAZIONE Torrecuso (BN) - Campania , ITALIA
  • INDIRIZZO Piazza Fusco, Torrecuso (BN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo diverse ipotesi di scarsa attendibilità fu fondata in epoca antica, tra il IV e il III secolo a.C. È invece certo che il primo nucleo dell'attuale abitato sia sorto in epoca longobarda e sia appartenuto prima al barone Ugo di Fenucchio e in seguito, nel XII secolo, alla potente baronia di Tommaso da Fenucchio, estesa fino a Castelpoto, Casalduni e Apollosa. Nel 1269 il feudo fu concesso da Carlo I d'Angiò ai Frangipane della Tolfa, come premio per aver partecipato alla cattura di Corradino di Svevia, che rivendicava i suoi diritti sul trono di Sicilia. Nel XIV secolo appartenne ai Della Leonessa, passando nel secolo successivo, per mezzo di matrimoni, ai Caracciolo, che la possedettero fino al 1764, anno in cui tornò alla corona. Quattordici anni più tardi fu acquistata da Carlo Cito, giudice di Vicaria, e nel 1861 fu aggregata alla provincia di Benevento. La chiesa di Sant'Erasmo è caratterizzata da una facciata in stile neoclassico mentre il santuario di San Liberatore, eretto nel 1651 con pianta a croce latina, conserva una pregevole statua lignea del Santo. Sono inoltre visibili i resti dell'antica cinta muraria, munita di tre porte d'accesso, i ruderi di un castello di epoca longobarda e tracce di un ponte romano sul fiume Calore. Per quanto riguarda i terremoti: nel 1688 un sisma causò danni e crolli diffusi, nel 1732 un terremoto colpì fortemente l’abitato, quasi tutti gli edifici furono lesionati e crollarono le mura castellane, nel 1805 una scossa causò il crollo di qualche casa e il danneggiamento di molte mentre il terremoto del 1930 causò lesioni a diverse case
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500916843
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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