centro storico, collinare, difensivo, San Giovanni a Piro (inizio X)
Il centro storico conserva l’originale impianto medioevale con una struttura nell’ambito della quale sono ancora riconoscibili due nuclei, quello del “Paese”, il nucleo principale, e quello di “Tornito” (denominazione che pare si spieghi con il “vai e torna” dalle mura cittadine) nato come una sua diramazione. Nel 1940 esisteva ancora tra i due nuclei un muro di separazione - abbattuto, in seguito, per fare spazio alla strada di collegamento con Camerota - e solo una stretta stradina di collegamento, per evidenziare in modo decisivo la volontà del nuovo rione di differenziarsi dal "Paese". Il tessuto edilizio si svolge sulle linee tradizionali di una architettura fondata sul perseguimento di una elementare aderenza ai bisogni dell’uomo che, all’epoca della fondazione, erano quelli della difesa e della sicurezza. Le case del centro storico sorgono aggrappate l’una all’altra, con un prezioso risparmio di mura, separate da passaggi strettissimi, legate da ripide e lunghe scalinate. L’insediamento più compatto del paese è dominato dai caratteristici profili della chiesa intitolata a San Pietro Apostolo, probabilmente esistente già nel sec. XVI, e del campanile del 1701, rifinito ed abbellito nel 1725. Chiuso un tempo da mura, il centro storico è oggi di difficile accesso e quasi impenetrabile alla circolazione veicolare. L’insediamento sparso è piuttosto raro e si riferisce in generale all’ultima fase della edificazione, legata alla diffusione di case per vacanze e ville. La caratteristica primaria dell’insediamento è la sua spontanea integrazione nell’ambiente paesaggistico, nel quale si prolunga con muri di confine, terrazzamenti, muretti di sostegno e viottoli pavimentati, che sono stati costruiti utilizzando la stessa pietra calcarea che è servita nei secoli a costruire le case. Percorrendo il nucleo più antico di S. Giovanni a Piro si può intuire quella che era la tipologia della casa contadina, un semplice cubo, con modeste aperture che si riproduceva, proprio in virtù dell’andamento accidentato del terreno e dei dislivelli. Antichi portali in pietra sono da ornamento a palazzi nobiliari, fra cui spicca quello settecentesco della famiglia Beati
- OGGETTO centro storico collinare, difensivo
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CARATTERI AMBIENTALI
Centro della provincia di Salerno nel basso Cilento, sito su una collina a 450 metri s.l.m. Si affaccia sul golfo di Policastro dalle pendici sud-orientali del monte Bulgheria, alle porte del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. Appartiene alla Comunità montana Lambro e Mingardo
- LOCALIZZAZIONE San Giovanni A Piro (SA) - Campania , ITALIA
- INDIRIZZO Via Municipio, San Giovanni A Piro (SA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Verso l’anno 990 d.C., i monaci basiliani provenienti dall’Epiro fondarono, in località Ceraseto - così denominata perché all’epoca ricchissima di piante di ciliegio - l’Abbadia di S. Giovanni Battista. l territorio dove sorge il Cenobio, posto alle falde del monte, costituiva un rifugio sicuro e pressoché inattaccabile. Il detto cenobio fu guidato, nei secoli, da vari Abati, tra cui l’umanista Teodoro Gaza che intorno al XV sec. fece risplendere la Badia, tanto che entrò a far parte del patrimonio della Cappella Sistina. Un primo nucleo abitato degno di tale nome sorse, sul territorio ove è oggi S. Giovanni a Piro, soltanto nei primissimi anni del X secolo, quasi sicuramente dopo la terribile distruzione della vicina Policastro del 915 ad opera dei Saraceni agropolitani. I numerosi policastresi scampati alla rovina decisero di abbandonare la costa e rifugiarsi in luoghi più sicuri e nascosti. I monaci basiliani, oltre a servirsi dell’operosa attività della scarsa popolazione del vicino nucleo abitato, chiamarono sul posto anche numerosi coloni dei villaggi circostanti che ben presto si stabilirono anch’essi ai piedi del monte di Bulgheria. La popolazione crebbe in modo notevole, nuove dimore furono costruite, ed il piccolo centro diventò ben presto un vero e proprio borgo che, traendo il nome dal titolo della vicina Abbadia basiliana, cominciò a chiamarsi S. Giovanni a Piro. Riguardo al toponimo “Piro” la tesi più accreditata è che il termine derivi dal termine dialettale “piro” ovvero “albero di pero”, in quanto nel luogo del sorto villaggio vi era appunto un grande albero di pero. Nel XVI secolo S. Giovanni a Piro, al pari dei vicini centri costieri fu a lungo perseguitato dalle continue e martellanti scorrerie dei pirati. Una prima terribile incursione il borgo la subì nell’agosto del 1533 quando fu assalita dal corsaro turco “il Giudeo”, agli ordini di Khair-ed-Din Barbarossa. Il corsaro sbarcò alla Marina dell’Oliva, odierna Scario, uccidendo e facendo schiave circa ottanta persone. I Padri Basiliani, in seguito alla terribile incursione, in comune accordo con i cittadini e gli esponenti dell’Università di S. Giovanni a Piro, ritennero opportuno cingere di mura tutta la zona che conteneva il complesso abitato. Il paese subì un’altra incursione nel 1543 ma una sciagura ancora peggiore si abbatté su S. Giovanni a Piro la domenica del 10 luglio 1552. Il corsaro turco Dragut Rais Bassà sbarcò alla Marina dell’Oliva con 123 galee assalendo nello stesso tempo Vibonati, S. Giovanni a Piro, Bosco, Torre Orsaia, Roccagloriosa. Nell’anno 1561 l’antico Cenobio si presentava ormai in completo sfacelo, in pieno abbandono e quasi deserto. Venuta meno la funzione di centro ascetico e culturale, il Cenobio basiliano passò, nel 1587, a far parte, insieme con altri monasteri ed abbadie del Meridione, del ricchissimo patrimonio della Cappella Sistina di Roma. Fu incaricato per l'amministrazione dell'Abbadia il vescovo di Policastro, Mons. Ferdinando Spinelli. Il vasto territorio di S. Giovanni a Piro divenne ben presto un vero e proprio feudo diocesano con indebiti arricchimenti e con oppressioni e soprusi di ogni genere. Le autorità civili del paese, insieme ai privati, denunciavano tutti i soprusi commessi dal conte e dalla contessa di Policastro nei confronti dei cittadini, chiedendo a Roma di intervenire. Finalmente, dopo anni di indifferenza e di inerzia, raccolte le suppliche e le lamentele dei cittadini e di cospicue personalità di S. Giovanni a Piro, il Consiglio d’Amministrazione della Cappella Sistina incaricò di far luce sulla questione l’avvocato Di Luccia, conferendogli regolare mandato. Il giurista accettò di sostenere le ragioni dell’Università di S. Giovanni a Piro riuscendo a porre nel giusto risalto la gravità della situazione e le indebite appropriazioni dei conti Carafa di Policastro. Nell’anno 1656 nel Regno di Napoli infierì orribilmente la peste che, dalla capitale, si estese rapidamente nel Salernitano e nel Cilento mietendo migliaia di vittime. Un secolo più tardi, il paese fu spietatamente decimato dalla carestia, che si ripeté, con conseguenze ancora più disastrose e mortali nell’anno 1817. Nell’anno 1806 agli eventi naturali si aggiunse, poi, la mano dell’uomo. Arrivarono in paese le truppe di Gioacchino Murat, che si scatenarono contro il Santuario di Pietrasanta, avendolo scambiato per una fortezza
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500916416
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0